mercoledì 26 luglio 2017

Recensione di un anno de "Sogni di Tricolor"

Augurio n° 23 
"SOGNI DI......" Maria
... ... ... ... ...
Capita così, di punto in bianco. Sei a casa, al bar, al cinema, con gli amici, e lo vedi. Non è un oggetto specifico, è un qualcosa su cui i tuoi occhi si posano così, involontariamente, casualmente. Eppure, in una circostanza assolutamente estranea al contesto, il ricordo affiora. Eccolo, si sta facendo spazio tra gli obblighi, i doveri e gli attimi di libertà della giornata, eccolo, ha deciso che il suo tempo è maturo, che non puoi sottrarti e che devi ricordare perché i buoni libri non solo non si dimenticano mai, ma si assorbono come fa una spugna con il liquido di turno, si assorbono e sono pronti a riaffiorare in qualsiasi indefinito istante e grazie ad un qualsiasi imprecisato stimolo.
E detto francamente è proprio quello che è capitato alla sottoscritta pochi giorni fa, la quale, camminando per le vie della città, è incappata in un iris viola. Il contatto visivo è stato minimo, quello interiore interminabile. La mente ha accelerato, immagini su immagini si sono sovrapposte nella memoria, e come se fossero pagine di un libro si sono fermate a quella di Giancà, il giovane bomber creato dall’immaginazione (e realizzato dalla penna) di Enzo Susini.

Un pallone che ha cambiato la vita di Giancà, un pallone ed una squadra che hanno colorato la sua vita prima nella veste di tifoso, poi di giocatore, perché arriva un momento in cui quella maglia la devi possedere, indossare, consumare, perché arriva un momento in cui quella maglia è tutto. Un onore, ma anche un dovere. Un impegno, ma anche un atto di fede. Un’avventura, quella di Enzo/Giancà in cui è racchiusa la volontà di combattere, in cui è custodito il più grande degli insegnamenti: la forza di non arrendersi mai e di andare avanti ancora e ancora per raggiungere quelli che sono i propri obiettivi. Anche quando il traguardo sembra irraggiungibile, anche quando la corrente vuole trasportarci da tutt’altra parte, anche quando la massa ci dà per vinti e perduti, perché non è mai così, non è mai così quando il nostro corpo e il nostro intelletto custodiscono quel briciolo di determinazione che ogni giorno ci ha permesso – e ci permette – di salire quel gradino in più.
Giancà questo lo sa bene, lui che è stato per tutti “il campioncino maledetto”, lui che tra errori, cadute e canzoni del Liga, è riuscito in quel che è considerato impossibile costruendo sul sudore delle proprie fatiche. 

Può durare un attimo, il tempo di un flashback, tuttavia quell’attimo è sufficiente a destabilizzare, a riportare alla mente quella che è stata una lettura entusiasmante e che, seppur da poco abbia compiuto un anno, a tutt’oggi è ancora in corsa, è ancora in atto nella sua personalissima maratona.
Ed è questo ricordare incessante, casuale, inaspettato che ci dimostra quando un libro è davvero buono, perché pochi sono gli elaborati che dopo aver scosso nella lettura hanno la forza di tornare a posteriori. Giacché, questo ricordare non è altro che la riprova che uno scritto ha lasciato il segno, che ha adempiuto alla sua missione, che è arrivato con tutta la sua virulenta forza.

“Sogni di Tricolor” riesce perfettamente in siffatto arduo compito, si legge, si divora, si ripone eppure non si dimentica. E’ lì indelebile, nel cuore e nella mente. Ieri. Oggi. Domani.
M.
... ... ... ... ...

Vuoi valutare se questo parere è condivisibile?
"E guai a chi ci sveglia..."

4 commenti:

  1. da fb:
    Troppo buono, davvero. Ogni merito è tuo, hai scritto un bel libro e sei arrivato dritto al cuore. Bravo!!!!!
    Maria

    RispondiElimina
    Risposte
    1. troppo buona te, nelle parole e nell'entusiasmo....che però ti invito a mantenere così alto per i miei #sogniditricolor.... :-)

      Elimina
  2. da fb:
    Qui c'è della Poesia.
    E penne sapienti... :-)
    Raya

    RispondiElimina