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"Ombre"
Guanda
Da un po' di tempo non mi "rapportavo" con uno degli autori più presenti nel mio personale Katalogo di lettura (clicca qui) e ne sentivo in qualche modo la mancanza. Ho scelto, per questo ritorno, di uscire dalla saga del commissario Bordelli e di buttarmi su un romanzo "unico". Anticipo il mio giudizio: scelta azzeccatissima.
Si esce dalle inchieste poliziesche della fine degli anni sessanta e ci si attesta su una storia di amicizia legata all'attualità ma con una base narrativa comune: la risoluzione di un cosiddetto giallo.
Il titolare di una casa editrice fiorentina, Luigi, si ritrova catapultato nel ricordo dell'amica Marina attraverso la lettura di un libro del quale invidia il successo mediatico collettivo e l'attenzione che gli riserva la moglie. Gli bastano poche pagine per capire che quel libro nasconde qualcosa di inizialmente inspiegabile: è infatti la storia della sua più cara amica che diversi anni prima si è tolta la vita. Il libro è una sorta di diario dei percorsi di vita ed emotivi della protagonista che pagina dopo pagina Luigi capisce non poter essere stati scritti da altri se non dalla stessa Marina. Ma come è possibile se la pubblicazione del libro è successiva alla sua morte e viene scritto da una "firma spagnola" sotto pseudonimo? Chi può conoscere così nel profondo le vicende personali della sua amica che tra l'altro lo coinvolgono prepotentemente anche come co-protagonista del libro? E nel caso fosse un romanzo scritto dalla stessa Marina e pubblicato postumo, perché non farne menzione e non riconoscerne i meriti all'autrice? Queste le "TRE DOMANDE PER" Luigi che faranno sì che lo stesso riservi alla ricerca delle risposte gran parte del suo tempo e del suo impegno. Il tutto comporterà scoprire ombre della vita dell'amica ignote anche a lui, che da sempre invece era confidente totale di Marina. Il percorso a quel punto diventerà accelerato e fonte di soprese e shock da affrontare e lì si misurerà tutta l'amicizia ed il legame speciale ancora esistente tra il protagonista e la ragazza scomparsa.
Lo stile di Vichi non perde il suo fascino anche cambiando scenari ed interpreti. Le descrizioni dettagliate ed i percorsi di ragionamento e sentimento dei protagonisti sono marchi di fabbrica immutati e di nuovo apprezzati. In questo libro emerge chiaro ed evidente il concetto di condivisione e complicità affiancato ad un naturale inno all'importanza e la profondità della "parola scritta". E' attraverso la capacità di comunicare dell'autrice del libro che sia il protagonista che il lettore si sentono partecipi di una vita diversa dalla loro. Il doppio (a volte anche triplo) piano di narrazione è un esperimento ben riuscito che cammina con passo spedito nonostante la "penna piena" dell'autore. Come sempre l'ambientazione fiorentina (ed in questo caso anche versiliana) fa acquistare maggiore fascino alla trama che rallenta davvero raramente nonostante il numero di pagine non ridottissimo.
Si riconosce bene la calligrafia dell'autore e di conseguenza anche il mio personale giudizio è "riconoscibile" perché confermato: molto consigliato.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...osservare una persona che dormiva gli aveva sempre fatto un effetto strano, gli veniva un groppo nella gola, chissà come mai..."
2 - "...con lei, una sera, era stato addirittura capace di ballare....proprio lui, che si muoveva in modo goffo e lo sapeva, che aveva sempre preferito guardar ballare gli altri, soprattutto le donne....di fronte a lei si sentiva innamorato, affascinato, ammirato, soggiogato, impaurito, meravigliato...non le aveva mai detto nulla, ma di certo lei lo sapeva, lo sentiva, aveva una sensibilità da animale della foresta..."
3 - "...di nuovo il demone della memora lo trascinò nella sua grotta, dove i ricordi evocati dal romanzo si muovevano liberamente. Se guardava solo il mare e l'orizzonte, poteva essere ancora un ragazzo che sorridendo camminava felice..."
4 - "...gli era sempre piaciuto come Marina diceva <<cazzo>>, con un tono che faceva sembrare quella parola immensamente elegante. Nulla di quello che diceva poteva diventare volgare, era come se attraverso di lei ogni cosa riuscisse a nobilitarsi..."
5 - "...era proprio vero che tutto poteva cambiare da un momento all'altro, che all'improvviso il destino poteva trascinarti sul suo imprevedibile carro e portarti dove gli pareva..."
Mia personale VALUTAZIONE: ****° - quattro stelle e mezzo su cinque
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