#KdL - KIAVE di LETTURA n° 505 |
Di nuovo una tragedia. Di nuovo "QUELLA SPONDA DI GHIAIA CHE ALLA PRIMA ALLUVIONE VA GIU'". Immagini agghiaccianti. Racconti ancora più sconvolgenti. Vite e storie interrotte per sempre. La triste contabilità di danni, feriti e purtroppo vittime.
Non è né credibile né sostenibile per un mondo moderno ed umano pensare che ogni volta l'arrivo di una perturbazione sia tipo una "roulette russa" che non si sa se nasconderà o meno la pallottola letale.
"Il clima impazzito". Eh già. Chissà adesso dove sono quelli che ironizzavano sulle drammatiche previsioni relative al cambiamento climatico di scienziati e movimenti. Ma conta relativamente poco, anzi meno. Contano purtroppo nomi e storie che sono state cancellate da quei millimetri di acqua arrivati tutti insieme ad ingrossare le portate dei fiumi marchigiani ed a farli straripare.
Un padre e figlio morti insieme nel proprio garage per salvare l'auto. Così come un loro vicino. Così come un anziano travolto in casa propria dalla potenza della pioggia. Così come un'altra donna ultrasettantenne in uno scantinato. Così come un'altra che non è riuscita a chiudere in tempo le finestre. Così come chi ha visto la sua auto trasformarsi in una scatola letale il giorno dopo il proprio compleanno. Così come bambini di cui non si hanno notizie certe perché "dispersi".
Dieci vite spazzate via ed ancora tre appese ad un filo sottilissimo ed all'angoscia più grande, quella del "non sapere".
Una vera e propria tragedia. Determinata dalla straordinarietà di precipitazioni in poche ore pari a quelle di 4 mesi (forse più). Determinata dall'evoluzione, anzi involuzione, delle condizioni atmosferiche così improvvise e repentine da essere "ingestibili" a livello di allerte o altro. Oppure no? Ci sarà il tempo di valutarlo.
Quello che adesso conta è capire come riuscire ad aiutare chi ne ha bisogno. Come se fosse possibile aiutare una mamma che ha perso in un attimo marito e figlio perché hanno avuto "l'ardire" di andare in garage nel momento sbagliato. Ma certamente lei come tutti gli altri colpiti avranno bisogno di essere affiancati e sorretti. Ed allora è giusto adesso pensare a loro. Senza polemiche, senza divisioni, senza opportunismi.
Un secondo dopo, uno e non di più, dovrà però cominciare una vera, VERA, analisi di quanto è stato fatto per rendere meno esplosive le conseguenze di questi eventi straordinari, che invece sono costanti come il passare delle lancette su determinati orari. Come queste girano, così arrivano le conseguenze tragiche in determinati periodi dell'anno. Così come si fermano su un preciso orario due volte al giorno, così certe giornate portano la contabilità listata di nero..
Certamente "contro la natura" nessuno può niente. Ma contro l'inadeguatezza di strumenti ed azioni preventive si può intervenire e molto. Si dovrebbe. E non per due voti in più da puntare adesso che è il cosiddetto "argomento del giorno". Ma per evitare che la natura impazzita abbia complici e non ostacoli.
Dal mio misero spazio e con il mio misero peso mi stringo accanto alle famiglie di Senigallia, Ostra, Pianello, Barbara e di tutti i paesi della zona. Tutte le persone. Tutte le vite. Tutte le storie. Colpite nel modo più tragico e tristemente doloroso.
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