#KdL - KIAVE di LETTURA n° 448 |
La vittoria della 4x100 di ieri si è unita alle due medaglie d'oro della marcia dei giorni precedenti ed insieme hanno reso l'atletica come un'inaspettata fonte di podi più alti ed inni. La gioia di chi ha dato tutto per anni per arrivare più in alto degli avversari sfidando il cronometro è commovente e riempie il cuore ed in qualche modo fa sentire tutti partecipi.
Fa sentire velocisti anche se non ti muovi dal divano. Cambiando disciplina fa pensare di essere esperti di vela o karate quando ne ignoravi probabilmente anche l'esistenza oppure fa partecipare alle sfide di scherma o di ginnastica artistica anche se il regolamento ti è quasi totalmente oscuro.
E' un senso di partecipazione particolare. Strano ma davvero bello e toccante. Uno degli aspetti più speciali delle Olimpiadi. Se però non trasuda o non fa intravedere altro.
Per questo "LE PROPRIE SENTENZE" da parte di personaggi politici/pubblici/comunicativi che cercano di appropriarsi di vittorie, successi o soddisfazioni nazionali illustrando motivi e ragioni del successo molto spesso appaiono totalmente fuoriluogo.
Tutti hanno ovviamente il diritto di festeggiare ed anche di ergersi ad esperti ed analisti dello scibile olimpico. Quando però questo ha come rovescio della medaglia (in questo caso espressione particolarmente indicata) l'appropriarsi di successi per tornaconto personale o per un click o un applauso/mi piace in più fa un po' sorridere. In generale.
In particolare poi fa sorridere ai limiti del pianto se a farlo è qualche figura che avrebbe altro a cui pensare o altro per il quale impegnarsi. Figure che magari dovrebbero mettere a disposizione il proprio spazio pubblico per altri successi o altre vicende a cui serve risalto e mobilitazione. Non solo loro però. Fanno sorridere ugualmente quelli che adesso sono in prima fila ad esaltarsi e fino a due giorni fa non avevano nemmeno idea di chi fosse quel "mito" che oggi viene descritto con tanto trasporto. O ancora peggio quelli che, da persona del settore, hanno fino a qualche secondo prima fatto il contrario di quanto ora chiedono (attenzione ed impegno per il particolare sport/atleta) o espresso pareri ed opinioni totalmente contrastanti con l'esaltazione di discipline e movimenti di categoria.
E' comune a tutti, come dicevo prima, il trasporto o l'immedesimazione data dalla felicità del momento. Ma se per noi "comuni mortali" è (quasi sempre) giustificata anche nelle analisi più esaltate, per altri dà l'idea solo della ricerca della notorietà facile del momento, in attesa del prossimo carro su cui salire e della prossima materia per la quale dichiararsi "luminare acquisito".
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