#KdL - KIAVE di LETTURA n° 512 |
Due anni (e pochi giorni) fa se ne andava uno dei più grandi uomini dello spettacolo, un immenso maestro che quel giorno ci ha fatto davvero piangere il cuore. Un uomo di spettacolo talmente GRANDE da sembrare uno di casa, talmente completo da far sembrare semplice ogni sua opera. Quello che ha lasciato Gigi Proietti in chi lo ha seguito è un infinito senso di ammirazione e condiviso stupore per la completa capacità di lasciare tutti con gli occhi pieni di "brillio" nel guardarlo.
Quello stupore che da quel giorno si è mescolato all'incredulità ed alla rabbia per il percorso che purtroppo ha fatto la vicenda della sua sepoltura. Da quel 2 novembre 2020 infatti è iniziato una sorta di procedura interminabile per dare a Gigi la degna sepoltura dopo la cremazione. "LA PAZIENZA E' FINITA" da un bel po' e forse adesso lo è anche questo lungo e travagliato iter burocratico per creare il giusto "alloggio" per accogliere degnamente il ricordo di Proietti. Pare infatti che, secondo quanto dichiarato da Ama-Cimiteri capitolini, l'attesa possa essere in dirittura d'arrivo per la parola fine di questa attesa. Dopo due anni.
Due lunghi anni in cui il cimitero del Verano che deve ospitare il grande Gigi non si è fatto trovare pronto a dare un degno spazio per la sua sepoltura. Inversione di tendenza che casualmente è arrivata dopo che è stato reso pubblico questo infinito peregrinare delle spoglie del grande attore, che attualmente sembra siano in Umbria dopo un iniziale attesa proprio nella Capitale ed un probabile ritorno al Verano in una condizione provvisoria in attesa della definitiva casa. Una sorta di gincana apparsa senza fine ma soprattutto senza dignità.
Banale ma giusto dire che purtroppo non è un problema o una situazione che riguarda solo Gigi e che quindi anche questo risalto non è corretto rispetto ad altri che vivono la stessa condizione ma non hanno la stessa attenzione. Resta però questo grande amaro in bocca a pensare quanto poco rispetto sia stato dato a chi di rispetto e riconoscimenti invece doveva essere oggetto. Per la sua grandezza, per la sua arte, per la sua maestria, per la sua umanità.
Sono due anni che ci manchi ogni giorno di più Gigi. Le tue infinite dimostrazioni di maestria, la tua naturalezza e straordinarietà, il tuo saper "tenerci appesi quando facevi tutto" (cit. Favino).
Sono due anni che non ti danno il giusto spazio e la giusta "casa" e questo davvero fa male. A te per primo, alla tua famiglia subito dopo. Ma credici, anche a tutti quelli che hai stregato con quel sorriso da "mandrake".
Ciao Gigi, come due anni fa senza troppe parole. Senza la capacità di trovarne degne della tua grandezza e dello sfregio che ti hanno fatto e ti stanno ancora facendo.
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