venerdì 31 maggio 2013

Il vestito migliore

Kiave di lettura n° 33

Settimane intense non c'è che dire, settimane evidenziate dalle scariche di adrenalina di una passione da 10 , dalle scariche di raffreddamento e tosse di un fine maggio quasi febbraiato, dalle scariche di stanchezza e di emozione intensa che può dare un meeting in un territorio che ricorda e commemora un anno dal terremoto e dalle  scariche molto "così" per notizie che non possono essere piacevoli.
Così alla fine di una giornata...un pò così appunto...ti ritrovi a sfogliare il libro (che è sempre in giro per casa) "tra palco e realtà" del Poeta e ti imbatti in...
"STRADE TROPPO STRETTE E DIRITTE PER CHI VUOL CAMBIAR ROTTA OPPURE SDRAIARSI UN PO', CHE ANDARE VA BENE PERO' A VOLTE SERVE UN MOTIVO"
e per uno strano percorso mentale questo ti spinge a guardare fuori e vedere un pò di tregua a livello climatico che ti porta a pensare ad una corsa, sentendo come il bisogno di scaricare "a terra" un pò delle emozioni e delle tensioni condensate. E così fai.
Cerchi la traccia Non è tempo per noi, perchè a questo punto puoi cominciare solo da quella, e ti avvii. E' qualche settimana che, tempo permettendo, cerchi di andare a correre e l'inizio quindi non è tra i più traumatici e ti ritrovi anche a canticchiare le parole del Poeta senza accusare troppo fatica.
Passi agevolmente il pezzo che ormai da sempre per te è diventato "e la risposta è sempre...Simi"  e ascolti le parole del Liga che in questa canzone racchiude tanto e fa tornare vivi ricordi e pensieri per quel trio Pi/Longhe/Simi che da sempre rappresenta questa canzone, tanto da fartela dedicare tante volte e tanto da farteli rivedere sempre davanti agli occhi quando il Poeta ti racconta quel tempo poco indicato per alcuni. Vedi il loro modo di prendersi in giro, la capacità di esserci sempre, la profondità di un'amicizia che il sentirsi poco o niente non può toccare ed intaccare ma anche un rapporto che non vedi l'ora di riaccendere rivedendoti perchè quella mancanza a volte un pò si fa sentire.
Mentre ci pensi le tonalità si modificano e con A che ora è la fine del mondo il ritmo si fa più forte e ti porta a spingere un pò di più, verso quella pagina 666 e quel canale 9 che racconterà quella giornata di fine del mondo che ogni tanto le tue situazioni ti fanno apparire paradossalmente come vicina ma che in realtà quando ci rifletti un attimo capisci di far tua in maniera impropria perchè i problemi veri sono altrove e ti rendi conto che spesso lamentarsi è un pò uno scivolo su cui si appoggiano un pò tutti.
Il ritmo sfuma ed il random va a pescare Ultimo tango a Memphis che resta uno dei pezzi meno conosciuti ma che ti continua a fare simpatia, lo ascolti mentre le gambe continuano a girare tranquille senza grandi problemi e per un attimo la testa si libera seguendo solo le note della canzone, il sole riscalda di più (o almeno sembra) e oltre che ascoltare scappa anche l'accompagnamento ed un bel sorriso. Il cambio di tono però è dietro l'angolo e dalla simpatia si passa alla riflessione quasi acida di Caro il mio Francesco. Il pezzo è bello, tra quelli rimasti un pò più in disparte uno dei preferiti; si rivedono tratti dell'Avvelenata espressamente manifestati e si picchia via tutto il veleno che si può aver accumulato. E' un buono sfogo, ed allora vengono alla mente tutti gli impicci, gli intoppi, le "palle" o gli stress di vario genere. Quelli noiosi, magari non fondamentali o vitali, ma che di importante hanno il fatto che ti succhiano tempo ed energia. Con questa canzone riesci a tirarli fuori e in qualche modo liberartene, un pò proprio come una corsa liberatoria.
Il pezzo successivo non è però così liberatorio, il destino presenta Il giorno di dolore che uno ha e su questa i pensieri non possono non arrivare. Fa venire alla mente giorni non felici che purtroppo questo 2013 ha presentato in buon numero e che hanno acceso la malinconia per persone che comunque un segno in te l'hanno lasciato (più o meno leggero, più o meno da vicino). Piano piano poi i diversi pensieri legati a questa canzone magicamente (o meno) si riuniscono e finiscono per far capo ad un pensiero solo, a quello che è sempre il primo e spontaneo. Pensiero unico che ha le sembianze di quell'uomo coi baffi e che nello specifico fa riflettere su quanto di suo ci sia sempre e comunque anche in una cosa "minima" come "una passione da 10"Pensare a quei "cromosomi ereditari", alla dedica spontanea del liibro ed a quel "chissà se gli sarebbe piaciuto" che non può non venire alla mente. Cerchi di tenere il passo, di non rallentare la corsa, ma non è facile; la respirazione è più difficile ed il raffreddore e l'allergia contano poco questa volta mentre ormai è sempre più evidente che questa canzone non ti permette di NON concentrare il pensiero lì.
Per fortuna il pezzo non è interminabile e si passa oltre, si passa ad una doppia scelta tratta da buon compleanno elvis con  Il cielo è vuoto o il cielo è pieno e Leggero. Il dubbio se il cielo è vuoto o è pieno è un dubbio costante, di quelli che ti fanno domandare se le tue azioni e quello che realizzi sia davvero la cosa migliore che puoi fare, se qualcosa può essere migliorato e come, se il tuo voto può arrivare alla sufficienza e/o superarla.
A questo si affiancano i vari amici Cico e Remo che cotti o meno cotti nei loro modi di essere ti hanno accompagnato od hanno attraversato il tuo percorso, quelli/e con cui sei uscito, hai condiviso una birra, una serata, una domenica allo stadio o una pizza ma che non sono andati molto oltre; ma anche quelli/e che invece molto oltre sono andati e si sono trasformati in "quel vestito migliore"leggero ma profondo. 
Ti viene naturale quindi pensare e immediatamente capire che questo è il tuo vestito migliore, quello fatto di quei volti che questo pensiero di porta agli occhi. Ti basta pensare a quei rapporti che sei riuscito a costruire fino ad oggi e che puoi considerare certi ed affidabili, quelli su cui mettere la mano sul fuoco e che ti fanno sembrare e sentire davvero migliore perchè prodotto certo di qualcosa che hai fatto di concreto, molto più sostanzioso di qualsiasi ebook pur pieno di importanza e così orgogliosamente tuo.
Quello è certamente il vestito migliore da indossare. Mentre leggero si allontana negli auricolari mi accorgo di aver corso un bel pò accompagnato da diversi pensieri malinconici e il random la fa di nuovo da protagonista facendo la scelta giusta e proponendo Taca banda ed il suo ritmo scanzonato, anche se poi il testo così superficiale non è. L'effetto è però quello giusto: quello di aprire il sorriso, di godersi la bella cosa realizzata con una passione da 10 che dal cassetto è uscito ed è "sul mercato", di godersi gli attestati di affetto (piccoli, grandi, enormi) avuti dal giorno della pubblicazione in poi e non solo, di godersi questo sole che, nonostante sembra abbia poca voglia di apparire con costanza in questa primavera, fa capolino e ha riscaldato questa corsa. Così come gli ultimi concerti del Poeta si chiudono proprio con questa canzone, anche il "fiato" comincia a far vedere la sua spia della riserva ed a segnare rosso fisso. Così al termine del pezzo cominci a rallentare e piano piano a fermarti.
Ti accorgi che sono poco più di 7 i km di corsa che hanno accompagnato questi pensieri...un buon risultato a livello sportivo (ovviamente tutto è relativo)....e forse anche a livello riflessivo....

2 commenti:

  1. da mess:
    Leggo il post e mi invade la nostalgia! Ora te lo fo chiudere per eccesso di poesia!
    Longhe

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  2. Da twt: letto ora l'ultimo post di Kappaviola e puntuale arriva la congiuntivite quando parla col cuore
    Maso

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