giovedì 9 aprile 2009

..maestri rivestiti..

E’ un periodo in cui le parole fanno un po’ fatica ad uscire e non per il “blocco dello scrittore”, perché qui di scrittori non ce n’è, ma per le situazioni che ci “circondano”…..intorno non c’è troppa allegria, anzi…ed allora uno si sente un po’ “fuori luogo” a scrivere, magari anche di bischerate….ma è pur vero, come è stato per le due ore di calcetto che hanno fatto un po’ “staccare” da tutto, che bisogna anche cercare di mettere la testa “altrove”….a me totalmente forse non è riuscito ed allora ho cercato un compromesso….. e mi è venuta la voglia di metter su questo post…..stamani parlavo con una persona speciale di quello che ognuno di noi stà facendo e/o vorrebbe fare per la popolazione dell’abruzzo….e la sua sensibilità le ha fatto dire una cosa davvero bella che mi ha colpito e cioè che non poteva neanche “immaginare” cosa volesse dire essere a dare una mano come volontari in questo momento e che il suo gesto di fare una donazione era "poca roba" e sarebbe servito a poco….si sentiva quasi “in difetto” di aver fatto solo un’offerta e non ben altro….ed allora mi è venuto da pensare che eravamo "sulla stessa lunghezza d'onda", che quella sensazione ce l’avevo anche io….forte….e mi è venuto da pensare che forse anche chi in questo momento è lì a dare una mano più “fisicamente” si sente poco utile di fronte alla vastità della catastrofe….allo stesso modo credo che questo sentire comune di voler far di più forse porterà davvero a grandi risultati…..ovviamente con la considerazione che dato l’evento il “grande risultato” è molto relativo.
E così per naturale collegamento d’idee mi è venuto da pensare a chi in questo momento stà tornando a casa (quasi sicuramente solo per un breve stacco) dopo che lunedì mattina si è tolto jeans e maglia per mettersi una divisa…..lo stesso punto di riferimento “tecnico” per tutto un settore, l’insegnante di informatica che è stato capace di riuscire nell'impresa di insegnarmi "come si accende un pc", il tiratardi a lavoro pur di non far rimanere indietro nessuno, ha iniziato la sua settimana lasciando sulla scrivania il “dipendente” e diventando “volontario” a tutti gli effetti…..e con un “furgone” stracarico di roba non ha battuto ciglio e si è messo in moto per quella che già sapeva essere una “roba tostatosta” che non si sarebbe chiusa in un intervento di “dovere” ma in una permanenza di “cuore e sostanza”…facendolo alla stessa maniera con cui di solito affronta tutte le altre cose d’ufficio, dal tramtram quotidiano alle soddisfazioni di lavoro o alle immancabili beghe…..colpo di tosse, cicchino in bocca e passo spedito….carattere da prendere con le molle ma su cui puoi contare in ogni momento…..e che ovviamente và oltre la qualifica di “capo”, “collega”, “responsabile”, visto l’etichetta di questo post…..
In un mondo dove sempre più “Tutti vogliono viaggiare in prima” aver un riferimento del genere ad una scrivania di distanza non è assolutamente roba da tutti…...

5 commenti:

  1. Grande Enzo, è la stessa sensazione che ho io da lunedi mattina, mi sarebbe piaciuto partire, andare, per fare qualsiasi cosa, basta dare una mano. Il problema è che non si sa come fare e il partire così solo per aiutare (da volontario solitario) alle volte s'ha paura di dar noia ad una macchina organizzativa quasi perfetta (l'evento dopo 3 mesi di scosse poteva essere, non previsto, ma gestito meglio nell'immediatezza).
    Per cui mi rimane questa voglia di aiutare e un certo senso di colpa.
    Boh

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  2. Mi sento chiamata in causa...per due motivi.
    Il primo perche' so che "parlavi" con me ieri mattina...e quindi grazie per quella "persona speciale"...aldilà di questo, capisco, condivido, vivo forte quella sensazione di impotenza..come tanti probabilmente, ma d'altra parte quando il disastro e' così immenso, non si può far altro che mettersi assieme, ciascuno il suo pezzetto...del suo meglio. Sperando che le sinergie di tutti portino a qualche risultato e sono certa che sarà così.
    Il secondo motivo e' che conosco, anche se molto meno, quella persona ad una distanza di scrivania..e ho pensato subito a lui lunedì mattina, certo che era già con lo zaino in mano. Non posso che esprimere tutta la mia stima, per lui e per tutti quelli che sono là.
    Ci allego poche parole di una canzone trasmessa in radio stamattina.
    "È una notte in Italia che vedi
    questo taglio di luna
    freddo come una lama qualunque
    e grande come la nostra fortuna
    che è poi la fortuna di chi vive adesso
    questo tempo sbandato
    questa notte che corre
    e il futuro che viene
    a darci fiato"
    I. Fossati - UNA NOTTE IN ITALIA
    S.

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  3. Allora fatemi commuovere! Già in questi giorni sono stato messo a dura prova e sì che in genere sono un cinico che si difende con sarcasmo e cazzate, ma in questi casi fai fatica. Sopporti tutto: la camera doppia nel pulmino, il poco dormire, il poco mangiare, le scomodità, i maledetti sebach, i calcini che si imparentano con i piedi, le responsabilità: il dover mettere insieme la cena ed il pranzo per quanti? Quanti saranno stasera? Mah, oggi erano 1200, ma stasera quanti saranno?
    Impari a convivere anche con quella frase che ormai ti accompagna da quattro giorni: “Scusa, c’è un problema…”. Cerchi la soluzione, sorridi, sdrammatizzi, lo fai anche quando una scossa di quelle serie agita tutti ed appena finisce rimane un inquietante silenzio rotto solo dal sibilo dei pali della luce del campo da rugby che sibilano vibrando come un diapason.
    E’ faticoso ma tutto questo lo reggi. Ti inginocchia invece la spontanea dignità di queste persone, come il nonnetto che si è presentato al campo per cercare l'acqua (a vederlo avrà avuto ottantanni). E’ arrivato con la sua macchina, è sceso e si è scusato perché soffriva d'ernia e ti chiede se puoi portargli l'acqua, magari 2 bottiglie perché ha anche la moglie ed abitano lontano. Vai a prendere una confezione da sei bottiglie, la metti nel bagagliaio della sua panda, lui ti guarda con un sorriso da nonno, ti ringrazia mille volte e poi con un candore imbarazzante ti chiede: "Quanto le devo?".
    Quanto le devo? E boccheggi, cerchi di trovare una risposta ugualmente degna ed invece farfugli un imbarazzato “Ma si figuri ci mancherebbe altro” e ti allontani imbarazzato cercando le sigarette che stanno drammaticamente finendo.

    Cicca con tosse

    P.S.: "Dal mio piccolo aereo
    di stelle io ne vedo
    seguo i loro segnali
    e mostro le mie insegne
    la voglio fare tutta questa strada
    fino al punto esatto
    in cui si spegne
    la voglio fare tutta questa strada
    fino al punto esatto
    in cui si spegne."
    I.Fossati - LINDBERGH

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  4. A proposito di questo blog ma soprattutto di questo post:
    http://miskappa.blogspot.com/

    http://byoblu.com/post/2009/04/09/I-morti-che-non-vi-dicono.aspx

    caifamp

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  5. I link sul terremoto dell'Abruzzo mettono un pò i brividi.....anzi senza un pò....e non che prima non ce ne fossero.....
    I racconti e le "espressioni" di un "autodefinito" cinico mi rendono sempre più convinto che non ho sbagliato "riferimento", anzi "c'ho preso in pieno"....
    Sono convinto che anche questi giorni saranno pesanti e duri ma anche che il campo da rugby avrà un buon "regista/pilone/prima linea"....buon lavoro e ricorda sempre che "non siamo messi male".....

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