La situazione mondiale di quest'anno lasciava intendere che qualcosa di diverso ci potesse essere, visto l'anno diciamo "particolare" trascorso. Ed invece, almeno in Italia, niente. In giro è tutto un rincorrersi di pareri, richieste di aperture, necessità di deroghe e proteste contro le possibili limitazioni. Ed allora che "febbre natalizia" sia.
Al netto delle giuste preoccupazioni economiche di chi già in difficoltà da mesi sperava e spera di recuperare qualcosa con il periodo di acquisti natalizi, sul resto si è scatenato il solito tam-tam che fa cadere le braccia e non solo quelle.
"Il Natale non si può festeggiare da soli" "la messa di Natale non può essere anticipata" "il cenone non può essere limitato ai parenti di primo grado" "lo shopping non può essere oggetto di coprifuoco" "ai credenti non si può vietare di festeggiare il Natale come sempre accaduto".
Queste alcune delle frasi che ormai rimbalzano prepotenti. Spesso con portavoce di un certo spessore, da rintracciare frequentemente nei soliti "politici" (sigh...) che per cavalcare l'onda emozionale dello stomaco del paese sarebbero in grado di presentare interrogazioni parlamentari sulla necessaria priorità del panettone rispetto al pandoro oggi e viceversa domani in base alla regione in quel giorno di moda. Paladini dei diritti di festeggiamenti e cristianità così come erano paladini quest'estate della riapertura delle discoteche e del cristianissimo principio dell'allontanamento dei barconi degli immigrati che portavano il covid quando in Italia ormai non c'era più. Così tanto scomparso, il virus, da autorizzarli a fare manifestazioni ed assembramenti rigorosamente non rispettando distanze e precauzioni come le mascherine. Scattata di nuovo l'emergenza, gli stessi promulgatori del "la seconda ondata non ci sarà, perché prorogare l'emergenza?" son diventati i primi ad additare chi stava decidendo, colpevole in quel momento di far troppo poco per impedire i contagi. Adesso di nuovo la necessità di "aprire e dare libertà".
In questo caso libertà di festeggiare in famiglia e con le ritualità consuete. Punto politico imprescindibile. Punto di principio per un Paese che conta ottocento morti ogni ventiquattro ore ma che, secondo la loro analisi, ha evidentemente altre preoccupazioni. Quella di chiedersi se il "servito da dodici" potrà essere o meno sfoggiato nella sua totalità il giorno di Natale così come quella di sapere se la messa di mezzanotte potrà non essere violentata "facendo nascere Gesù Bambino due o tre ore prima". Ecco. In un paese che dovrebbe essere laico tutto ciò farebbe sorridere, se solo fosse il periodo adatto per farlo. In un momento del genere, dopo gli ultimi nove mesi vissuti tra chiusure, crisi, vite interrotte e stravolte, certe considerazioni e "battaglie" fanno rotolare (cadere è troppo poco) non le braccia ma qualcosa di più tondo ed allocato un po' più in basso.
Da cittadino ateo di uno stato laico credo che certi cristiani dovrebbero smettere di dichiararsi tali e cominciare ad esserlo davvero. Credo anche che chi racconta le preoccupazioni di questo Paese dovrebbe ripassarsi nell'ordine: i mesi trascorsi da marzo ad oggi ed a ruota gli articoli 7 e 8 della Costituzione, magari insieme a chi questo Paese lo governa o aspira a farlo.
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RispondiEliminaAndrea
Come sempre d’accordo, anzi più che d’accordo
;-)
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RispondiEliminaFrancesca
Tutto giusto niente da eccepire ma in tutta sincerità spero di poter far vivere ancora una volta, la meravogliosa favola del Natale a mia figlia e sperare che possa sempre viverla come l'ho vissuta io...piena di gioia sorrisi calore di una famiglia che mi circondava con un amore immenso...ricordi che ancora oggi porto con me e meno male li porto con me visto che molti attori di quei momenti meravigliosi non ci sono più...ai più sembrerà retorica...
non credo sia retorica...li porto anche io dentro e capisco bene che cosa vuoi dire e la speranza di trasmettere tutto a Rita è più che normale da parte tua...e tutti se lo auguravano ed augurano...
EliminaCredo peró che in questo periodo ed in questo momento ci siano anche altre cose da considerare...visti i mesi trascorsi e quelli in corso...soprattutto da parte di politici/uomini di chiesa che usano la cosa solo per un punto percentuale di voti in più o un “fedele” da tenere stretto...
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EliminaFrancesca
questo è assolutamente vero....haimé!
ma son sicuro che a casa di rita babbo natale e la sua magia arriverá comunque e lei sará contenta... ;-)
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RispondiEliminaRoberto
Perfettamente d'accordo con te. Per noi sarà il primo Natale lontano dai nonni e parenti.
Ma ogni sforzo merita una ricompensa. E non c'è miglior ricompensa di sapere che alla fine di tutto questo, siamo stati tutti bene con la salute.
sicuramente sará dura...e più dura soprattutto per la tua “donna” più piccola...ed i bambini in generale..
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RispondiEliminaIlaria
Io personalmente non amo il Natale da tanti anni, forse troppi, per motivi che ben sai.. ho sempre pensato che se uno vuole, basta poco, pochissimo, per creare comunque un momento di serenità e festa, probabilmente anche solo con due piatti in tavola, quindi proprio nn capisco e spesso mi ci arrabbio, quando sento parlare di “limiti di libertà”, “ci tolgono le feste in famiglia”, etc etc etc.. ma di cosa stiamo parlando? Ma ci guardiamo intorno? Non si andrà da nessuna parte se si ragionerà e si continuerà solo e soltanto a lamentarsi anzichè aiutarci.. E lo dico da covid positiva e pure da titolare di un’attività commerciale che cerca di rimanere a galla nonostante tutto...
particolarmente duro questo 2020 hai ragione....
EliminaForza Ila💪forza...
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RispondiEliminaMatteo
Tu lo sai io avrei chiuso con due parole in più
dice ‘unsipossa...
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RispondiEliminaRaissa
Le ultime sei righe sintetizzano perfettamente il pensiero a cui sono perfettamente allineata!
occhio...ti capita troppo spesso...tu lo sai sono “un’acida compagnia”..
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RispondiEliminaRaya
Oddio....mi starai traviando? �� Vabbè ma qui era facile. Lo sai come la penso sul Natale e su questa "situazione Covid"!
in effetti...giocavo “in casa”...
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RispondiEliminaAnnalisa
Io quando vedo le chiese mezze piene per i funerali, che se la cantano pure, rabbrividisco al pensare teatri, cinema, sale di musica chiuse da mesi. Ho vissuto in tanti paesi in questi ultimi anni, e ogni volta ci provo a ricredermi sull'Italia. Siamo un paese in profonda decadenza, fa davvero tristezza. Bacioni Enzino, spero che stai bene ��
ciao!!! Ma che piacere questo commento! Come stai “girellona”? Tutto bene? Qui si cerca di tener botta...
EliminaSul Paese ormai c’è anche poco da commentare e la voglia di farlo sta sparendo sempre di più...
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EliminaAnnalisa
Immagino Enzino, deve essere stato un anno durissimo per Anpas, tutti voi e per i volontari. Daje forte, che ne usciremo.
Io bene dai, ho finito il contratto in Spagna e ora sono in fase esplorazione, del tipo "cosa voglio fare da grande".. ahahah Per ora sono a Nepi, ti ricordi come mi prendevate per il culo con la zoccola nepesina?? Ahah bei ricordi ��
mi pare tu abbia girato tanto e sicuramente un momento di riflessione/esplorazione è logico....siamo sempre stati complimentosi....e comunque ci si riferiva alla bottiglia d'acqua Nepi.... :-)
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RispondiEliminaStefano
Per una volta d’accordo. Per una volta. Non ti ci abituare
“mó me lo segno...”
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