venerdì 12 dicembre 2025

Una notte da NON perdere

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 672

Da un po' di tempo con Bollins dicevamo "dobbiamo andare a vedere qualcosa di Gaia Nanni", poi non abbiamo trovato mai il momento giusto o banalmente ce lo siamo perso per strada. Quando ho visto che il suo regalo di compleanno era il biglietto per "La notte dei bambini" (GRAZIE ancora) la soddisfazione è stata doppia, trasformata in tripla ieri quando ho visto lo spettacolo.
Una piccola, GRANDE chicca. Piccola per la breve durata, GRANDE per la profondità e la bellezza. Gaia Nanni è semplicemente bravissima e rende lo spettacolo qualcosa che fa sorridere, ridere e commuovere.
Parte dalla notte in cui "l'ospedalino" Maier/Meyer fu trasferito nella sua nuova casa. Sette chilometri fatti di centinaia di operatori sanitari, volontari, cittadini incolonnati per spostare di casa oltre cinquanta bambini dell'ospedale, quelli che - dopo averne spostati altrettanti nei giorni precedenti - per condizioni di salute non potevano essere trasferiti se non all'ultimo istante. 
L'autrice/attrice/interprete si mette in prima persona nel raccontare il suo ricordo per poi lasciare spazio ed emozioni agli abitanti del suo quartiere ed agli ex/attuali lavoratori dell'ospedale appunto. Solo che le voci di tutti sono raggruppate in quella di Gaia Nanni, modulata per tonalità, intensità, dialetto, profondità ed accento in modo fantastico. Da sola sul palco per un'ora interpreta in modo davvero speciale una decina di personaggi che mettono la loro firma in un perfetto dialogo che solo a chi non lo vede può sembrare un monologo. Gaia li fa accomodare tutti sul palco, stringendo più o meno il suo vestito, tirando l'elastico delle sue calze, mettendosi o togliendosi una specie di camice bianco. Uno scrittore di grande qualità (lui - clicca qui) mi ha insegnato ad apprezzare chi mette al centro storie e personaggi e non la sua prima persona che le racconta. Ecco lei riesce nell'impresa di metterle al centro e dargli anche fisicamente la voce e l'interpretazione, facendo capire quanto li ha sentiti davvero importanti quei racconti raccolti e quelle emozioni vissute. 
Dall'originalità di Terrore all'accento veneto di Maria, dalla fiorentinità di Maurino alla malinconia con accento straniero di Ludmilla, dal cuore degli infermieri e dei dottori alle lezioni del professore "fiorentino d'adozione". La "CANZONE SENZA TEMPO" di Goldrake cui si ascolta il ritornello "distrugge il male e va" cantata da un coro di bambini ad ogni "cambio voce" è una perfetta colonna sonora, ma sono le parole dei protagonisti a risuonare nel modo migliore e più pieno. Sono la rivendicazione di importanza di Maurino "non sono venuto al mondo perché ne mancava uno" e/o la sua autoironia "mi sa che vi ho vendemmiato le palle", sono l'amarezza di Ludmilla nel raccontare le difficoltà di una sua collega badante e nella sua "per i bambini dareste un braccio ma per gli anziani vi girate dall'altra parte, purtroppo i bambini crescono....", sono le reali consapevolezze di medici ed infermieri che hanno sentito e sentono direttamente sul campo le emozioni di quel posto "abbiamo imparato a guadagnare tempo studiando e curando le malattia ma poi ci siamo dimenticati dell'empatia ed abbiamo fatto morire la razza umana" e di quelle dello stesso loro lavoro "i libri insegnano le malattie, gli ospedali insegnano i malati" . Ognuno con la profondità e/o ironia dovuta dal momento, ognuno con il suo tic riconoscibile, ognuno con il suo perfetto ruolo nel dialogo rappresentativo messo in scena. E poi la capacità clamorosamente di sostanza di reggere e definire momenti e scambi tra i protagonisti/se stessa/il pubblico, con gli occhi lucidi e con la voce che va su e giù per l'emozione. E con una cosa che da sempre mi entra dentro, adesso di più, che è quella di riuscire a parlare in modo chiaro e profondo con il "semplice" silenzio. 
Davvero uno spettacolo da NON perdere. Fino a domenica 14 dicembre (quando saranno diciotto anni da quella notte) lo spettacolo è a Fiesole poi continuerà a girare. Seguite il mio consiglio, andate a vederlo. Ne vale davvero la pena. Complimenti GAIA, davvero.

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