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#KdL - KIAVE di LETTURA n° 620 |
Continuano morti, feriti e distruzioni. Ma interessa davvero a qualcuno? I due fronti bellici situati tra Ucraina/Russia ed in Medio Oriente producono costantemente e quotidianamente notizie agghiaccianti e ricche di vergogna umana ma sostanzialmente tutto il mondo ci si sta abituando.
Non alla eventuale incidenza politica ed economica delle stesse guerre, per le quali in modo finto ed unidirezionale qualcosa vagamente a qualcuno smuove: mossettine fintamente autoritarie, ultimatum che chiunque li ascolti sa che sono tutti meno che tali, posizionamenti di facciata. Ipocrisia: ecco cosa smuove e così superficiale che nessuno è davvero pronto "A FARE I CONTI CON LA PROPRIA VERGOGNA".
In generale, come dicevo, tutti ci siamo tristemente abituati e rassegnati a quello che accade: non esiste una reale indignazione popolare, vengono represse le voci che possono dar fastidio, si oscurano i ragionamenti al limite del dibattito e/o visione diversa.
E' di ieri la notizia di un soldato russo ucciso dopo giorni di torture dal suo tenente, sì esatto avete letto bene, perché si opponeva al modo di combattere in Ucraina ed aveva denunciato l'accanimento subito (psicologico e fisico) dai suoi superiori per le sue posizioni diverse dal "signor sì signore". Certo, è un caso singolo rispetto alle migliaia di morti che si sono susseguite in questi anni e continuano ad aumentare oggi. Russia ma non solo. Ucraina ma non solo. Israele ma non solo. Palestina ma non solo. Ma denota mancanza di diritti, impossibilità ad esprimere la propria opinione, soprusi, violenza e morte. E tra persone, in teoria, dello stesso schieramento. Un triste caso di esempio di tutti gli obbrobri collettivi, tutti radunati in un solo caso. La fotografia plastica che la guerra è indecente e stupida. SEMPRE e COMUNQUE. E che quando non fa danni e morti direttamente è solo perché è impegnata a farli indirettamente.
Ma alla fine in fondo sono tutte considerate situazioni irrecuperabili e quindi a noi tutti ci va bene così. Pazienza se vengono meno diritti di libertà e di vita. Tanto non sono i nostri. Pazienza se aumentano terrore e dolore. Non sono sulla nostra pelle. Ed alla fine, in fondo, "il ricorso alla guerra c'è sempre stato no?" Quindi....
Ci siamo tremendamente abituati, questo il punto. A questi orrori, ad i futuri, a quelli già visti. E su questo, chi dalla guerra ci guadagna, biecamente gioca. E prolifera. Militarmente, politicamente ma soprattutto economicamente. Perché alla fine si torna sempre lì e chi prova a dirlo o banalmente a sottolinearlo con numeri evidenti alla mano è "il sognatore non concreto". Eh già, in effetti chi distrugge, uccide e violenta lo è decisamente di più.
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