#KdL - KIAVE di LETTURA n° 611 |
Non capisco. Lo dico davvero, non capisco....lo stupore. E non comprendo nemmeno l'offesa sono sincero, visto da chi arrivano certe "considerazioni".
La scorsa settimana infatti il signore vestito di bianco ha fatto pervenire a tutto il mondo che lo segue a bocca aperta e gli tiene la tunica la seguente sentenza diretta: "l'aborto è un omicidio ed i medici che lo praticano sono dei sicari" e conseguentemente anche quella indiretta che ogni donna che decide di farlo è un'assassina.
La sua illuminata considerazione è stata ripresa un po' da tutti ed ha sostanzialmente fatto il giro comunicativo delle dichiarazioni che acquisiscono la ribalta, lasciando in giro uno stupore, di cui (quello si) non riesco a capacitarmi.
Cosa volevate che dicesse il più impolverato rappresentante del più imponente bigottismo con ragnatele? La sua "casa di appartenenza" è quella e lui come pr di quel mondo non si poteva certo distaccare più di tanto. Badate bene, a scanso di equivoci, la frase diretta e soprattutto quella indiretta mi fanno tremendamente ORRORE e RACCAPRICCIO ma questo misto "TRA DISTRUZIONE E MERAVIGLIA" che accompagna i commenti di tutti proprio non lo condivido.
A mio modesto avviso infatti non sono questi casi in cui ci si deve stupire delle frasi del signore con la papalina, la collana e gli anelli pastorali. Il punto, sempre secondo me, sta più a monte. Banalmente tutti dovrebbero dargli il risalto che meritano certe posizioni: nessuno. L'importanza che dovrebbero avere certi pareri (quello del tunicato per primo): zero. Il rispetto di cui sono degne certe considerazioni ed affermazioni: assente.
Il problema è invece che questo mondo e soprattutto questo Paese, prende quello che dice un anziano signore di nome Francesco come "oro colato". Non solo, siamo in una società dove quando lo stesso Bergoglio dice una banalità in cui si riscontra un briciolo, ma briciolo, di normalità o buon senso si grida all'illuminata persona o al pensiero nuovo o peggio ancora all'ambasciatore mondiale del giusto. Le banali frasi a mo' di contentino lanciate verso aperture magnanime fanno abboccare tutti per poi ribadire quelli che sono i principi della casa madre. Di cui io non mi stupisco perché so quali sono e proprio per questo li tengo lontani anni luce dalla mia vita e dalla mia considerazione.
La "battaglia" - a mio modestissimo ed insignificante parere - non va fatta sulle dichiarazioni del suddetto reggente della moralità terrestre. Le contestazioni devono partire ogni volta che ad illuminare la nostra via e vita arriva il don di turno o qualche più altro in grado. Banalmente, quello che credo dovrebbe essere il loro ruolo è quello di dire quello che ritengono opportuno nelle loro sedi ed a chi li vuole ascoltare, ma se diffamano/offendono/calunniano singoli o categorie debbono poter essere passibili di denuncia e similare come tutti. Nel frattempo, chi a differenza loro nella vita ci sta ogni giorno ed ad ogni ora sente ed affronta quello che il vivere gli destina deve imparare a rimandare al mittente etichette e giudizi, dandogli il giusto peso: infischiandosene.
A me non meraviglia né la considerazione (diretta) di Bergoglio sui medici né quella (indiretta) sulle donne che hanno abortito o stanno pensando di farlo. A me fa schifo che non ci si indigni sul fatto che certe considerazioni siano ammesse ad una persona solo perché è vestita di bianco e venerata come qualcuno di eccezionale perché ha una collana col crocifisso al collo. Provate a pensare ad un politico, cantante, giornalista, intellettuale, scrittore, persona comune che dà (direttamente) di "sicari" a categorie di lavoratori che fanno correttamente il loro mestiere e (indirettamente) di assassine a donne che compiono una scelta legittima e legale. Verrebbe giù l'inferno, giustamente, e si direbbe che nessuno si può permettere certe valutazioni, offese e denigrazioni. Qui invece a chi lo dice si chiede di argomentare, motivare e tra una domanda e l'altra ci si inchina a baciargli l'anello. Stando sempre bene attenti a non sgualcirgli il lindo abito.
Le voci e le valutazioni che arrivano "da lì" per me non hanno peso, interesse, senso. E come tali quindi le ignoro. Sempre. Allo stesso tempo ho di chi offende/denigra/calunnia un'unica considerazione, specie in questo argomento, ed una valutazione unica di cosa rappresenta a livello di essere umano. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, chi oggi si indigna probabilmente ieri era ad applaudire le mezze frasi sull'amore o quelle intere sulla pace che sono uscite da quella stessa bocca e son state subito venerate come assoluti segnali di grandezza. Frasi rimaste tali senza azioni pratiche a seguito ed accantonate appena da sottolineare ci sono stati concetti di ben altro tenore. E tutti ad ascoltarlo in venerazione.
E' proprio vero: "mal voluto, 'unnè mai troppo".
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