Sommario

giovedì 30 gennaio 2020

Pronostico rispettato

Coppa Italia - Quarti di finale
INTER - FIORENTINA = 2 - 1
GOAL: Candreva; Caceres; Barella
LA PARTITA
Andiamo a giocarci questi quarti di finale senza gli elementi di maggior prestigio: Pezzella, Castrovilli ed il lungo degente Ribery. Chiesa è in campo ma non se ne sono accorti in molti. Dall'altra parte, per rispondere al "CHI PRENDE L'INTER" del Poeta, i nerazzurri portano tra campo e panchina i nuovi acquisti: Moses, Young ed Eriksen. La partita è bruttarella anzichèNO. Senza  rischiare più di tanto, siamo chiusi dietro e proviamo a ripartire. Ci riusciamo con Lirola che sfiora il gol ma sarebbe stato un jolly visto il livello zero delle occasioni di tutto il primo tempo. Jolly che pescano invece gli avversari quando Ceccherini inciampa non si sa su cosa perde equilibrio e fornisce un involontario assist a Candreva spiazzando Terracciano. A due minuti dall'intervallo andiamo sotto. 
Ad inizio ripresa Lautaro è un fiume in piena e ci prova più volte senza in realtà andarci vicinissimo ma dando l'impressione che nell'aria stia tirando il vento del raddoppio. Ed invece improvvisa arriva la zuccata di Caceres per il pareggio. Chiesa subito dopo offre un pallone d'oro a Vlahovic che si incarta e non incide, occasione del vantaggio che Barella invece non manca trovando un gran bel gol. Sostanzialmente finisce qui "tugliel'hai bell'è rifatto un'attro go' sì". I cambi non incidono e di grandi occasioni non se ne ricordano. Finisce due a uno.
Partituccia. Abbiamo tenuto senza sbracare e senza essere mangiati. Abbiamo avuto anche l'occasione per andare avanti (Lirola sullo 0-0 e Vlahovic sul 1-1) ma non abbiamo mai dato la sensazione di essere in grado di portarla a casa. Era un po' scritta l'eliminazione e quindi pronostico sostanzialmente rispettato, senza troppo rammarico e senza troppe imprecazioni. Adesso due giorni per provare a rafforzare una rosa che sembra offrire davvero poche alternative e poi ci attendono i gobbi. Vedremo. Intanto mi porto avanti: #JUVEMERDA .
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Terracciano 6 +
Milenkovic 5,5
Ceccherini 5 +
Caceres 6,5
Lirola 6,5
Pulgar 5,5
Badelj 5,5
Benassi 6 -
Dalbert 6 +
Vlahovic 5
Chiesa 5 +
Cutrone 5,5
Sottil SV
Ghezzal SV
All. Iachini 6
IL MIGLIORE: CACERES
Il peggiore: Vlahovic
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...ma Ranocchia è quel Ranocchia?!? Comunque le avessimo giocate tutte così avevamo 15 punti in più in campionato...specie se quell'altro fenomeno non scivolava....il secondo gol bello poco da dire, lo facesse Pulgar un gol alla Barella....comunque oh...quelli boni ovviamente tutti con i problemi eh...Ribery, Chiesa, Castrovilli....speriamo Lirola 'unmigliori parecchio sennò le ultime partite di campionato le si giocano con Venuti...comunque peccato, in semifinale volevo andarci solo quasi per i commentatori rai ..."

mercoledì 29 gennaio 2020

...raddoppiando...

Quando gli impegni raddoppiano, la "MUSICA DENTRO CHE NON SMETTE DI SUONARE" ti tiene compagnia per un tempo più lungo e ti accompagna nel tentativo di non dimenticare niente, costringendoti al doppio bignami per tenere la giusta traccia.
.....
"...preparazione per scrivere modo corretto..."
"...raccontare mettendosi nei panni di chi legge..."
"...andare oltre la facciata..."
"...trovare il proprio modo di raccontare le storie..."
"...non perdere mai l'equilibrio tra coerenza e fantasia..."
.....
"...usare sempre un divertito distacco..."
"...la scrittura è tono, ritmo, musicalità..."
"...raccontando si deve riuscire a far passare il bello..."
"...mantenere sempre lo sguardo di chi osserva per la prima volta..."
"...ossessiva cura della parola e del proprio stile..."

lunedì 27 gennaio 2020

Ottimismo


Fossi un dirigente M5S e non fossi in un pub ubriaco per dimenticare la scoppola presa in Emilia e Calabria con percentuali da prefisso telefonico, guarderei alla serata di ieri con un briciolo di ottimismo. Primo perchè un tracollo del genere non è replicabile dato che perdere più di 20 punti% avendone solo 5 diventa impossibile a livello matematico. Secondo perchè a cantare il "de prufundis" ieri sui mezzi d'informazione c'erano i soliti giornalisti/direttori/superesperti/sondaggisti/politici/figlidipolitici che nel 2014 dopo le elezioni europee suonavano la stessa musica con il testo "il M5S è finito a favore del Pd di Renzi che vede in questo 40% una tappa di avvicinamento alla possibile maggioranza assoluta". Visto che nel 2018 poi il M5S ha preso il 32% e il PD di Renzi il 18%....come dire....

domenica 26 gennaio 2020

Tristarello ma utile

CAMPIONATO - 21^
FIORENTINA - GENOA = 0 - 0
GOAL: ---
LA PARTITA
Consci del nostro campionato e dell'obiettivo di arrivare il prima possibile alla soglia 40, che dovrebbe indicare salvezza, quella di ieri sera era una sfida importantissima. Vincendo infatti, con già alle spalle le sconfitte di Spal e Brescia negli anticipi degli anticipi, sarebbe stato un gran bel salto. BeppePicchiaPeNoi decide di confermare modulo ed uomini ad eccezione della sostituzione dello squalificato Dalbert. Venuti il prescelto per sostituirlo. Dopo il saluto a Narciso (ciao Labaro Viola..) con un silenzio pieno di rispetto ed emozione si comincia. Partiamo bene, con ancora il vento della vittoria di Napoli a soffiarci alle spalle e spingerci verso un gioco fluido e ricco sin da subito di pericolosità. Tanto che dopo pochi minuti è la traversa a dire di no a Milenkovic. Proprio mentre sembriamo poter crescere ancora di più e qualcuno azzarda un "è maturo" arriva la doccia fredda. Pezzella sbaglia clamorosamente intervento ed abbatte Favilli è rigore. "Via giù Drongoski prima o poi un rigore lo parerà" ci facciamo forza in curva e come se ci sentisse il portiere polacco ci mette un piedone sul tiro centrale di Criscito e respinge. E' il tredicesimo e mentre la Fiesole intona il coro per Davide cambia la partita. La sicurezza che per dodici minuti ci aveva accompagnato svanisce piano e solo due conclusioni di Chiesa riaccendono qualche speranza. Ma la squadra appare slegata e tra centrocampo e difesa si vedono tantissimi sbavature a cavallo del primo e del secondo tempo. Imprecisioni soprattutto in ri-partenza che per fortuna un Genoa abbottonato non sfrutta. Cutrone si nota per una conclusione larga al volo mentre la preoccupazione più grande è quando Castrovilli deve lasciare in campo per un malore non ben compreso. Il suo sostituto Eysseric ci prova da lontano, più o meno dal freezer dove era finito; ma sono due tiri con poca speranza. Ben altro pericolo quello che porta Chiesa che però è un po' impreciso ed un po' egoista nella conclusione. Nel finale ci affidiamo invece a tre paratone decisive del nostro Drago che salva letteralmente il risultato sulle tre occasioni più limpide della partita. "DI CERTI MIRACOLI" si pensava onestamente di non aver bisogno contro l'ultima in classifica, ma li prendiamo volentieri per uno 0-0 finale tristarello ma utile. 
Che dire? Un buon inizio seguito da una partita un po' impaurita di una squadra molto slegata e con un gioco impreziosito solo da alcune giocate personali di alcuni che hanno sicuramente tratto giovamento dalla cura Iachini (Chiesa e Lirola soprattutto). San Drago ci ha messo tanto del suo per tenere Genoa e zona B a dieci punti. Peccato non aver sfruttato l'occasione di mandarli ancora più lontani e ribaltare il vantaggio negli scontri diretti....si sa mai.... :-) Comunque sia, accontentiamoci.
FORZA VIOLA...sempre..
LE PAGELLE
Dragowski 8 +
Milenkovic 5,5
Pezzella 4,5
Caceres 5
Lirola 6,5
Benassi 5
Pulgar 5,5
Castrovilli 6,5
Venuti 5,5
Chiesa 6,5
Cutrone 5,5
Vlahovic 6
Eysseric 6 - -
Olivera SV
IL MIGLIORE: DRAGOWSKI
Il peggiore: Pezzella
All. Iachini 6 - - 
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...alla fine il baco l'è Pezzella, altro che Badengi....ma icchè c'ha? L'è spaesato tipo me quando m'alzo al buio a metà nottata per andare a pisciare...però la gente che infamava Dragowski ora indol'è?!!?! Comunque punto in casa e tre fuori, media inglese perfetta...siete troppo negativi, avete bisogno di positività....peppeppeppeeppeeeee..."

venerdì 24 gennaio 2020

Percorsi senza memoria

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 372

Da sempre le campagne elettorali stimolano il "portaAporta", da ben prima che Bruno Vespa ideasse la sua trasmissione e gli trovasse quel nome. C'è ovviamente chi, per risaltare, deve sempre andare oltre e dare nuovi significati a certi concetti. Credo però che, come è ormai triste abitudine in questo corto circuito continuo che viene chiamato politica, si sia oltrepassato "IL DRAMMA LA COMMEDIA" di molto. Il senso del ridicolo e/o del comico ha lasciato infatti spazio al pericoloso. 
Nei giorni scorsi infatti, l'ex Ministro dell'Interno (...) ha visto bene di trasformarsi nel vendicatore coraggioso e citofonare a quello che, secondo le voci di alcuni cittadini, era l'appartamento di una famiglia di spacciatori. Quando ho letto il lancio della notizia, ho pensato di aver capito male. O meglio, l'ho sperato. Resto in fondo, forse, un sognatore.
Il video postato in rete mi ha chiarito però ogni possibile dubbio. E' davvero drammaticamente istruttivo. Lascia senza parole, sia il gesto in se che l'atteggiamento. Per non parlare di tutto quello che lo circonda. Fa trasparire il senso ed il rispetto dello Stato e delle persone da parte di chi dello Stato e delle persone è stato ed è rappresentante, anche di cariche importanti. O meglio evidenzia la sua totale mancanza di rispetto.
Del suddetto ed attuale corto circuito ci sarebbe da ridere se la situazione non fosse così drammatica e così è anche per questa vicenda specifica. L'ex Ministro dell'Interno che ascolta le lamentele di parte degli abitanti di un quartiere e, con il diritto attribuitogli dai sondaggi di opinioni sulle preferenze elettorali, citofona chiedendo di entrare nella casa di perfetti sconosciuti e richiamando gli stessi alla calma ed alla loro necessità di sfruttare l'occasione che gli stava fornendo. Quella di difendersi rispetto alle "accuse" di cui sopra. Lo stesso ex Ministro da sempre schierato (almeno a parole) dalla parte delle Forze dell'Ordine che invece di rivolgersi a loro per una denuncia di reato, li salta a piè pari cercando di risolvere la cosa ben oltre il giustizialismo personale. Credo che questo continuo inseguire il centro della scena e qualcosa di comunicativamente sempre più eccessivo, sia sfuggito di mano molto tempo fa ed adesso tocca vertici pericolosi.
"Cari amici cominciate a prepararvi alla risposta che i prossimi ad essere 'citofonati' siamo noi omosessuali" ha scritto nei giorni scorsi un ragazzo che seguo su twitter. L'abbinamento è forte e riporta a Niemoller ed alla sua:
...quando i nazisti presero i comunisti, io non dissi nulla perché non ero comunista. Quando rinchiusero i socialdemocratici io non dissi nulla, perché non ero socialdemocratico. Quando presero i sindacalisti, io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi presero gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa...
Eccessivo il tweet? Eccessivo il richiamo alla poesia di nere esperienze del passato? Chissà. Certo è che, anche in passato, tutto ha avuto un inizio più o meno diverso rispetto a tutto il percorso successivo. Vorrei che non si fosse di fronte a questo. La paura è che situazioni come la citofonata libera dell'ex Ministro della Repubblica possano essere l'inizio di un percorso, mentre sarebbe bello fossero la fine di quel corto circuito. Una fine che cadrebbe nel momento migliore, proprio in prossimità del giorno della memoria di lunedì. Mentre scrivo già so che non potrà mai essere così, che questo percorso purtroppo continuerà. Senza memoria, quella che sembriamo aver perso tutti.

mercoledì 22 gennaio 2020

...esplorando...

Mentre la ricerca del proprio linguaggio prosegue con le indicazioni che si susseguono "UNA DIETRO L'ALTRA" si continua a tenere traccia passo dopo passo:
.....
"...creare il proprio paesaggio umano attraverso la fotografia dei personaggi..."
"...anche i colpi di scena devono essere ben programmati..."
"...i personaggi non parlano come gli autori, non sono i loro cloni..."
"...cacciatori di parole per sorprendere chi ci ascolta..."
"...attenti ai particolari ed alle cose che ci succedono intorno..."

sabato 18 gennaio 2020

Film e treni

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 371

E' un po' così che funziona. "UN BEL PO' DI ROUTINE" nei percorsi che vengono fatti dalla cosiddetta opinione pubblica. Il nove gennaio scorso, a pochi giorni dall'anniversario della sua scomparsa (venti anni), è uscito al cinema "Hammamet", opera di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino. Ma la sua uscita è stata anticipata (e tutt'ora seguita) da un focalizzarsi di commenti ed opinioni sul film stesso ma soprattutto sulla storia che racconta.
Per i pochi che non lo sapessero, "Hammamet" infatti mette in scena gli ultimi mesi della vita di Bettino Craxi. Focalizza l'attenzione sulla vicenda umana dell'ex presidente del consiglio, fotografando l'ultimo periodo della sua vita ed evidenziandone contraddizioni e relativi stati d'animo del protagonista e delle persone vicine.
Ho visto il film. E' un racconto davvero molto "intimo", quasi privato. Talmente privato da non venir mai nominato, ad esempio, nè il nome nè il cognome di Craxi, evidentemente troppo pubblico. Intimo e familiare tanto da incentrarsi quasi esclusivamente su questa parte della sua vita e dal rendere solo di accompagnamento le eventuali responsabilità, vicende politiche e processuali. Chi si aspetta il racconto storico di quel periodo ne rimane deluso, ma sono convinto che non fosse questo l'obiettivo del regista. Non la cronaca dei percorsi del partito socialista dell'epoca e del suo leader ma il finale della vita di un uomo e dei suoi legami. Tanto che il film ha pochissima azione, molto dialogo ed infinite pause. Come nelle caratteristiche comunicative di Craxi. Nonostante un'interpretazione stellare di Favino (sorprendente anche per chi lo ritiene un mostro di bravura) personalmente l'ho trovato lento, maledettamente troppo lento. Ma questo è solo un parere di chi ha pochissima autorevolezza e conoscenza in campo cinematografico. Personale valutazione che mi porterebbe a darebbe al film un cinque, per di più influenzato in positivo dal voto altissimo per un Favino davvero strepitoso. Giudizio legato ripeto alla sensazione del film come racconto di una storia di una persona (solo in parte personaggio) e non ai mancati riferimenti di cronaca ed a vicende "storiche". La cosa in realtà che mi ha colpito di più è avvenuta fuori dal cinema. E non parlo della coda al botteghino.
Parlo della fila di valenti opinionisti sull'argomento: giornalisti, direttori, politici....nani, ballerine e tuttologi storicopolitici tutt'attaccato che si sono iscritti a parlare. Il film ha portato infatti la biografia di Craxi, e soprattutto la rivisitazione della stessa, ad essere al centro della scena e della cosiddetta opinione mediatica. Tutte le analisi così impostate hanno tralasciato volutamente il merito del film "..ci mancherebbe....che vuoi che sia...in fondo si parlavo proprio di quello". Il confronto sul film è passato in secondo (anche terzo) piano perchè tutti sono stati troppo impegnati a rivalutare l'azione politica del leader socialista, a cercare di re-inquadrare la vicenda personale ed a catalogare come resistenza ad una persecuzione giudiziaria la sua ultima dimora tunisina. Tutti senza entrare in un'analisi ponderata delle vicende che partono sì da percorsi politici più o meno apprezzati e più o meno lungimiranti ma che finiscono anche in vicende giudiziarie passate in giudicato (ed altre sospese per prescrizioni e/o morte dello stesso Craxi). Se proprio era necessaria, l'analisi dell'attività dello stesso leader socialista l'ho trovata stucchevole. Non ho sentito infatti mai avviare un giudizio attento su tutto il percorso pubblico del protagonista del film. Ho sentito invece sempre partire il treno del revisionismo, con vari vagoni: riabilitato, presunto colpevole, esule, gigante, al confino, perseguitato, statista, incompreso, vittima. Tutti partendo dal film "Hammamet". Che invece nelle intenzioni di Amelio era solo il racconto di travagliati percorsi intimi di un uomo che aveva conosciuto le luci della ribalta e del potere italiano ma che si ritrovava a vivere gli ultimi giorni della sua vita molto lontano da tutto questo, non solo geograficamente.
Per questo, ogni volta che in questi giorni sento qualcuno di questi "intellettuali" prendere la parola sull'argomento e salire sul treno revisionista di cui sopra, mi viene alla mente il film di Paolo Virzì, Ferie d'Agosto. "...voi intellettuali...vi atteggiate tanto....parlate così sofistici....state sempre ad analizzà, a criticà, a giudicà....ma lo sapete qual'è la verità? la verità è che 'nunce state a capì più un cazzo...ma da mò". Ecco, rivedo nell'espressione beffardamente sarcastica di Ennio Fantastichini, la giusta definizione per i passeggeri dello speciale treno targato "Hammamet" in movimento in questi giorni.

mercoledì 15 gennaio 2020

...raccontando...

In attesa dell'ultima tappa di un mini viaggio chiamato racconto riprendo gli appunti di una settimana fa dove "MI HAN DETTO DI GIOCARMI IL TUTTO PER TUTTO". Mentre cerco di capire come fare, provo ad appuntarmi cosa tener bene in memoria...
.....
"...bisogna innamorarsi anche dei personaggi che tutti dovranno odiare..."
"...scrivere vuol dire andare giù nella propria anima e scavare..."
"...empatia del lettore aumenta se trova qualcosa che fotografa ed umanizza la storia..."
"...i personaggi esistono dal momento in cui li scrivete..."
"...dovendo definirlo in musica, una romantica, riflessiva e un po' malinconica ballata italiana: Compagni di Viaggio di De Gregori o qualcosa tipo Occhi da Orientale di Silvestri…”

domenica 12 gennaio 2020

Prendiamo 'sti tre punti...

CAMPIONATO - 19^
FIORENTINA - SPAL = 1 - 0
GOAL: PEZZELLA
LA PARTITA
Per l'ultima partita del girone d'andata e la prima in casa di mister BeppePicchiaPe'Noi ci giochiamo le nostre chances come "SIAMO ARRIVATI QUI". Solito modulo e gli stessi giocatori di Bologna (clicca qui per l'ultima partita giocata) con un'unica novità: Boateng per Vlahovic davanti. Partiamo benino mettendo un po' di pressione alla SPAL e con un tiro di Benassi ci facciamo pericoloso ma Pezzella in fuorigioco vanifica il tiro ed il successivo proseguimento con Boateng che aveva appoggiato in rete. Poco dopo è Castrovilli a sfruttare una sgroppata di Lirola ma il tiro viene respinto dal portiere. Pochissimo altro nel periodo di maggiore pressione, poi la SPAL ci prende le misure e si fa pericolosa con un colpo di testa di Felipe, un tiro cross di Igor e soprattutto un tiro da lontanissimo che visto male da Dragowski contro sole ci fa soffrire fino a quando non colpisce il palo e due attaccanti avversari non ribadiscono in rete. Siamo lenti e con poche idee e la speranza è che sia solo un tempo di studio. 
La ripresa comincia con Vlahovic in campo per Boateng e subito la punta serve a Chiesa un bell'assist che il venticinque viola sparacchia male alto in brutta coordinazione. E' però la SPAL ad aver l'occasione più grande del match quando Valoti solo davanti a Dragowski ci grazia con un tentativo di cucchiaio mal riuscito. Fa l'esordio anche Cutrone al posto di Chiesa ma succede veramente poco. Idee pochissime e ci rendiamo pericolosi solo con Benassi che sfrutta un tiro sbagliato di Lirola per impegnare Berisha. Sembra davvero avvicinarsi l'ennesimo match senza vittoria quando Pezzella salta altissimo su un calcio d'angolo e con l'aiuto di una mezza deviazioni ci fa finalmente schizzare in piedi. Mancano dieci minuti alla fine e ci sarà da soffrire. Infatti usciamo a fatica dalla nostra metà campo ma questa volta la beffa finale non arriva. Torna la vittoria al Franchi, lontana anni luce. Finisce 1-0.
"Prendiamo 'sti tre punti...". Erano fondamentali prima della gara, lo sono diventati ancora di più dopo.per come si era messa la partita. Match onestamente dove ci abbiamo capito il giusto. Partita bruttina (e sono un signore) con pochissime occasioni e con i soliti difetti amplificati da una paura di vincere percepibile a pelle dalla Fiesole. Continuiamo a giocare con cinque difensori anche con una SPAL apparsa più vicina allo Scandicci che non alla Lazio, abbiamo pochissime idee e quando ci puntano ci fanno male spesso. Mah. Speriamo che Beppe trovi il bandolo della matassa presto e che soprattutto gli undici in campo comincino a tirare fuori un po' di "presenza" in più.
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Dragowski 6 -
Nel primo tempo complice il sole ci fa prendere un bello spavento, poi si fa trovare presente
Milenkovic 5,5
Non fa ripartire mai l'azione, qualcosa meglio quando si trova in avanti 
Pezzella 6,5
Non troppo preciso ma il voto risente positivamente del bello stacco in occasione del gol
Caceres 6 -
In affanno spesso, ci prova a mettere una pezza con la sua esperienza
Lirola 5,5
Meno assente del solito ma maledettamente impreciso
Benassi 6 - -
Non si vede praticamente mai se non quando va a concludere e lo fa sempre creando qualcosa. Nella pochezza generale è qualcosa da apprezzare.
Pulgar 5
Lontano parente di quello che ci si aspettava, non fa ripartire mai l'azione nel modo migliore
Castrovilli 7
Unica speranza a cui aggrapparsi. Tiene botta e ci prova.
Dalbert 5
Un paio di cross azzeccati ma clamorosi errori in appoggio e di posizione
Chiesa 5,5
Meno brillante che a Bologna, ci prova ma non è la sua giornata
Boateng 4,5
Un tempo ancora a disposizione. Sprecato.
Vlahovic 6 - -
Lotta, ci prova e tiene viva la squadra. E' impreciso in alcuni movimenti ma non può stare in panchina in questa squadra.
Cutrone SV
All. Iachini 6 - -
Tre punti presi. Evviva. Ma il resto si salva poco o niente.
IL MIGLIORE: CASTROVILLI
Il peggiore: Boateng
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...tranquillo...la vittoria non sfuggirà...non ti agitare...vedi che servono i difensori....alleluia iolae.....la LDGN non tradisce mai....a parte le cazzate...Montella, Pradè, Iachini...ma son giocatori da rincorrere per il viale dei mille. Non hanno scusanti, dite quello che volete ma la squadra è da 7/8 posto non da 13esimo a pascolare svogliati...Arrivassero due palloni da buttare a occhi chiusi dentro magari si segnerebbe anche...boateng 'unsegna, vlahovic 'unsegna, chiesa idem, cutrone sarà uguale...nel frattempo corricchiano, frullano in qua e là..."

sabato 11 gennaio 2020

...duemilacinque...

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 370

"Alla fine è stato bravo, un po' impaurito ma solo all'inizio". Così ieri sera il dentista, dove ho deciso di passare il finale del mio pomeriggio, ha commentato riportando un ragazzino al babbo che lo aspettava in sala d'attesa. Ed io ho pensato che quella sensazione di timore sedendosi sulla poltrona/lettino del dentista è una di quelle cose che non passa con gli andare degli anni. "Adesso la ragazza vi fa la scheda con i dati" ha aggiunto. Mentre continuavo ad aspettare, senza voler spiare ma essendo in ascolto per vicinanza logistica, ho sentito la data di nascita del ragazzino. Non ricordo giorno e mese ma ricordo l'anno. 2005. Ho messo a fuoco quella data e quel termine del dentista: paura. E dentro mi si è accesa una spia di collegamento che ha riportato alla mente altro.
Un altro ragazzino. Molto lontano ma della stessa età. Molto di più che impaurito ma comunque impaurito. Che ha sfidato "TUTTE LE LUCI CHE VANNO E CHE VENGONO" da un aereo in partenza dalla Costa d'Avorio per Parigi. Si è aggrappato al vano del carrello per tentare di fuggire da una vita che evidentemente lo stava mettendo duramente alla prova. Quel bambino si chiamava Ani Guibahi Laurent Barthelemy ed era nato il 05 febbraio 2005. A breve avrebbe compiuto quindici anni. Non era "un immigrato di una decina di anni" o un "clandestino" come l'hanno definito polizia francese e AirFrance per annunciare il ritrovamento del suo corpo. Ma un bambino di nome Amin, di soli quattordici anni. La sua morte è dovuta ad asfissia e/o freddo visto che i voli intercontinentali arrivano attorno ai diecimila metri dove le temperature raggiungono i meno cinquanta gradi e lo spazio dove si era nascosto Ani non era nè riscaldato nè pressurizzato. Quando ho letto la notizia ho provato solo per un attimo ad immaginare cosa deve aver provato in quegli istanti in cui l'aereo raggiungeva quella quota, la temperatura quel gelo e mi si è stretto un nodo alla gola. Ho pensato che probabilmente nella sua età da ragazzino (e magari nella non conoscenza di molti aspetti del volo) non avesse valutato il rischio mortale. Ma subito dopo, questo ragionamento ha lasciato il campo ad un pensiero ancora più duro da affrontare. Quello cioè che invece il rischio l'avesse anche valutato, considerandolo comunque affrontabile per cercare di arrivare in Europa e lasciare la Costa d'Avorio. E di nuovo ho pensato a quella data: 2005. Non ancora quindici anni.
Ani non è stato il primo. Erano già accaduti casi simile sempre in Francia, nel Regno Unito ed a Bruxelles. Nel caso della capitale belga (1999) sono stati due ragazzini di quattordici e quindici anni a venir trovati assiderati dopo il volo partito dalla Guinea. Al loro ritrovamento venne scoperta una lettera che mise tutti a dura prova. Molti concetti importanti e forti riassumibili con due piccoli stralci "...signori responsabili dell'Europa è alla vostra solidarietà ed alla vostra gentilezza che noi gridiamo aiuto....e una grande organizzazione utile per l'Africa che progredisca...". Venti anni fa quella lettera commosse tutti, venti anni dopo è rimasta un pezzo di letteratura visto che sostanzialmente niente (o pochissimo) è stato fatto. E per questo non ci sono onestamente parole. Se non quelle ricevute dal mio inviato romano usate da Mauro Biani per accompagnare uno splendido disegno. Un carrello della spesa nero che ospita un ragazzino in piedi si staglia in un cielo azzurro limpido. "Volava nel carrello. Ma non era un prodotto e precipitò"

mercoledì 8 gennaio 2020

...riprendendo...

Nel noioso recupero che "IN QUESTI GIORNI" tutti noi stiamo facendo del trantran quotidiano, sbuca qualcosa che invece ti mette il sorriso.
Ed allora si prova a riprendere....da dove avevamo lasciato....
.....
"...in ogni personaggio che descriviamo mettiamo i nostri sogni misti ai nostri limiti ..."
"...in un libro l'azione sempre cede il passo all'introspezione..."
"...ogni personaggio deve avere la propria utilità..."
"...gli aggettivi sono clamorose armi a doppio taglio..."
"...ogni descrizione è questione di sensibilità..."

lunedì 6 gennaio 2020

Beffa finale

Campionato - 18^
BOLOGNA - FIORENTINA = 1 - 1
GOAL: Benassi, Orsolini
LA PARTITA
All'esordio di Beppe sulla panchina viola, la squadra sostanzialmente è la stessa con la sola scelta di Benassi al posto di Badelj in un centrocampo più muscolare e di corsa. L'impressione che si ha sin da subito è che le linee di difesa e centrocampo siano molto compatte con un 5-3-1-1 dove Chiesa cerca di far da raccordo con Vlahovic. Lasciamo il pallino del gioco in mano al Bologna ma non soffriamo, anzi. è una giocata di Chiesa ad accendere la partita ed impegnare Skorupski. E' soprattutto la fascia destra del Bologna a crearci problemi e da lì infatti per due volte Palacio ci mette ansie e paure una risolta dal suo fuorigioco che annulla il gol ed una da un uscita efficace anche se non impeccabile del Drago. Attorno alla mezz'ora però dal nulla, dopo la previsione azzeccata di Matte "Benassi sta giocando di merda quindi a breve segnerà", troviamo un jolly bellissimo con un eurogol dello stesso rientrante Benassi che trova la giusta coordinazione dal limite per indirizzare la palla all'angolino. Il Bologna prova a rispondere ma è Caceres a sfiorare l'autogol dopo che Tomyasu aveva creato pericolo in area viola dopo un calcio d'angolo. Teniamo il campo bene ed andiamo nello spogliatoio in vantaggio dopo un primo tempo ordinato e determinato, anche se il gioco è altra roba. Non ci si poteva aspettare molto di più, quindi bene così. 
Nella ripresa neanche il tempo di mettersi a sedere che Sansone è già lanciato a rete e il Drago ci mette una pezza. Dopo pochi minuti è Chiesa a far una gran giocata che Lirola concretizza ottenendo solo un calcio d'angolo però. Siamo sempre abbastanza ordinati ma meno corti rispetto al primo tempo, questo determina qualche occasione in più da entrambe le parti con Sansone che ci mette in difficoltà costantemente con i suoi calci da fermo a rientrare e Chiesa che fa tutto bene ma Vlahovic non concretizza né il triangolo né il tiro in porta. E' lo stesso Chiesa poi a sprecare una grandissima occasione, tirando non benissimo davanti al portiere rossoblù che comunque fa una bella parata. Mihajlovic porta la propria squadra molto in avanti e noi non sfruttiamo un'occasione da fermo di Pulgar (fuori di poco) ed un contropiede buttato via da una scelta scellerata di Dalbert. Il Bologna è pericoloso con Sansone e Soriano ma solo a pochi minuti dalla fine Dragowski deve compiere un miracolo respingendo di bagher un colpo di testa da un metro di Santander. Nei minuti di recupero è un assedio con noi che non abbiamo più nessuno che tiene una palla e che dopo i cambi finali ci troviamo con una difesa versione "MURO DURO E TRASPARENTE" che recita Lirola-Milenkovic-Pezzella-Ceccherini-Caceres-Venuti con Pulgar schiacciato davanti alla difesa, Benassi senza energie, Boateng non pervenuto e Chiesa a fare la mezz'ala. Pezzella compie un doppio errore imperdonabile ad un minuto dalla fine e regala una punizione sul lato esterno dell'area. Posizione difficile ma non per la storia della viola che riesce a trovare Orsolini preciso su un primo palo colpevolmente scoperto. La beffa finale. 1-1.
Non potevamo aspettarci miracoli dalla scossa Iachini, ma qualcosa si è visto. Squadra corta, compatta e con un "catenaccio onesto" che ha permesso alla squadra di trovare un'identità e non soffrire troppo almeno per i primi settanta minuti. Occasioni solo nella ripresa quando la partita si è un po' aperta. Peccato con quel finale da terrore addosso, accentuato anche da alcune scelte che ho capito poco. In generale sembriamo davvero avere limiti importanti in fase di costruzione di gioco e pericolosità offensiva ed i cambi sembrano non essere mai all'altezza dei titolari (e non ci vorrebbe neanche molto). Prendiamo questo punticino e cerchiamo di farne presto altri ventidue che mi pare tiri una brutta aria.
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Dragowski 5,5
Ci tiene a galla con diversi interventi nel secondo tempo ma fa un errore grave di posizione sul gol
Lirola 6 -
Soffre molto nel secondo tempo Sansone ed è in netto affanno nel finale dopo un primo tempo di buoni spunti e qualche occasione creata
Milenkovic 5,5
Molto falloso, posizionato bene anche in aiuto di Lirola ma troppo in affanno nel finale
Pezzella 5
Gran partita fino ai minuti finali quando butta via la sua partita e quella della squadra
Caceres 6 - -
Vede Orsolini sfilargli via molto spesso, sempre grintoso e "cattivo" ma spesso in ritardo
Dalbert 5
Errore clamoroso su un contropiede due contro uno dopo una partita passata a prendere la targa di Orsolini
Benassi 6 +
Grandissimo gol in mezzo ad una partita molto oscura, rientrava dopo tanto: bentornato
Pulgar 6 
Picchia tantissimo e si muove poco ma con l'energia che serve, rischia su un intervento da misto giallo/rosso
Castrovilli 6 
Sembra l'unico con un'idea di gioco e ci prova, spesso da solo. Meno lucido del solito.
Chiesa 6 +
Gioca fuori ruolo ma ci prova sempre tantissimo, perde un'occasione importante ma è bello rivederlo su buoni livelli
Vlahovic 5,5
Ci prova, ci mette il fisico ma è spesso in ritardo
Boateng 5
Non pervenuto come al solito
Venuti SV
Ceccherini SV
All. Iachini 5,5
La squadra è ordinata e compatta ma nel finale crolla con cambi poco comprensibili che mettono ancora più paura alla squadra già in affanno.
IL MIGLIORE: BENASSI
Il peggiore: Dalbert

domenica 5 gennaio 2020

Basi su cui costruire

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 369

Tensioni internazionali tra Iran e Stati Uniti che mettono in allarme ed aprono scenari possibili da brividi veri. La mappa geografica australiana tragicamente colorata del rosso accesso degli incendi che stanno imperversando, provocando danni e morti. Un attacco aereo in Libia che registra trenta morti tra i cadetti dell'accademia di polizia di Tripoli.
Un inizio dai contorni drammatici quello del 2020. Tragicamente fulminante a livello internazionale. E purtroppo anche in "UN'ALTRA REALTA'", nel piccolo del nostro stivale, il nuovo anno ha lasciato il segno. Con preoccupante costanza. Sono infatti quattro i giorni del nuovo 2020 alle spalle. E quattro gli episodi da brividi che in questo breve inizio anno si sono susseguiti in una singola città italiana.
A Foggia infatti dalla notte di San Silvestro in poi si sono registrati tre esplosioni di ordigni contro auto e locali ed l’omicidio di un commerciante. Gli ordigni sono andati a colpire due bar ed un suv di un dirigente di una RSA. L'omicidio ha visto come vittima un commerciante ucciso con colpi di pistola in piena città mentre era alla guida della sua auto. Intimidazioni, avvertimenti, omicidi. La matrice sembra avere la stessa purtroppo nota caratteristica: mafia, detta quarta mafia o mafia foggiana.
Nel 2019 la città di Foggia ha visto le luci della ribalta giudiziaria per i numerosi arresti e le operazioni di magistratura e polizia che hanno colpito numerosi esponenti di organizzazioni criminali che stavano imperversando in città. Evidentemente gli stessi clan hanno deciso di "marcare nuovamente il territorio" e dare un segnale forte. "Davanti a questa violenza bisogna schierarsi e chiamare il male per nome" ha annunciato e denunciato don Luigi Ciotti che con Libera in tempi non sospetti aveva evidenziato il grado di criminalità presente nella cittá pugliese. A tal fine ha organizzato per venerdì prossimo una manifestazione "per rispondere alla violenza criminale" chiamando a raccolta tutti: associazioni, forze sindacali, studenti ed il mondo della Chiesa. "Nessuno si senta escluso" ha sottolineato, evidenziando la necessità di un intervento coordinato da parte di tutta la comunità. Una comunità impaurita e provata, testimone nè è il fatto che solo un imprenditore  tra le decine di vittime del racket delle organizzazioni si è costituita parte civile nei processi che sono da poco partiti.
Non possono quindi, vista la situazione, certo bastare le manifestazioni o le parole. Ma possono essere degli elementi di svolta. Nella forza delle parole di Don Ciotti è giusto quindi rintracciare quella base su cui ricostruire la speranza delle vittime degli attacchi criminali. E più in generale della comunità tutta, così duramente provata. Mi tornano alla mente le parole che ho avuto la fortuna di sentir più volte pronunciate da parte di Renato Natale, attuale sindaco di Casal di Principe e fondatore dell'associazione Jerry Essan Masslo impegnata nella tutela dei diritti degli immigrati. Da sempre oggetto delle minacce camorristiche e dei relativi avvertimenti (come un camion di letame scaricato davanti a casa) per la sua indisponibilità a scendere a patti, non ha mai piegato la testa. Anzi. Ha dato alla sua attività nuova spinta e linfa creando momenti ed iniziative per la cittadinanza. Il tutto sempre con il coraggio di non vedere mai nella propria azione qualcosa di epico, ma solo la "normalità" della ricerca della dignità. Un esempio che ho sempre trovato altissimo da seguire in modo ammirato, chiedendomi se in quelle condizioni sarei stato in grado anche io di tenere la testa alta alla stessa maniera. Quando è capitata l'opportunità di mostrargli solidarietà e portargli vicinanza lui ha sempre risposto "ciascuno di voi non sta qui per me, sta qui per se stesso". A volte rendersene conto è la base di partenza. Quella base che Libera sta provando a costruire, partendo dalla giornata di venerdì. Buona costruzione, ce n'è davvero un gran bisogno.