giovedì 29 marzo 2018

Ciao Mondo

Ciao Cuore Viola. Ciao Mondo.
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"... serviva cuore e conoscenza della categoria ed arrivò a Firenze la persona giusta, un allenatore dal cuore e dal sangue viola, veterano della panchina ed esperto in promozioni dalla cadetteria alla massima serie: Emiliano Mondonico. Lombardo di nascita ma con la tessera dello storico viola club Settebello nel portafoglio, il nuovo allenatore impostò il suo percorso con “crediamoci” e trovò da subito la simpatia e soprattutto la spinta della tifoseria che vedeva in lui un compagno più che un allenatore ..."
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"... e quando arrivò Firenze esplose. Mondonico da vero tifoso non resse lo stress e corse via negli spogliatoi, i giocatori erano braccati da un tifoseria festante che come ad Arezzo un anno e mezzo prima aveva invaso il campo per festeggiare. Firenze era tornata dove meritava. Caroselli per la città, bandiere con ben in evidenza la lettera A. Tanto agognata e finalmente ritrovata ..." 
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mercoledì 28 marzo 2018

Tra pensieri ed il non dimenticare...

Kiave di lettura n° 280
Questa settimana il mio personale Katalogo si arricchisce con:
PEPPE FIORE - "Dimenticare" - Einaudi
Nuovo autore (ovviamente per me) di cui non avevo sentito parlare prima della lettura di questo libro, "conosciuto" grazie ad un regalo di una mano amica.
Storia particolare che si avvolge tra il grigio di stati d'animo introversi e personali "...bastava non pensarli troppo perché gli errori svanissero..." e il profilarsi in lontananza di rapporti in realtà mai chiusi o definiti "...dicendo che di quella cosa ne avrebbero discusso la prossima volta, anche se nessuno dei due sapeva quando sarebbe stata la prossima volta...". Isolato in un paese "distante dal clamore" in realtà il protagonista sembra cercare rifugio nei suoi pensieri e nei suoi ricordi "...fu l'ultima immagine che Daniele si sforzò di trattenere in mente, proiettandola negli anni in un tempo a venire, un tempo che non era sicuro ci sarebbe mai stato..." per non affrontare qualcosa che in realtà sa bene non potrà mai completamente dimenticare visto il suo livello "PIU' PROFONDO PIU' MALEDETTO". A dar colore alle sfumature scure che fanno da contorno alle pagine del libro appare qualcosa di colorato, di azzurro che rende meno buio il percorso del protagonista "...stretta nel maglione, con le sue scintille azzurre accanto agli zigomi alti, era una piccola divinità complementare al mare..." e che andrà ad aprire nuove strade per lui "...per parlarsi bisbigliavano, come se fuori dal letto ci fossero i barbari in agguato..." e per il racconto.
Lo stile del libro è tagliente come i ragionamenti ed i pensieri che in molte parti diventano protagonisti principali "..non puoi mai dire di conoscere una persona se non l'hai mai vista soffrire..." scalzando anche i personaggi. L'alternarsi di ricordi ed i tentativi di oscurarli "...circondato dal silenzio, dal freddo e dall'oscurità...", le vicende nuove e quelle vecchie, sostanzialmente tengono il ritmo del libro abbastanza alto anche se in alcuni punti il grigio prevale rischiando un po' l'appiattimento del racconto. La penna di Fiore è ben dosata anche se la profondità della vicenda ha alcune volte la meglio e ne risente il percorso del libro. Un esordio positivo con però un asterisco abbastanza grande dato dalla non semplicità della storia che alla fine finisce per avere la meglio.
BIGNAMI: interessante esordio con Fiore che non riesce però a trovarmi totalmente allineato con lo stile del libro. Sicuramente la lettura del libro non è da dimenticare ma non va oltre le due stelle e mezzo/tre su cinque nel mio giudizio.

domenica 18 marzo 2018

Ripartenza...giusta...

Campionato - 29^
TORINO - FIORENTINA = 1 - 2
GOAL: Veretout; Belotti; Thereau (R)
LE PAGELLE
Sportiello 6
Da' sicurezza sulle uscite, sul gol poco responsabile anche se non troppo reattivo
Milenkovic 6-
Qualche sbavatura di troppo ma sostanza continua
Pezzella 6,5
Pronto su Belotti, leader difensivo
Vitor Hugo 6
Perde qualche pallone pericoloso ma tiene bene il passo difensivo
Biraghi 6,5
Con i suoi tiri/cross guadagna due rigori e spinge molto sulla fascia
Benassi 6+
Impreciso ma molto grintoso
Badelj 7
Leader ancor più indiscusso di questa squadra
Veretout 6,5
Sbaglia male un calcio di rigore ma recupera un gran pallone che trasforma nel vantaggio
Saponara 6-
Non troppo appariscente, riesce comunque a garantire una buona circolazione di palla
Chiesa 6
Corsa e voglia ma poca precisione
Simeone 5
Spiace ma proprio non ci siamo
Falcinelli 5
Vedi Simeone
Thereau 6 - -
Impatto imbarazzante ma rigore trasformato che pesa tremendamente 
All. Pioli 6,5
Ha tenuto la squadra unita e soprattutto sul pezzo. Restano i problemi offensivi ma partita davvero importante.
IL MIGLIORE: BADELJ
Il peggiore: Simeone
LA PARTITA
Premessa
Per molti versi la stagione Viola per me (e non solo) è finita in quella maledetta camera di Udine, ed ovviamente questo è il minore, ma PROPRIO infinitamente minore, dei mali. Detto questo il campionato continua ed allora è giusto provare a continuare a commentarlo. Ricordando quel che è successo ma cercando di essere, nel limite del possibile, oggettivi con quel che succede in campo.
Si riparte. Dopo una partita che in realtà era un omaggio a Davide la Viola torna a giocare il suo campionato. Non potrà mai essere la stessa cosa, non si potrà mai dimenticare niente, ma si va avanti.
Lo schema è quello di domenica scorsa con un Saponara che prova ad innescare lo spento Simeone. Non ci riuscirà. Il resto della squadra fa quadrato o meglio si chiude bene e lascia le chiavi ad un Badelj che sente la responsabilità e si carica la squadra sulle spalle. Siamo sostanzialmente padroni del campo ma come al solito senza essere pericolosi. E' il VAR a darci le uniche due scosse del primo tempo. Prima togliendo un rigore regalatoci da un errore dell'arbitro e poi concedendocene uno regalato dal Toro. Dal dischetto va Veretout che tira però piano e poco angolato, respinto da Sirigu. Poc'altro nel primo tempo (una punizione alta di Biraghi, un paio di tiri da lontano sballati) con un possesso palla sterile ma costante da parte nostra ed una dimostrazione di pochezza da parte del Toro (un solo colpo di testa poco incisivo) abbastanza imbarazzante.
Nella ripresa non sembra cambiare molto fino al quarto d'ora quando Acquah ci regala di nuovo un assist d'oro, Veretout questa volta con un gran pressing alto si trova davanti a Sirigu: rigore in movimento e questa volta palla nel sette e vantaggio viola: 0-1 ed esultanza collettiva sotto lo striscione "13". In vantaggio ci abbassiamo un po' troppo anche se il Toro sembra non impensierirci nonostante la nostra scarsa capacità di ripartire. Quando la partita sembra avviata verso la fine, Thereau (entrato in partita in modo quasi imbarazzante) perde una palla che porta ad una punizione dal limite e poi si perde Belotti nella successiva azione: 1-1. Sembra un'occasione d'oro buttata quando è di nuovo la coppia VAR-Torino a regalarci un'occasione: su un cross di Biraghi fallo di mani non notato dall'arbitra ma segnalato dal VAR. Rigore e Thereau si riscatta: 1-2 e così la partita finisce.
Era davvero difficile ripartire senza la spinta emotiva di domenica scorsa, senza il nostro "13". La squadra ha fatto una partita piena di orgoglio, piena di "nervi" intesi in senso positivo, piena di voglia. Certo l'avversario era davvero poca roba (spiace davvero vedere il Toro dei cugini ridotti così...) ed i nostri attaccanti o meglio la nostra capacità di attaccare fa davvero preoccupare. Ma quello che contava era cominciare di nuovo a rientrare nell'ordinario del campionato con il piede giusto. Ci siamo riusciti, con fatica, senza scintillare, ma con una bella dimostrazione di squadra e di forza.
FORZA VIOLA...sempre...

Evoluzioni e promesse

Kiave di lettura n° 279
Nel cercare di tenere il passo, in modo molto difficoltoso e lento, delle produzioni di Paper First (casa editrice del Fatto Quotidiano) oggi la mia Kiave di lettura si dedica ad uno degli ultimi libri pubblicati.
DAVIDE VECCHI - "Lady Etruria" - Paper First
Il mio personale Katalogo si arricchisce di un nuovo volume, ma soprattutto il mio personale ripiano a marchio FQ (vedi foto precedente post) si allarga.
La penna di Vecchi è meno sarcastica ed ironica rispetto a quella di Scanzi (di cui ho provato a scrivere qui)  ma più puntuale e precisa nelle descrizioni. Nonostante lo stile più da cronista/giornalista d'inchiesta, il libro riesce a prendere il ritmo ed il percorso di una vera e propria storia con un inizio, un percorso ed un finale (semi-aperto).
Come in un vero e proprio racconto e con gli occhi e la penna di un cronista i protagonisti fanno il loro ingresso sulla scena del libro con la giusta dose di descrizione oggettiva e di abbinamento ai fatti che piano piano girano intorno. "DI TUTTE QUELLE STRADE" che il percorso di crescita politica le ha messo davanti, quali sono state quelle decisive per l'ascesa vertiginosa di Maria Elena Boschi? Si parte dalle premesse e dalle prime esperienze come figura politica fino al ruolo di ministro delle Riforme Costituzionali, attraverso i ruoli più o meno oscuri nella e della fondazione Open (alla base dell'esponenziale crescita politica di Matteo Renzi) e di quelli più o meno defilati nello scandalo Banca Etruria. Nel mezzo ci sono gli elementi per valutare l'attendibilità della sua parola e delle sue "promesse": vedi le querele annunciate (e poi mai apparse) a De Bortoli oppure le parole d'onore spese sul suo non conflitto d'interesse per la vicenda della banca a lei vicina e il suo non interessamento presso le alte sfere oppure la parola data (non solo da lei) sul ritirarsi dalla vita politica in caso di sconfitta al referendum. Accanto a queste anche le opinioni di altri analisti della vicenda (Saviano) "...il conflitto d'interessi del ministro Boschi è un problema politico enorme del quale un esponente di primissimo piano del governo del cambiamento non può sfuggire...abbiamo assistito a crociate sui media per molto meno contro esponenti di terza fila del sottobosco politico di centrodestra..." e la rilettura di precedenti analisi della stessa Boschi per la vicenda Cancellieri "..non spetta a me dire che si deve dimettere, io posso dire che al suo posto l'avrei fatto...ancora una volta si è data l'immagine di un Paese in cui la legge non è uguale per tutti e che ci sono delle corsie preferenziali per gli amici degli amici...".
La forza di Vecchi è quella di non scivolare nel giudizio ma di lasciar parlare fatti e vicende, dall'ingresso con capitali nella fondazione e nella "direzione" del partito alle contraddizioni nel ruolo di soggetto con conflitto d'interessi nel richiedere interventi per la Banca Etruria a lei (ed alla sua famiglia) così cara. Emergono fattori sconfortanti per il livello delle istituzioni del Paese e spunti di riflessioni notevoli sul grado e la competenza della classe dirigente italica. E' un libro che disegna una storia che può essere portata ad esempio per questi aspetti ed è una vicenda raccontata senza sconti ma per il totale che deriva dalle vicende descritte "...i ragazzi di Firenze si sono seduti tutti insieme con un sacco di entusiasmo, hanno buttato montagne di fiches sul tavolo...i vecchi marpioni li hanno accolti offrendo entusiasmo e genuflessioni...i ragazzi hanno pensato che fossero impauriti...ed invece erano solo contenti di aver individuato i nuovi sprovveduti della politica che con la loro rozza furia innovatrice avrebbero semplicemente allungato la vita professionale dei rottamandi...". Esordio con Vecchi, che conoscevo solo per gli articoli del FQ, che quindi ha soddisfatto la curiosità rientrando nella versione positiva del termine novità, in una frase "è valso il prezzo del biglietto" o meglio del libro.
BIGNAMI: valutazione ormai costante per i libri di questo tipo che raccontano o meglio fotografano perfettamente i fatti e portano conoscenze ed informazioni; giudizio appunto costante: 5 stelle su cinque la mia personale valutazione.

domenica 11 marzo 2018

Un minuto

Campionato - 28^
FIORENTINA - BENEVENTO = 1 - 0
GOAL: Vitor Hugo
Niente pagelle, niente partita, niente takko ai' giro.
Un minuto, solo un minuto.
Un minuto per prendere un pennarello nero e personalizzare una sciarpa.
Un minuto per chiedere ad uno steward dagli occhi simpatici una deroga per accedere all'area riservata della tribuna e unire quella sciarpa a mille altre.
Un minuto per capire che gli occhiali da sole così fuori luogo con il tempo di giornata sarebbero stati invece decisivi.
Un minuto per leggere le istruzioni della coreografia.
Un minuto per vedere scendere in campo tutti quei "13" e sentire stringere la gola di nuovo.
Un minuto per sentire Jova in quella canzone che da oggi non potrai più ascoltare senza ricordarti le lacrime di oggi.
Un minuto per quelle formazioni senza fischi e senza "olè", lette di corsa quasi "a togliersi il dente".
Un minuto per realizzare il boato all'annuncio del numero 13.
Un minuto per capire che erano entrate in campo le squadre tanto il silenzio avvolgeva tutto. Irreale, mai sentito prima, ovattato ed ovattante per tutto quello che circondava il Franchi.
Un minuto per sentire le lacrime ancora più presenti.
Un minuto di silenzio, vero. Totale, immenso.
Un minuto che non finiva mai, dove sembrava di sentire il rumore dei treni della ferrovia vicino e lontana, tanto Firenze sembrava immobile e rispettosa.
Un minuto che non arrivava mai per far "esplodere" quella coreografia.
Un minuto che non finiva mai, di nuovo. Con le bandierine a cartoncino rigorosamente e di nuovo gli occhiali a far da inutile scudo e "L'ARIA CHE FA IL GIRO" tornava a beccarti di nuovo in faccia.
Un minuto per un angolo di chi ha scritto una poesia col cuore e trovava un cross perfetto per chi a numeri invertiti doveva sostituire chi non si può sostituire.
Un minuto per capire che la Fiorentina aveva segnato il gol del vantaggio, tanto era il silenzio che rimbombava.
Un minuto che di nuovo non arrivava mai, quel novantesimo e quei minuti di recupero.
Un minuto di giocatori sfiniti, sfibrati per la tensione del significato della giornata, crollati a terra al fischio finale.
Un minuto per l'ultimo coro.
Un minuto per l'ultimo saluto.
Un minuto per (ri)passare davanti a quella sciarpa, sfiorarla e dire ancora "CIAO DAVIDE".





giovedì 8 marzo 2018

...in silenzio...

Kiave di lettura n° 278
Un clamoroso senso di vuoto. Come quello che ti rimbomba dentro davanti ad un'ingiustizia troppo grande a cui ti accorgi di non aver niente da "contrastare".
E' da domenica che non riesco a mettere in fila due parole su questo argomento, non che sia fondamentale parlarne o che sia di qualche utilità, ma resta questo fatto della totale assenza di logica o senso. Esattamente come nel momento in cui sono stato travolto da questa tragedia che ha colpito Davide. So benissimo, come tutti gli altri nella mia posizione, che da semplice tifoso non ho forse il diritto di definirmi sotto shock. E so anche che può sembrare eccessivo per chi non capisce che quel gruppo in maglia viola, a forza di seguirlo ogni settimana, in fondo sembra far parte della schiera del tuo mondo. Capisco di esser quasi di troppo rispetto al tremendo dolore rovesciato addosso alla famiglia, agli amici, ai compagni ed ai conoscenti e che in fondo solo loro (in ordine di importanza) hanno il diritto di dirsi ed essere sotto shock. E capisco anche, come tutti del resto, che purtroppo queste cose arrivano e colpiscono. Ingiuste, dolorose, codarde "...a 31 anni non lo merita nessuno, le ingiustizie sono tali indipendentemente dal calcio, ma per una persona semplicemente, un ragazzo..." (cit.). Resta il fatto di aver "PERSO LE PAROLE". Di esser stato colpito in modo improvviso e netto. Di aver visto calare un sipario in un modo talmente fragoroso da rimanere inebetiti e sordi a tutto il resto. Riflesso incondizionato quello di non trovare parole, reazione naturale per me. Ugualmente in modo "naturale" sono stato spinto oggi verso Piazza Santa Croce.
Dopo aver (non) trattenuto le lacrime davanti a video omaggio, a pensieri commossi, alla poesia di Saponara, ai minuti di silenzio, alle maglie con dedica.
Dopo aver avuto i brividi allo splendido ricordo/pensiero dell'amica comune, alla conferma di un giudizio su cui mettere la mano sul fuoco "..un macigno, l'ennesima conferma che a partire sono sempre i migliori.." (cit)alle manifestazioni spontanee di amore verso il "nostro 13", a quel muro "del pianto da innamorati" creato al Franchi.
Dopo aver sentito mancare l'aria immaginando Francesca e Vittoria.
Dopo tutto questo ho sentito il bisogno di venirti a salutare nella "piazza più bella del mondo" (cit.) caro Davide . A prendermi l'ondata di amore verso il tuo amato 13, a cercare di partecipare ad un collettivo abbraccio  per la tua famiglia, di quelli da perdersi dentro "quell’abbraccio l’ho sentito anch’io sulla mia pelle, quasi da togliere il fiato" (cit.). E se davvero "siamo i legami che riusciamo a creare" (cit.), stamani caro Davide hai avuto la fotografia di quello che eri e che sei. Volevo salutarti e per questo stamani ero lì. In silenzio, ma presente, come pare che fosse nel tuo DNA. Non sono però riuscito a seguire totalmente le tue caratteristiche e quindi esserci con quel sorriso che tutto il suo mondo ti riconosceva come non eccessivo ma puro e totalizzante.
Scusa Davide, ma proprio quel sorriso non mi è uscito, sono sincero. Non ce l'ho propria fatta e ti dirò di più, proprio non sono riuscito a trattenere le lacrime mentre mi univo all'interminabile applauso che la tua, mia...nostra...Firenze ti ha strameritamente dedicato stamani al tuo arrivo ed al tuo saluto. In silenzio, con le mani impegnate nel tributarti l'ultimo saluto, gli occhiali ben sistemati hanno fatto solo parziale diga. Perdonami.
Ciao Davide, buon viaggio.

venerdì 2 marzo 2018

- 48

Kiave di lettura n° 277
Ci siamo. Meno due giorni. E siamo alle solite. Son passati cinque anni, io sono invecchiato, il numero della Kiave di lettura è a tre cifre invece che a due ma io mi ritrovo a scrivere nella solita imbarazzante attesa di prendere "scheda e matita" ed andare in cabina elettorale.
Rileggendo (clicca qui) quello che scrivevo all'epoca potrei tranquillamente fare un "trova e sostituisci" su alcuni nomi di partiti nel frattempo spariti ed avrei pronto il post. Una cosa nuova c'è. "NON CI AVEVO MAI PENSATO E INVECE" a questo giro qualche dubbietto sullo scansare la cosa e non andare a votare m'è venuto; son sincero, anche se è durato poco c'è stato. Poi ha prevalso, come è giusto che sia, il principio di base che ho e che dice "non si può mancare" e quindi adesso....non so che fare e dove collocare quelle due "X", visto che andare a votare e votare "bianca" o "nulla" (in una società come la nostra e con una classe politica/dirigenziale del genere) è la stessa cosa che non andare.
"....questa ondata fascista mi fa paura e son sempre più schifato di quest'Italia...ma non so chi cazzo votare, ma davvero non lo so...." (cit.) con questa premessa condivisa al cento per cento mi sono fatto un mini-esame delle possibilità in campo e sono partito ad escludere.
Rimanendo sull'ondata fascista, non sto nemmeno a dire che i due partiti neri che secondo me (e la Costituzione) andrebbero sciolti sono proprio fuori dalle possibilità democratiche quindi figuriamoci votarli.. Spostandoci un po' (ma non so nemmeno quanto...) resta valida invece la premessa fatta per le precedenti elezioni (e più o meno fatta da quando son nato...) riguardo il lato destro della scheda. Finanziatori della mafia, nipoti dei fascisti e razzisti in salsa lombarda per me non sono nemmeno nominabili e di fitto c'è solo il pubblico in Fiesole contro i gobbi.
Andiamo oltre. Da cinque anni a questa parte, la mia considerazione pre-elettorale del e sul PD, è andata rafforzandosi con nuovi e per niente interessanti elementi (sostegno a Napolitano, invenzione del Napolitano-bis, franchi tiratori contro Prodi, non accettazione di Rodotà, governo con Silvio, Alfano ministro, riministro e ririministro, impresentabili in vertiginoso aumento, Renzi e codazzo, nomine ed inchieste, Nazareno, riforma costituzionale....che seguito?!?!). Quindi anche per loro "la corsa al voto finisce qui". Non solo, il PD si porta dietro anche i tre amici di sventura che si sono alleati giusto per avere qualche chances, visto che negli ultimi anni si sono alleati praticamente con tutti pur di apparire e raccattare qualcosa (vedi alla voce Lorenzin&c. e Bonino&c.). Ad aggravare la loro già più che barcollante situazione c'è il fatto che se non dovessero arrivare al quorum del 3% ma a quello dell'1% regalerebbero voti a Renzi e soci.
Non avendo elementi (e ammetto la colpa non volendo nemmeno cercare di averli) per giudicare il resto dei miliardi di partiti che appariranno nella scheda e che durante i periodi extraelettorali non si sa dove siano restano solo due possibilità.
LEU e M5S. Mi accorgo mentre sto scrivendo che lo faccio con le sigle......sarà perché non ne sono convinto e tendo a nasconderli e non esprimermi "apertamente"??!?! Ci sta. Perché di entrambi vedo mille contro e la mia indecisione cresce cambiando idea sulla scelta in modo continuativo: ogni volta che una parte parla o ne leggo delle notizie o dei candidati, mi viene voglia di votare.....l'altra.  Ex pd usciti solo per ripicche personali, inadeguatezza al ruolo, incapacità di selezionare la classe dirigente, disponibilità non scritta ad un Governicchio del Presidente per le riforme, Di Maio, D'Alema, troppo poca chiarezza su principi/diritti di base, non credibilità data dal CV precedente. Ora dell'uno ora dell'altro vedo questi come i contro principali. Ma sono anche gli unici del pacchetto di cui vedo alcuni pro. Gli unici. Alcuni pro. Questo il livello. E per questo che restano in ballo. Dalla novità che comunque rappresentano all'attaccamento e certezza sui temi etici (diritti civili, ius soli, biotestamento) dalla gestione nuova di alcuni aspetti importanti (soldi pubblici, chiarezza sulle scelte) alla speranza di resuscitare qualcosa di unitario a sinistra, dalla certezza dello schieramento unico senza alleanze all'importanza di avere in Parlamento qualcuno che faccia pesare quello che in fondo è nel mio bagaglio personale. Stiracchiati? Forse. Non certi? Ci sta. Ma sono le uniche due alternative su quelle schede di cui vedo dei pro. Pensate un po' come siamo ridotti.
BIGNAMI: questa la mia "analisi" e la mia scelta/indecisione. E voi? Avete deciso dove mettere quelle due "X" domenica?
INTEGRAZIONE: risultati sondaggio pre-elettorale rispetto intenzioni di voto:
Movimento Cinque Stelle: 40% 
Liberi e Uguali: 20%
Pd: 20%
Più Europa: 20%
Voti totali registrati: 5