#KdL - KIAVE di LETTURA n° 522 |
Le basi. O almeno quelle che dovrebbero essere tali ma che magicamente vengono tralasciate, trascurate e calpestate.
Costanti esempi sono all'ordine del giorno sia per quanto riguarda il campo sociale e/o la politica. In alcuni casi qualche situazione va oltre, come quello che sta accadendo in Parlamento in questi giorni e non solo.
La nostra bella penisola, per la presenza sul territorio di organizzazioni malavitose, ha necessitato nel tempo - e ne necessita tutt'ora - di una Commissione Antimafia i cui compiti sono quelli di verifica dell'attuazione normativa in questo campo, di attività d'inchiesta sulle organizzazioni criminali e delle infiltrazioni delle stesse in ambito economico. Ma non solo. Anche un'attenta analisi sugli eventuali rapporti delle stesse organizzazioni e la politica, che dovrebbe essere un altro elemento "base" ma che purtroppo negli anni abbiamo imparato essere solo "in teoria".
Questa commissione non è permanente e deve essere "ri-composta" ad ogni inizio di legislatura. Per questo motivo andrebbe calendarizzata la votazione per la sua costituzione come tra quelle più urgenti non appena si insedia un nuovo Parlamento. In tal senso alcuni componenti di Camera e Senato, appena eletti qualche mese fa, si sono adoperati sin da subito per far sì che fosse tra le priorità questo argomento. Purtroppo però, come spesso accade quando le iniziative sono giuste, i tentativi sono stati vani. Oltre ai suddetti parlamentari anche al di fuori delle Camere, alcuni avevano provato a sollevare la questione e la necessità di un rapida toppa per questo che non era e non è un piccolo buco operativo. Ad esempio Libera e Don Ciotti , che da sempre sono impegnati nella lotta a tutte le mafie, avevano scritto un appello chiaro e preciso in tal senso:
"...è urgente che il Parlamento istituisca in tempi brevi la Commissione Bicamerale d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre organizzazioni criminali, e che lavori alacremente per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi accanto alla denuncia delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono..."
si legge nelle richiesta inviata a dicembre ai presidenti del Consiglio e delle Camere, nonché a tutti i gruppi parlamentari.
Appello che ovviamente è stato ignorato nell'atteggiamento della politica italiana più frequente quello in cui sembra che le richieste fatte siano sempre "DI COSE CHE NON SONO TUE" . Infatti non risulta né approvato né in approvazione nei prossimi giorni (poiché non calendarizzato nella prossima settimana) il disegno legge necessario alla formazione della commissione. Che è già un discreto segnale di sciatteria in senso generale e di poco interesse rispetto ad un argomento invece così basilare appunto. Diventa ancora di più colpevole il ritardo se questi tempi lunghissimi comportano poi un vero e proprio danno oggettivo aggiuntivo dato dalle imminenti votazioni territoriali (regione Lazio e Lombardia). La commissione Antimafia infatti di solito sulle liste svolge una preziosa attività di verifica delle candidature per la segnalazione di quelle cosiddette impresentabili proprio per possibili rapporti con organizzazioni mafiose o con ambienti a queste vicine. Non essendo però ancora stata costituita, la Commissione non potrà svolgere (neanche) questo importante lavoro di controllo. Che ovviamente dovrebbe essere un'azione superflua se i partiti facessero in autonomia questo tipo di selezione, ma che altrettanto ovviamente diventa fondamentale per la sciatteria in tal senso delle stesse organizzazioni politiche.
Verifica che quindi non avverrà, così come dall'insediamento del nuovo Parlamento non è avvenuta nessuna delle importanti attività della stessa commissione visto che qualcuno non ha ritenuto prioritario mettere in calendario la sua costituzione. Che sarebbe semplicemente la base. Se si parlasse di una classe politica con appunto almeno le basi. Ma purtroppo sappiamo che non è così.
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