sabato 4 aprile 2020

Connotati

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 382

Accanto al quotidiano aggiornamento della situazione, tra tabelle e picchi, l'attualità non produce molto altro. Sembra tutto, anche giustamente, scomparso dentro questa clamorosa emergenza. "Nemmeno il migliore e più fantasioso scrittore poteva sceneggiare una realtà del genere" diceva ieri Benedetto Ferrara. Ed in effetti in questo periodo è tutto  "DURO COME IL FERRO" talmente enorme e fuori da ogni possibile "sceneggiatura" che la situazione si mangia qualsiasi altra situazione, notizia o ricerca di approfondimento. Ed anche evadere è impossibile (anche questo giustamente).
Pensare che in una settimana l'unico momento di condivisione "non virtuale" con il mondo esterno sono le due ore (tra coda e tentativo di riempire al massimo il carrello per non dovere pensarci più almeno per sette giorni) di spesa settimanale è qualcosa di fuori dal mondo.  Mentre rigorosamente ti devi tenere lontano da chi vorresti abbracciare e vedere, le uniche persone che in una settimana ognuno di noi incontra, altrettanto rigorosamente e giustamente a distanza e con tanto di mascherine e guanti, sono persone che non conosci. Persone che come te cercano di scansarti e che come te ti guardano torvo quando ti avvicini. Ma che sono le uniche con cui scambi due parole dal vivo. "Questa situazione ci sta cambiando i connotati" tanto per citare sempre Benedetto. Dai capelli (per chi ce l'ha...) che ormai fanno cambiare i profili a tutti (dal Presidente della Repubblica con il ciuffo ribelle alla signora che non può più fermare la ricrescita) a qualcosa di ben più importante. Ed intimo. I momenti di pensieri pesanti si moltiplicano, la noia sfiora sempre la tua spalla, la concentrazione è più intermittente di una freccia di un motorino. Ed i tuoi connotati magicamente si trasformano, facendoti sentire davvero diverso senza conoscere nemmeno di preciso in cosa.
C'è chi invece tiene duro. Ed i suoi connotati non li cambia. E non parlo di chi fa polemica anche "sull'acqua" cercando una visibilità che pare essere l'unico suo interesse o di chi sempre conosce esattamente cosa andava fatto o cosa dovrà essere programmato sia che si parli di sanità, di economia, di provvedimenti legge o di lievito e farina. L'angolo della polemica (come scrivevo qui) lo lascio ad altri. Cerco la coerenza dai contorni diversi, quella che possa essere spunto dell'obiettivo di queste settimane, quello di perseguire due parole: "restiamo umani".
Parlo di chi per anni è stato bistrattato come un "signore con difficoltà" con "idee fuori dalla realtà" o considerato con sufficienza e sarcasmo tipo "perchè con la sua Emergency non si impegna in Italia invece che in giro per il mondo?". Ecco. Nel mantenimento orgoglioso dei suoi connotati, l'altra sera Gino Strada intervistato a Piazza Pulita li ha fatti risplendere. Coerenti e certi. Dopo che Emergency è stata protagonista in prima linea, a Bergamo come a Milano, di attività che da sempre realizza (clicca qui per vedere cosa nel dettaglio), il suo fondatore ha sintetizzato in tre concetti il suo pensiero.  "Si ragiona in commissioni parlamentari di fare commesse per due sottomarini: è follia, un crimine sociale investire soldi pubblici così in questo momento...così come, in un momento di chiusura totale, è follia permettere alle fabbriche di armi di rimanere aperte considerandole indispensabili e strategiche" "medici e soprattutto infermieri stanno dando l'esempio, un esempio di professionalità e senso di responsabilità eccellendo nonostante la politica, che in sanità non ha mai investito e che questo esempio di responsabilità non riesce a darlo nemmeno in un momento del genere" "è inconcepibile che i medici e gli infermieri non abbiano gli strumenti per lavorare e proteggersi, le risposte all'emergenza non si programmano in emergenza" cioè quello che dice da anni. Incurante degli sberleffi dei soloni che lo deridevano, mosca bianca in salotti che lo guardavano dall'alto verso il basso. Nella certezza dei suoi connotati ho finalmente ritrovato qualcosa di conosciuto, "umano" da sempre e che questo periodo non ha minimamente intaccato. Qualcosa a cui appigliarsi. 

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