#KdL - KIAVE di LETTURA n° 615 |
Credo sia nota a tutti la tragedia che è accaduta tra martedì e mercoledì scorso nella provincia valenciana e che ha causato, ad oggi, 211 morti e (stimati) circa/oltre 2.000 dispersi. Numeri che mettono i brividi a sentirli e soprattutto ad abbinarli a vite umane. Le immagini ed i video che circolano provocano dolore e sconcerto così come i racconti dei sopravvissuti e/o delle cronache dei giornalisti sul campo.
Una vera ed infinita tragedia di cui ancora oggi, a più di tre giorni di distanza, non si ha minimamente contezza della dimensione di danni e vittime. Sconvolgono le immagini e le dichiarazioni riguardanti il parcheggio di un centro commerciale vicino Valencia che risulta al livello terra completamente distrutto dalla forza dell'alluvione ma quello che in questo momento mette ansia è il parcheggio sotterraneo. Ancora inaccessibile e con capienza di oltre cinquemila posti: sicuramente non sarà stato pieno ma il timore di un vero e proprio numero incalcolabile di vite perse è davvero elevatissimo.
In un altro garage della regione quasi venti volontari sono rimasti intossicati dal monossido durante le azioni di intervento mentre sono infinite le immagini di strade, case, locali, distrutte e "riempite" di auto in un incastro degno di un tetris versione tristemente noir.
Trovare responsabilità e colpe adesso è complicato e forse fuori luogo ed irrispettoso per le vittime ed i danneggiati se ci si ferma all'additare qualcuno giusto per seguire la comunicazione del momento. Sembra che l'allerta meteo sia stata data in ritardo e che l'organizzazione dei soccorsi sia stata almeno "rivedibile". Ci sta e sarà giusto approfondire e valutare ogni responsabilità.
La cosa che però è innegabile già da adesso è che la forza e le intensità delle piogge hanno toccato vette clamorose: leggevo che in un'area di Valencia si sono accumulate in otto ore le precipitazioni medie di circa un anno (oltre 490 litri per metro quadrato). Ho letto anche con interesse le analisi di meteorologi e scienziati e posso solo invitare a cercarle, leggerle e cercare di assimilarle il più possibile nel migliore dei modi perché farei sicuramente errori ed orrori nel riportarle io. Credo però che questo argomento sia clamorosamente sottovalutato da chi dalla lettura delle analisi dovrebbe passare ad un minimo di politica di intervento.
Oggi è il primo anniversario dell'alluvione di Campi e zone vicine. Nelle settimane scorse la zona emiliana di Bologna ha avuto danni e morti. Qualche settimana prima, colpiti di nuovo alcuni comuni della zona romagnola già vittime più di un anno fa. E potrei continuare a lungo con casi e similitudini. Sono eventi che restano straordinari per le intensità delle piogge ma non come frequenza/ricorrenza e danni/vittime provocate. E forse come "quasi ordinari" dovrebbero cominciare ad essere analizzati e pianificati. Negli interventi di allarme (durante l'evento) ed aiuto (subito dopo) ma anche nel cominciare a capire come intervenire prima.
Ma qui entrano in ballo analisi che spesso sono considerate "catastrofistiche" o "iettatorie" solo per mantenere un equilibrio economico/sociale/industriale che costerebbe fatica e consensi criticare perché non più sostenibile a livello climatico ed atmosferico. Ragionamento che sarebbe poi da condividere in quelle splendide riunioni dei "potenti della Terra" che continuano a fare per farsi fotografare tutti insieme sorridenti o per illuminarci gli occhi con i menù dei loro frugali pasti e le organizzazioni di sicurezza livello estremo. Ma qui ogni speranza capisco essere molto vicina a definirsi totalmente vana.
Ed intanto gli eventi continuano a definirsi straordinari, decisamente più facile che affrontarli.
Per quanto può contare, il mio pensiero e cordoglio a tutta la popolazione del territorio della regione di Valencia. Lutto e solidarietà.
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