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domenica 27 novembre 2022

Ah ci sono i mondiali?!?!

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 515
Ieri mi hanno chiesto se sto seguendo il mondiale (di calcio) e sono rimasto spiazzato. Si, perché oltre che non aver per niente seguito il pre (eccetto la FANTASMAGORICA bella figura della nazionale guidata da ciuffino) ed aver visto forse un mezzo tempo in una settimana, non ho proprio messo a fuoco che "ci sono i mondiali".
Eppure la sosta lunga ed inconsueta del campionato in qualche modo mi dovrebbe aiutare a tenere a memoria la cosa, ed invece.
"QUANTO SON DIVERSI I TEMPI" in cui l'attesa dell'evento era notevole e mettevo a memoria gironi, orari delle partite e classifiche.
Certo il tempo passa e forse anche la passione di un tempo tende a calare in modo inversamente proporzionale allo scorrere degli anni. Ma altrettanto con certezza questo mondiale non aiuta a tener vivo l'entusiasmo: periodo dell'anno certamente per nulla logico ed orari complicati per una visione con continuità delle partite.
Il tutto viene condito, e non è solo un condimento, da un'organizzazione folle della manifestazione da parte della FIFA. Partendo dalla scelta del Paese ospitante, frutto di una decisione su cui aleggia dal momento dell'ufficialità un'aurea fatta e fitta di corruzione. Passando per una preparazione del torneo con la costruzione degli stadi immersa nel sangue delle morti di un numero di lavoratori infiniti e sconvolgenti. Arrivando ad un mondiale dove le manifestazioni di vicinanza alle minoranze discriminate sono vietate per legge e per complicità della stessa vergognosa FIFA.
Ma il punto non è tristemente quello. Il nodo principale è quello di non aver minimamente considerato dove si andavano ad organizzare i mondiali. In quale paese privo di rispetto per i diritti civili, i diritti dei lavoratori e la tutela delle minoranze. Non solo. Si è chiuso la porta alla richiesta di prendere atto che il mondo è cosa diversa e quindi può manifestare il proprio dissenso. Infine, male minore rispetto ai precedenti punti, per rincorrere i soldi e gli introiti (legali e forse non solo quelli) si è buttato nel cesso il senso sportivo delle stagioni calcistiche, rovinando la stagione di club ed il senso stesso dei mondiali.
Ma come sempre accanto a chi si accorge solo ora di questo scempio c'è anche chi queste cose le denuncia dal momento della scelta e nonostante questo non ha nemmeno il record di essere stato il primo. Nel 1994 infatti qualcosa di simile accadde contro la scelta della FIFA di esportare il calcio ed i mondiali negli USA piegando la salute di giocatori, costretti a giocare ad orari e temperature assurde per tenere in piedi gli ascolti europei o richiamati di urgenza per dare lustro all'evento. All'epoca si alzò una voce in tal senso. Netta e chiara. E come spesso accade lasciata isolata. 
"Alla Fifa non hanno interesse né dei giocatori, né della loro salute, né del pallone in sé. Puntano ai soldi, costi quel che costi e questo è un pericoloso precedente" il succo di un discorso più articolato e complesso. Detto a petto in fuori, rischiando del proprio e diventando infatti vittima delle ritorsioni della stessa organizzazione. "Pagando di tasca" come si direbbe a Firenze. Uno che poteva tranquillamente accodarsi al silenzio accontentandosi della luce che a lui non sarebbe comunque mai mancata. Quella voce era quella di uno considerato "buono solo a giocare" e che invece aveva capito tutto. Come gli capitava in campo essendo stato il più grande di ogni tempo. Quanto ci manchi Diego. QUANTO.

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