sabato 12 febbraio 2022

Guerra, di nuovo

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 474
E così, quasi per magia, i virologi pluri-insigniti da nobel per la medicina che pontificavano sul Covid e che erano stati prestati come illuminati politologi ai dibattiti per l'elezione del Presidente della Repubblica, dopo un temporaneo contratto come maestri musicali in quel di Sanremo adesso si sono riciclati come super esperti di curling e delle sfaccettature di stones e scope.
In tutto questo percorso di argomenti totalizzanti per il popolo italiano, in giro per il mondo succede altro. Stati Uniti e Gran Bretagna (ma non solo loro) hanno esortato americani ed inglesi attualmente in Ucraina a lasciare il Paese. "Subito" si legge. 
Mentre sul palco dell'Ariston si dibatteva tra un fantasanremo ed un acuto altrove altri argomenti scendevano in campo. Schieramenti, "diplomazie all'opera", esercitazioni, rassicurazioni, minacce, piani di attacco. Chi immagina un'imminente attacco russo, chi sostiene che chi lo immagina esagera, chi smentisce ogni intenzione bellica, chi dichiara che sono solo frasi di facciata.
Quello su cui tutti convergono è la definizione: guerra. Qualcuno ipotizza anche la specifica: terza guerra mondiale, come se solo la parola da sei lettere non bastasse. Curiosamente proprio in mezzo ad una crisi economica/mondiale/sociale come d'altronde la storia insegna accade praticamente ogni volta. 
Non ho certo competenze internazionali, di politica estera o di analisi mondiale tali da potermi permettere un'analisi. Quello che posso e voglio invece scrivere è altro.
"QUELLO CHE MI FA LA GUERRA" è infatti sempre la stessa reazione: orrore ed incredulità. La sensazione  ha valore personale ma è avvalorata da quanto pensava chi le competenze le aveva e da sempre ha portato avanti l'idea e la convinzione che "le guerre, tutte le guerre, sono un orrore". Parlo di chi da agosto scorso ha lasciato un vuoto incolmabile e da decenni era un punto di riferimento assoluto su (anche) questo. Parlo ovviamente di Gino Strada
Gino se n’è andato l'estate scorsa ma pur mancando clamorosamente ogni giorno di più, quello che ha fatto e provato a spiegare a tutti noi è rimasto vivo e purtroppo tremendamente attuale ogni giorno. Ogni secondo in qualche angolo della terra infatti qualche assassino continua a credere che fare la guerra sia la soluzione poiché "la guerra piace ai politici che non la conoscono" non sapendo che, usando sempre le parole di Strada"una guerra porta sempre un'altra guerra, più violenta"  
Mi tornano in mente le sue battaglie, il suo impegno, il suo coraggio e la voglia di far capire che "la guerra non si può umanizzare si può solo abolire". Lui che l'aveva vista da vicino, toccata con mano e che soprattutto aveva speso una vita intera per cercare di rimediare ai danni di guerre volute da protagonisti di deliri di onnipotenza e/o di violenza.
Penso al suo esempio e lo paragono al clima che stiamo respirando e scuotendo la testa scoraggiato sento la sua voce ferma e piena di significato che fotografa perfettamente il momento e sostanzialmente il mondo dove stiamo vivendo: "se l'uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori dalla storia l'uomo". Quanto ci manchi Gino. Perdonaci per tutto quello che non abbiamo capito e continuiamo a non capire.

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