sabato 20 gennaio 2024

Il totale nulla

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 575

Seguo il calcio e tifo Viola da quando avevo sei anni, non ancora compiuti. Sono quindi oltre 40 anni che vedo rotolare palloni e sento forte la voglia di gridare "gol" quando in campo scende la mia maglia del cuore, colorata dello stesso colore di questo blog.
Da qualche anno però la passione sta vertiginosamente calando. Un po' per personale "anzianitudine" probabilmente, un po' per altri interessi, un po' per vicende viola ed un po' per un calcio che in senso generale ormai sempre di più lascia perplessi.
Continuo a seguire la Fiorentina con interesse e puntualità (ed a rompere le scatole con i miei post) ma qualcosa si è annacquato. Servirebbe un post dedicato allo scolorire di quel viola, ma non è questo il momento. 
Mi è venuta invece voglia di scrivere oggi di quello che attraversa il calcio italiano: il totale nulla. Per farlo parto dall'esperimento della supercoppa a 4 in Arabia di questi giorni: perfetto esempio di cosa produce chi gestisce "questo giochino"
Interrompere l'inizio del nuovo anno per fare a gennaio in terra araba un mini torneo dal sapore estivo è un colpo di genio che supera "QUEL TANTO CHE BASTA" tutte le possibili idee deliranti. La vincitrice del campionato, la seconda, la vincitrice della Coppa Italia e la finalista della scorsa stagione che si ritrovano più di sei mesi dopo a giocarsi la "supercoppa della stagione prima" , lontano dai propri tifosi ed in un posto totalmente irraggiungibile per il cuore di ogni squadra. Stadi semideserti ad ospitare le semifinali, organizzatori scontenti che speravano di vedere altre squadre partecipanti, calendari rivisti all'occorrenza ed a poche settimane dalle gare, squadre scontente di sobbarcarsi questo impegno proprio all'inizio del tour de force dettato da calendari fitti tra campionati e coppe abituali. Qualcosa di vergognosamente incomprensibile da studiare attentamente come flop dalle dimensioni clamorose.
Questa brillantissima idea arriva dopo la riformulazione della Coppa Italia che vede un scarsissimo interesse da parte dei partecipanti per "cultura" e che non viene per nulla aiutata dalla programmazione del torneo. Il calendario è sostanzialmente impossibile per le piccole squadre e/o quelle di serie minori e clamorosamente agevolato per le prime otto classificate che non solo entrano in campo direttamente agli ottavi ma hanno i primi due turni in gara singola in casa, per poi affrontare semifinali con andata e ritorno prima dalla sfida unica finale a Roma. Altra organizzazione filiniana a dir poco.
In tutto questo, le alte sfere e la politica continuano a tentare di finanziare le società prevedendo e/o provando a farlo leggi/leggine/leggiucce: ora chiamandoli decreti crescita, ora abbattimento costi per rientro di cervelli, ora proroghe, ora sgravi, ora pampurio. Interesse dato soprattutto dal tentativo di non dover registrare quello che sembra sotto gli occhi di tutti: i conti sono sballati ed il banco è saltato. Per praticamente la maggioranza delle società e per il giocattolo nella sua interezza. 
La lungimiranza gestionale del suddetto giochino, pensa che la crisi generale attorno ad un pallone che appare sempre più sgonfio si possa risolvere incassando X milioni da una trasferta da armata brancaleone nella terra dei dollari mischiati al petrolio (e non solo). Senza preoccuparsi nell'ordine di: curare la composizione dei vivai, sostenere la passione del tifo, monitorare la mappa degli stadi, preoccuparsi della regolarità delle stagioni, verificare i servizi offerti da chi si aggiudica i diritti televisivi, analizzare seriamente la sostenibilità di bilanci societari, razionalizzare ed umanizzare calendari folli e privi di rispetto per gli utenti.
Il niente che per anni ha dominato la gestione del calcio italiano sta continuando ad imperare ed avanzare. Avanti così, facciamoci del male. Anzi, continuiamo a farcelo.

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