sabato 16 febbraio 2019

Bordelli non tradisce...

Kiave di lettura n° 325
Per il ritorno della Kiave di lettura dedicata ai libri, ho deciso di buttarmi su qualcuno di molto noto alle "pagine" di questo blog ed alla mia personale libreria. Ecco quindi la mia recensione di:
MARCO VICHI - "Nel più bel sogno" - Guanda
Allo stesso modo in cui al Bar Mario sanno che "TANTO ROMBO DOMANI RIPASSERA'" io so che ogni nuova avventura del commissario Bordelli farà parte dei libri sui miei scaffali. Dopo una bella pausa, ho ritrovato il commissario di Vichi con il solito passo deciso e la solita poesia come cornice. Il libro è ambientato nell'anno che si definisce con il solo numero: 1968. Il clima di ribellione, contestazione e fermento emerge in vari punti nel libro ed ovviamente Bordelli non può non prendere posizione "...torci un capello a uno di quei ragazzi e ti faccio mandare ad Orgosolo a giocare a guardie e ladri visto che ti piace tanto...". Come spesso gli accade, le vicende con cui deve confrontarsi sono diverse ed in qualche modo si affiancano e si sovrappongono insieme ai suoi percorsi personali, sempre con lo sfondo fiorentino "...ma Firenze città culla dell'arte se ne infischia quando arriva e quando parte...". Le tre vicende partono da una storia d'amore e di prevaricazione di anni passati "...erano amori innocenti che per un nonnulla provocavano brividi intensi...", di relazioni da tenere nascoste "...esisteva la legge certo ma esisteva anche il sentimento umano che dava alle cose un valore diverso..." e di una vicenda violenta apparentemente con sfondo economico ed affaristico "...la vita va presa per le palle..." "...i coglioni viaggiano sempre in due...". Ovviamente i compagni abituali fanno compagnia al commissario anche in questa vicenda: dagli amori che potrebbero prendere una svolta nuova con l'arrivo della primavera come stagione e come sentimenti ai soliti amici che non lo abbandonano mai e con i quali trascorrere ore piacevoli nell'immancabile cena con racconto "...siamo la confraternita del contrappasso...". L'anima malinconicamente decisa di Bordelli appare in ogni spunto, in quelli filosofici "...ci sono due tipi di filosofi, quelli che lo sono e quelli che non lo sono...", in quelli profondi "...non penserò a ciò che ho perduto ma penserò a ciò che ho avuto..." o politici "...la guerra è il gioco dei potenti, la guerriglia è la necessità degli oppressi...". Ogni tanto lo scorrimento del libro ha delle piccole frenate date da qualche piccola ripetizione o qualche descrizione troppo approfondita. Ma le storie seguono il loro sviluppo più o meno naturale e soprattutto tengono il lettore con la voglia di arrivare in fondo nel modo migliore "...il mondo che vorrei non può esistere, ne sono convinto. Mi accontento di fare quello che posso intorno a me, senza illudermi di salvare l'umanità..." e concludere la storia, sperando comunque che la conclusione non sia quella finale nel vero senso della parola "...la volontà che andava oltre la morte dava un'illusione di continuità..." perché Bordelli davvero è una sicurezza che lascia il segno ogni volta che torna. Quindi....alla prossima...
BIGNAMI: ci sono letture che sono delle sicurezze anche prima di cominciarle. Autori che hanno quel grado e quella percentuale di realizzazione pari ad un tiratore da tre dell' NBA con la mano calda. Vichi per me è uno di questi. La valutazione non può che essere 4 stelle (più) su cinque.

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