sabato 26 febbraio 2022

Guerra e sorrisi amari

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 476
Quando leggo le prese di posizioni "contro la guerra", non so perché ma nella quasi totalità dei casi mi vien da ridere. Amaro, molto amaro. Questo il primo passaggio.
Il secondo passaggio mi riporta invece al mio Poeta. "Uh che palle però sempre questo Ligabue" mi sembra di sentire da parte di chi con sprezzo del pericolo ogni tanto mi legge. 
Ed il terzo ed ultimo passaggio è una corsa all'indietro che si ferma a circa venti anni fa. Giugno 1999 per l'esattezza. 
Venne pubblicato infatti in quei giorni il singolo "IL MIO NOME E' MAI PIU'" realizzato da Ligabue/Jovanotti/Pelù. Erano i tempi della guerra in Kosovo (ma non solo) ed uscì questa canzone che ebbe un bel successo e portò i propri proventi nelle casse di Emergency. L'iniziativa suscitò però diversi cori di critica perché vista come una facile presa di posizione, "comoda" rispetto a problemi impossibili da semplificare ed affrontare con una semplice canzone. Come se bombardare invece fosse una cosa complicata e non folle ed assassina.
La critica "troppo facile" è stata spesso mossa anche al fondatore di Emergency che da sempre ha combattuto l'idea di una guerra giusta dando l'unica soluzione possibile: "la guerra va solo abolita" ma rimasta inascoltata. Anzi derisa poiché arrivava da colui che considerato solo una "persona confusa" che regalava concetti considerati irrealizzabili senza aver coscienza delle complesse situazioni internazionali, hanno sempre sentenziato gli esperti del mondo. In fondo Gino Strada aveva "soltanto" speso tutta la sua vita per salvare vite messe a rischio dalla follia bellica perché ritenerlo attendibile. Più giusto considerarlo un portatore sano di utopie distorte vista l'ineluttabilità di certi interventi bellici  da sempre tristemente considerati come "doverosi" al verificarsi di condizioni che qualcuno ha considerato come giustificative per l'uso della guerra stessa. Non rendendosi conto che la soggettività di quel giudizio la rende attività a gusto personale.
Adesso le stesse persone che criticavano Strada, adesso alzano il dito accusatorio contro la follia omicida che sta accadendo in Ucraina, non ricordandosi delle altre guerre che avevano considerato necessarie. Sarebbe bello se fosse una svolta vera nella considerazione generale ma è solo l'ennesima presa di posizione ipocrita di facciata. Perché la voglia di mostrare i muscoli a vicenda è in molti presente anche adesso, perché l'interesse è ora più elevato per molti perché la guerra sembra più vicina al proprio orticello, perché fino a quindici minuti fa le persone che ora vengono additate come criminali di guerra erano portate in palmo di mano nonostante le dimostrazioni già date di quello che era il proprio bagaglio culturale. 
Resterà quindi un sogno quello di leggere e veder concretizzare la condanna "senza se e senza ma" della guerra, in modo definitivo e come concetto universalmente riconosciuto.  In pratica quello che 23 anni fa scrivevano quelli della "canzone facile".
«A pochi mesi dal "giro" di millennio
la nostra cosiddetta società "civile"
conta al proprio interno 51 guerre in corso.
Allo stesso tempo essere contro la guerra
(qualsiasi guerra) sembra voler dire
assumere una posizione politica.
Be' vogliamo essere liberi di sentirci
oltre qualsiasi posizione del genere
affermando che, per noi, non ci sarà mai
un motivo valido per nessuna guerra.»

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