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#KdL - KIAVE di LETTURA n° 651 |
E' in atto un corto circuito mondiale su quello che sta succedendo a Gaza ed in Cisgiordania. Non serve lo dica io ma servirebbe che emergesse finalmente una costante e comune voce su quanto sta accadendo: un genocidio ed un crimine di guerra unico senza soluzioni di continuità. Chi prova a dirlo nei cosiddetti confronti televisivi o di altro si sente accusato di non essere equo o "DOVE SI SMETTE QUALSIASI PUDORE" addirittura di essere antisemita. Il paradosso. Perché c'è una nazione che da mesi sta annientando un popolo, affamando donne e bambini, colpendo le file dei centri di distribuzione alimentari, chiudendo con forza e violenza l'accesso agli aiuti. Ma l'accusa è verso chi semplicemente le racconta chiamando con il loro nome gli aggressori, gli assassini ed i criminali di guerra.
Il numero di morti, feriti, affamati e colpiti non interessa sostanzialmente a nessuno. Anzi, come detto prima interessa, che questa realtà non emerga. Per nulla. Ed in questo è colpevole lo stato criminale che realizza lo scempio ma anche tutti quelli che non lo fermano né si impegnano a provarci. Non solo. Perché gli step già esistenti sembra non siano sufficienti quindi se ne attua altri. Gli USA infatti hanno visto bene di prendersela con chi questa tragedia ha provato a raccontarla. Non solo fotografandola, e già sarebbe tanto ed importante visto la situazione generale suddetta, ma provando anche a capirla nelle modalità, nelle origini e nei coinvolgimenti. Una vera e propria inchiesta. E chi prova a capire quasi sempre non è ben visto. Anzi. Deve essere isolato. Ed infatti così è andata. Francesca Albanese è una giurista e docente ed è la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati e come persona con queste conoscenze dei fatti non può che esprimere posizioni critiche nei confronti delle strategie israeliani e del supporto americano. E questo non è andato bene alla prima potenza mondiale che per lei ha previsto non ben identificate ma molto gridate sanzioni.
Le Nazioni Unite hanno subito criticato la presa di pozione violenta nei confronti di chi sta svolgendo il proprio lavoro provando a portare luce in qualcosa di orribilmente buio e doloroso, definendo la stessa Francesca Albanese come esperta indipendente nominata dal Consiglio proprio per questo motivo. La stessa giurista ha parlato apertamente di metodi intimidatori e di radice mafiosa che però, sottolinea, non riusciranno a fermare la sua azione chiedendo il coinvolgimento della Corte Penale internazionale per il premier israeliano.
Ovviamente il tutto è passato sotto silenzio. Come sostanzialmente l'oggetto della relativa inchiesta. Come appunto tutto quello che riguarda lo scempio in atto. Nel colpevole silenzio, anche violento ed obbligato, di tutti. Questo è il livello del tutto. Un livello che fa ancora più orrore pensando all'argomento di riferimento.
ps. qualcuno ha avuto la fortuna di ascoltare le prese di posizioni delle istituzioni italiane - quelle per intendersi che si riempiono la bocca dell'orgoglio italico e via cianciando - contro le sanzioni annunciate dagli Stati Uniti contro una cittadina italiana colpevole solo di fare il proprio lavoro?
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