sabato 12 marzo 2022

Poche parole

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 478
Ospedali, luoghi di culto, abitazioni. Fughe, città svuotate, morti. Bambini, donne, anziani. Militari, civili, medici. Povertà, paura, ferite. Servizi, foto, parole. Tensione, apatia, terrore.
"QUELLO CHE MI FA LA GUERRA" è esattamente quello di far calare un telo pesante sulla capacità di formulare pensieri e discorsi che possono fluire.
Come se qualcuno avesse premuto il tasto "pausa" sulla capacità (se mai ci fosse stata) di elaborare e mettere in fila frasi e discorsi.
Dice sia tutto normale e naturale dopo una pandemia infinita e la difficoltà di riprendere il ritmo giusto ed ordinario. Per non farci recuperare per niente quello che poteva essere il ritmo giusto era giusto metterci in mezzo anche una bella guerra a due passi che sembra sempre più vicina ogni giorno che passa, ogni ora.
Le notizie, i video, le continue trasmissioni, le foto, le parole. Tutto forma un grandissimo masso che si pianta addosso e zavorra tutto. Voglia di seguire, capacità di parlarne, libertà di testa per poterne scrivere.
Per questo motivo questo post ha davvero poco senso (meno del solito).  Per questo non durerà a lungo. Per questo cercherà le parole di chi ce l'aveva giuste. Di chi doveva essere seguito di più. Da sempre.
Come sempre Gino Strada.

"Credo che la guerra sia una cosa che rappresenta la più grande vergogna dell'umanità. E penso che il cervello umano debba svilupparsi al punto da rifiutare questo strumento sempre e comunque in quanto strumento disumano"

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