Kiave di lettura n° 278 |
E' da domenica che non riesco a mettere in fila due parole su questo argomento, non che sia fondamentale parlarne o che sia di qualche utilità, ma resta questo fatto della totale assenza di logica o senso. Esattamente come nel momento in cui sono stato travolto da questa tragedia che ha colpito Davide. So benissimo, come tutti gli altri nella mia posizione, che da semplice tifoso non ho forse il diritto di definirmi sotto shock. E so anche che può sembrare eccessivo per chi non capisce che quel gruppo in maglia viola, a forza di seguirlo ogni settimana, in fondo sembra far parte della schiera del tuo mondo. Capisco di esser quasi di troppo rispetto al tremendo dolore rovesciato addosso alla famiglia, agli amici, ai compagni ed ai conoscenti e che in fondo solo loro (in ordine di importanza) hanno il diritto di dirsi ed essere sotto shock. E capisco anche, come tutti del resto, che purtroppo queste cose arrivano e colpiscono. Ingiuste, dolorose, codarde "...a 31 anni non lo merita nessuno, le ingiustizie sono tali indipendentemente dal calcio, ma per una persona semplicemente, un ragazzo..." (cit.). Resta il fatto di aver "PERSO LE PAROLE". Di esser stato colpito in modo improvviso e netto. Di aver visto calare un sipario in un modo talmente fragoroso da rimanere inebetiti e sordi a tutto il resto. Riflesso incondizionato quello di non trovare parole, reazione naturale per me. Ugualmente in modo "naturale" sono stato spinto oggi verso Piazza Santa Croce.
Dopo aver (non) trattenuto le lacrime davanti a video omaggio, a pensieri commossi, alla poesia di Saponara, ai minuti di silenzio, alle maglie con dedica.
Dopo aver avuto i brividi allo splendido ricordo/pensiero dell'amica comune, alla conferma di un giudizio su cui mettere la mano sul fuoco "..un macigno, l'ennesima conferma che a partire sono sempre i migliori.." (cit), alle manifestazioni spontanee di amore verso il "nostro 13", a quel muro "del pianto da innamorati" creato al Franchi.
Dopo aver sentito mancare l'aria immaginando Francesca e Vittoria.
Dopo tutto questo ho sentito il bisogno di venirti a salutare nella "piazza più bella del mondo" (cit.) caro Davide . A prendermi l'ondata di amore verso il tuo amato 13, a cercare di partecipare ad un collettivo abbraccio per la tua famiglia, di quelli da perdersi dentro "quell’abbraccio l’ho sentito anch’io sulla mia pelle, quasi da togliere il fiato" (cit.). E se davvero "siamo i legami che riusciamo a creare" (cit.), stamani caro Davide hai avuto la fotografia di quello che eri e che sei. Volevo salutarti e per questo stamani ero lì. In silenzio, ma presente, come pare che fosse nel tuo DNA. Non sono però riuscito a seguire totalmente le tue caratteristiche e quindi esserci con quel sorriso che tutto il suo mondo ti riconosceva come non eccessivo ma puro e totalizzante.
Scusa Davide, ma proprio quel sorriso non mi è uscito, sono sincero. Non ce l'ho propria fatta e ti dirò di più, proprio non sono riuscito a trattenere le lacrime mentre mi univo all'interminabile applauso che la tua, mia...nostra...Firenze ti ha strameritamente dedicato stamani al tuo arrivo ed al tuo saluto. In silenzio, con le mani impegnate nel tributarti l'ultimo saluto, gli occhiali ben sistemati hanno fatto solo parziale diga. Perdonami.
Ciao Davide, buon viaggio.
da ig:
RispondiEliminaAnche se io non sono un amante del calcio, questa storia mi ha molto toccata! La morte è sempre una bruta cosa, ma a quell'età è intollerabile
Ivana