sabato 18 ottobre 2025

Forza Sigfrido

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 664
Tempi sempre bui. Forse solo all'inizio.
Un chilo di esplosivo con un ordigno rudimentale ma con una dinamica che lascia intendere che chi ha agito volesse esattamente provocare quella situazione in quel momento. Un segnale chiaro quello diretto all'interessato dell'attentato: "conosciamo i tuoi spostamenti e sappiamo quando e dove trovarti".
Nel mirino c'è Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report. Già vittima in passato di minacce e di qualcosa di poco chiaro e riconducibile ad un vero e proprio avvertimento a "base" di pallottole ritrovate in un cespuglio dove a "VEDERE LA PISTOLA AFFONDARE" non c'era nulla di poetico o giornalistico ma un vero atto di intimidazione che adesso ha avuto un passaggio di livello. 
Purtroppo quando il percorso è iniziato nessuno ha dato peso alla cosa. Ranucci non ha mai fatto mistero di quello che ha passato e delle minacce/avvertimenti ricevuti. Lasciando i dettagli e la gravità alla magistratura ed all’autorità competenti anche per non allarmare le persone vicine ma sottolineando sempre il clima che respirava sulle situazioni a cui era sottoposto, come sempre fatto anche coi fatti delle sue inchieste. Li ha messi in piazza denunciandoli, per informare e per fare il suo mestiere. Ma ha ricevuto come risposta, più o meno diretta, continue delegittimazioni, offese, denigrazioni e le cosiddette querele temerarie. Anche e soprattutto da molti che oggi si dicono costernati dell'attentato e ne condannano la violenza e il significato e che invece nel significato puro della parola "delegittimazione della persona" ci hanno sguazzato.
Già, perché gli attacchi allo stesso Sigfrido ed alla sua trasmissione sono stati continui e con un significato molto più potente ed importante della critica e/o della non condivisione del lavoro svolto. Da ruoli istiruzionali e di potere. Sono state fatte accuse personali dirette. Messi in piazza dubbi e mosse critiche/accuse che tutto erano meno che lontane da violenze verbali. Che non possono ne potranno mai essere considerate pari o causa o vicine ad un ordigno che esplode al rientro a casa dopo dieci giorni e dopo mezz'ora dal rientro della figlia in casa ma che non possono ora essere cancellate da una costernazione plastificata. Chi ha messo quegli ordigni è un attentatore e come tale deve essere considerato e giudicato e niente può ridurre la sua "condanna" in tal senso. Chi da sempre usa la denigrazione e la violenza verbale nei confronti di chi fa inchiesta non può essere messo al pari di né essere considerato la base su cui si costruiscono questi atti, altrimenti si sbaglierebbe due volte
Resta però un'abitudine pericolosa quella di delegittimare con metodi furbi (querele temerarie) violenti verbalmente e denigratori della persona. Lo stile d'inchiesta di Report sarebbe/sarà necessario per far luce su questa schifosa vicenda. Su un attentato che riaccende ricordi vecchi e tanto dolorosi e che deve fare interrogare davvero tutti. O almeno quelli che capiscono il significato profondo della parola. E purtroppo non sono molti.
Solidarietà totale a Sigfrido Ranucci ed idealmente a cantare con il presidio di quelle persone che hanno provato a sostenerlo emotivamente oggi pomeriggio sotto la redazione di Report intonando "siamo scorta".
FORZA SIGFRIDO

Nessun commento:

Posta un commento