mercoledì 29 novembre 2023

Capi e lavoro

#Klibro Novembre 2023 
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Katalogo
FRANCESCO PACIFICO
"Il capo"
Mondadori

Partiamo dal fondo. "Il capo" è un libro che finisci e resti un po' perplesso provando a mettere in fila le pagine appena concluse ed il significato delle stesse. Una sensazione che come concetto generale non mi dispiace per niente, perché testimonia che la lettura ha lasciato qualcosa di non banale su cui interrogarsi. 
Il libro ruota tutto intorno ad una confessione di una serie di abusi sul lavoro che quella che sembra la protagonista (Gaia) fa all'autore del libro (protagonista in prima persona oltre che io narrante). Attorno a questa confessione si apre e si sviluppano quelli che, a livello processuale, si chiamerebbero "i fatti". L'ambiente di lavoro è sfumato e in primo piano c'è un molto ipotetico team building organizzato in un resort di lusso in montagna. Qui si svolge la quasi totalità del libro ed in questi spazi vengono descritti i rapporti morbosi ed ambigui instaurati tra Gaia, un manager societario ed il capo che rimane descritto solo in modo molto sfumato ed indirettamente, almeno inizialmente. 
Con il passare delle pagine i fatti si aggrovigliano ed emergono soprattutto tentativi di manipolazione ed inganni. Con la conclusione della trasferta sostanzialmente si chiude il cuore del libro che lascia aperto lo spazio solo ad una fase finale di riflessione più che di conclusione.
Nel racconto si mescolano i piani o meglio i narratori. L'idea di affidare in modo alternato all'intervistato ed all'intervistatore la descrizione di quanto è accaduto è innovativa anche se a volte spiazzante. La protagonista non si lascia mai andare ad un "TIRAMI FUORI DA QUESTO ANGOLO DI MERDA" ma tende a raccontare i fatti alternando i dettagli degli eventi con le sensazioni ed i pensieri relativi agli stessi. Non sempre si riescono a seguire i passaggi e gli sviluppi del racconto in modo semplice ed a volte si rischia di non comprendere esattamente tutte le sfumature dei racconti. Lasciare i protagonisti un po' in sospeso anche a livello di descrizione non sempre aiuta a focalizzare, specie quando in scena ne entrano diversi, sia come soggetti attivi del racconti che come persone fotografate dagli stessi.
Resta un impianto originale e soprattutto la capacità di coinvolgere il lettore con uno stile che avvolge e coinvolge con parole e riflessioni. L'argomento non era facile da affrontare e farlo non andando sul banale racconto di un sopruso lavorativo, è un altro elemento da apprezzare per non cadere nel "già visto".
Con qualche ostacolo da superare, ma "Il capo" resta sicuramente una lettura originale, da prendere in considerazione con interesse.

CINQUE CITAZIONI

1 - "...frequento un mondo all'apparenza civile dove sono rimaste intatte una crudeltà e una voglia di dominare che di solito attribuivamo ai boss mafiosi o ai CEO delle multinazionali. E invece per i capi normali che incontro nel mondo della cultura, far piangere la gente nei bagni è sempre stata una magia ..."
2 - "...il capo veniva dalla provincia, non faceva parte delle clientele, soprattutto non aveva un'energia distruttiva ed esaltava sempre il lavoro degli altri..."
3 - "...sulla nuca intendo le si erano formati due occhi e con quelli intuiva che l'intero cosmo la stava osservando, e oltre il cosmo, da tutte le dimensioni, anche dalla distanza tipica dei lettori di romanzi..."
4 - "...una di quelle giornate di tristezza che se non le accetti poi è peggio, devi completamente lasciarti andare, perchè se ti restano dentro ti ammali..."
5 - "...mi ha detto che gli avevo fatto provare delle emozioni fortissime e un tipo di paura che da una parte non gli piaceva, dall'altra gli dava la sensazione di essere ancora vivo..."

Mia personale VALUTAZIONE: *** - tre stelle su cinque

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