#KdL - KIAVE di LETTURA n° 455 |
Questa domenica si torna a votare. Non in tutta Italia, non dalle nostre parti ma comunque sia per un numero importante di italiani, circa dodici milioni. Si vota per molti comuni, per una regione e per le principali città italiane (tranne ovviamente la più importante non votando a Firenze). Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna avranno infatti le urne aperte questo fine settimana e su queste si è basato l'interesse della maggior parte della comunicazione politica di questo periodo.
Ormai da tempo l'interesse personale per partiti e programmi è ai livelli minimi, non trovando niente di particolarmente interessante in quello che viene vagamente proposto o presentato. Anche perché parliamoci chiaro, siamo davvero scavando sotto il minimo di guardia. "LA PROMESSA CHE NON CONTA NIENTE" è ormai un ricordo lontano, siamo purtroppo molto oltre o meglio molto più in basso. In queste settimane infatti quelli che potevano essere gli annunci "acchiappavoti" che di solito facevano bella mostra di sé nel finale della campagna elettorale sono quasi spariti del tutto per lasciare il posto alla solita "guerra" fatta di insulti e tentativi di screditamento dell'avversario. I personaggi che si alternano contano relativamente, il senso è sempre lo stesso. Zero impostazioni su programmi o vedute ma concentrazione sulle altrui divisioni ed eventuali mancanze del campo nemico. Tentativi di sopravanzare anche i propri momentanei alleati e voglia di attenzioni a livello personale piuttosto che per l'idea politica, quasi sempre totalmente assente.
Così, le varie notizie vengono cavalcate o meno in base all'opportunità elettorale. Basta vedere i cosiddetti scandali di questi ultimi giorni. Nessuno è andato a fondo su cosa riguardano, su cosa si basano, che cosa comportano. Banalmente se sono utili allo screditamento dell'avversario si rendono elementi da veicolare, altrimenti ci si appella alla "condanna passato in giudicato" come unica sentenza commentabile. E questo periodicamente e circolarmente è la linea di tutti, nessuno escluso. Così l'uso di stupefacenti è paragonabile alla propaganda fascista, l'impegno nell'aiuto di immigrati violando leggi è messo sullo stesso piano dei tentativi di intascare fondi neri (in tutti i sensi). Dipende da quale sia il momento, quale la parte da difendere, quale il "cavallo vincente". Argomenti? Zero. Principi? Zero. Idee? Zero. Figuriamoci ideali o visioni.
Ed allora anche a questo giro ennesima occasione persa per ri-avvicinarsi a quel qualcosa di così affascinante ed allo stesso tempo buttato tristemente via. Quel "sentire il bene comune" che sempre di più è prerogativa di altro e non di quella politica che invece lo dovrebbe avere come interesse unico della propria esistenza ed attività. Stranezze che lasciano senza troppe altre argomentazioni. Proprio come l'assenza totale riscontrata in questo ennesimo giro di attori sul palco delle candidature. Altro giro, altra corsa.
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