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domenica 20 novembre 2022

Nero resoconto

Tre donne uccise a coltellate a Roma.
Un'altra accoltellata a Salerno.
Una a Fano, sempre vittima di un armo da taglio.
Ancora un'altra in provincia di Cagliari, anche lei vittima di un numero imprecisato di fendenti.
A Bolzano una uccisa a martellate.
Una ancora a seguito di un'aggressione e violenti colpi vicino ad Ancona.
E poi una a colpi in testa e soffocata nella provincia romana.
Un'altra ancora a colpi di pistola vicino Cosenza.
Una quasi uccisa dopo essere stata ricoperta di alcool e fiamme e ricoverata in condizioni critiche a causa di ustioni di secondo e terzo grado.
Continui casi di violenze domestiche o in altri ambienti che in qualche modo vengono a galla e che per soltanto una casualità non allungano la lista sopra indicata.
Infinite segnalazioni di molestie, persecuzioni, minacce o soprusi che non hanno soluzioni di continuità.
Ad una settimana dalla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, sembra che in molti abbiano avuto la voglia di festeggiare in modo assurdamente violento l'evento.  Come del resto accade, purtroppo, ogni altro mese dell'anno.
E pensare che questo "simpatico" elenco è chiaramente solo a grandi linee il riassunto dell'ultimo mese in ambito di violenza verso le donne. Sintesi per enorme difetto data l'impossibilità di tenere un vero e proprio archivio di "DONNE CHIAMANO DI NOTTE" o di giorno in preda alla paura di una violenza subita o minacciata o mostrata come possibile da un marito/compagno/amico/collega/sconosciuto e vagamente aggiornato solo per i casi che emergono al clamore comunicativo degli organi di stampa o similari. Ma anche in questo caso molto dipende dalle notizie presenti sul tavolo e dall'interesse che si ritiene di attribuire a questi fatti di cronaca che ormai sono sempre più triste contabilità. Elenchi "spersonalizzati" come riportati nel mio incipit. Non ci sono ormai quasi più dietro i nomi o le storie ma solo la numerazione e la cronaca dell'omicidio. Non esistono più Martha, Paola, Anastasiia, Ilaria, Naomi, Antonia, Dolores, Angela o Rossana ma solo "la donna morta a coltellate", "la signora uccisa dal marito", "la ragazza picchiata fino alla morte". E mai da questi fatti si parte per studiare davvero e profondamente la realtà concreta delle vicende e le problematiche che portano a non riuscire mai a prevenire vicende tristemente annunciate. 
Il fenomeno è quindi purtroppo quindi ben più esteso e distribuito di quello che i singoli casi di cronaca nera possono mettere in evidenza. Fa tristemente meno notizia ma clamorosamente e dolorosamente più male saperlo ed averne conferme continue. E non sarà la prossima giornata del 25 novembre a cambiare le cose dato che non scatta mai la molla che dovrebbe. Quella di percorsi mentali e sociali diversi. Quella di riconoscimento dell'ignobilità diffusa. Quella di un vero intervento. 
Concreto. Reale. Efficace. Che riporti i nomi e le storie in primo piano. Che faccia tornare rispetto e dignità in prima pagina facendo scomparire lo schifo e la vergogna che non può essere solo criticata una volta l'anno battendosi il petto. Prima pagina dei giornali ma soprattutto delle priorità di istituzioni ed organi decisionali di vario tipo e realtà territoriale. Senza dimenticare la cosa più importante, che la violenza di ogni genere sulle donne diventi DAVVERO una nostra priorità, di tutti noi.

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