domenica 22 giugno 2025

Certe notti

#KdL - KIAVE DI LETTURA n° 648

Era stata annunciata come la notte di "Certe Notti" per il suo trentennale e come da prevedibile commento queste "NOTTI SON PROPRIO QUEL VIZIO CHE NON VOGLIO SMETTERE MAI". Il
Il quinto Campovolo arrivava dopo due anni in cui un tour nei teatri (clicca qui) aveva seguito una doppia data negli stadi più significativi (clicca qui) e come ogni volta era circondato da tante aspettative e punti di domanda. Alla fine infatti sono sempre centomila persone (più o meno) che affollano uno spazio infinito in attesa di un concerto di un cantante che suona e canta da oltre trent'anni, che già si è esibito in una realtà del genere più volte e che per di più questa volta non aveva neanche un album nuovo come elemento di possibile novità. Verrebbe da chiedersi, che ci sarà in più?
Domanda che di solito per me ha una sola risposta: "è LIGA" ed infatti il mio elenco di incontri con lui (clicca qui) aumenta numericamente senza interruzioni. Organizzarsi per non rimanerne impigliati nei normali intoppi da mega evento è ormai un lavoro che grazie anche alla compagnia collaudata e speciale non temo particolarmente. Nonostante questo le grandi folle ed i concerti oceanici non sono esattamente la mia tipologia di concerto preferita ma vedere uno spazio enorme così allestito, partecipato, vissuto, pieno di spazi ed idee non può che catturare le migliori sensazioni. Il più come sempre lo doveva fare il concerto, ovviamente. Ed è stato davvero uno spettacolo. Un evento. Una data speciale.
Le diverse band e Liga carichi come nelle giornate migliori, una scaletta (clicca qui) quasi perfetta. Tracce che danno un colpo di novità anche se presenti in passati concerti (I duri hanno due cuori e Questa è la mia vita) altre che da tanti anni non si ascoltavano dal vivo (Figlio d'un cane, Seduto in riva al fosso, Buon compleanno Elvis) e che sono state il perfetto modo per movimentare il concerto, romanticizzarlo e festeggiarlo. Menzione a parte per Cosa vuoi che sia, anche questa non ascoltata da un tempo infinito, che per come è stata presentata e rappresentata è stata un vero e proprio cazzotto allo stomaco. Ma non è stata la sola. Veder Liga sedersi su una panchina rossa e praticamente in acustico cantare Lettera a G è stato qualcosa di speciale e toccante: probabilmente il momento più intenso della serata (consiglio: cercatela). Un salto nel passato gli spezzoni dei precedenti eventi a Campovolo per lanciare ed accompagnare Il giorno dei giorni ed Hai un momento Dio? quest'ultima davvero speciale per tanti e tanti motivi. Il significato immutato e migliorato "un po' di più" ascolto dopo ascolto di Le donne lo sanno ha colorato un percorso tenuto su (con un po' meno partecipazione personale ma molta intensità) da Viva e Quella che non sei. Un tir in movimento con un palco "viaggiante" per cantare Si viene e si va ed Il meglio deve ancora venire la trovata che ha catturato occhio e non solo, come l'esibizione spettacolare di Paola Caruso (danzatrice in aria) su Piccola stella senza cielo. I fuochi di artificio finali con Urlando contro il cielo e Certe notti hanno aperto a quelli veri e propri che hanno illuminato il cielo di Reggio Emilia battendo sul tempo e non solo il temporale che ha dovuto attendere.
Una trentina di pezzi non inediti ma con un impatto nuovo. Sembravano quasi suonare diversi per la pulizia degli arrangiamenti e/o per un modo diverso di ascoltarli, emergevano ancora più chiare parole, significati e frasi un po' nascoste. Forse aspettare l'inizio del concerto continuando a guardare l'orologio con gli occhi a cuore in attesa della mia trentaseiesima tappa di questo tour con Liga ha portato fortuna perché dall'inizio alla fine ogni pezzo ha avuto un'intensità speciale ed un significato molto più amplificato rispetto a quello che ogni canzone aveva già detto fino ad allora. Sorprendendo o ricordando.
Lo so, sono un giudice non oggettivo: lo riconosco. Quando però è capitato ho saputo anche dire "concerto che è valso la pena (solo) perché Liga è Liga". A questo giro no, a questo giro non serve la mia fissazione soggettiva per definirlo un gran concerto: quasi tre ore alla fine volate via con un continuo senso di essere davvero davanti ad una "data" speciale.

GRAZIE LIGA, ancora GRAZIE




domenica 15 giugno 2025

Guerra

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 647
Senza giri di parole: guerra. Senza troppe speranze di uscire dalla stessa definizione. Senza voglia di chiudere ancora gli occhi di fronte all'evidenza dell'orrore. 
Ucraina, Gaza, Iran. Per tacere di quelle che non fanno notizia ma che continuano senza riflettori ma con le stesse atrocità. Si allargano i campi di azione e diventano ulteriori i territori mutilati ed esplodono vittime e carnefici. 
"LA STORIA NON CAMBIA SE NON LA CAMBI" anzi peggiora. Così chi si è ritenuto autorizzato ad iniziare e portare avanti un concreto genocidio adesso ha allargato il proprio raggio d'azione. E nessuno è innocente o ha una visione diversa quindi le cose non potranno ovviamente migliorare ma prenderanno un pericoloso e continuo declino anzi una crescita esponenziale.
Da Gaza purtroppo sono evidenti gli esempi di come ormai tutto "non fa più notizia". Le immagini, i racconti, i numeri. Niente smuove davvero animi di chi anima non ha. Anzi ha solo una continua voglia di imporsi e di non smuoversi dal concetto "la risposta e la nostra forza sarà di un impatto mai visto"
E' comune a tutti e sta ormai diventando naturale anche per chi prova a guardare come vanno le cose per farsi un'idea. Abbiamo movimenti e moti di umanità che poi però confluiscono in manifestazioni "divise" o in dichiarazioni "dovremmo valutare le reali colpe di Israele in modo oggettivo". Come se tutto quello che sta accadendo non fosse sufficiente per prendere una posizione unica. Perché, nel piccolo come nel grande, conta solo il proprio tornaconto personale. 
Già, perché se il nostro orticello non viene toccato, in fondo il massacro non è davvero "reale". Perché se il nostro interesse diretto non ne risente, in fondo non è ancora tempo di preoccuparsi. Perché se i bambini/le donne/i civili che muoiono non sono nostri conoscenti o connazionali, alla fine pesano un po' meno come importanza. E questo ragionamento, CHE FACCIAMO TUTTI più o meno esplicitamente ed inconsciamente, porta - amplificandosi - alle politiche che stanno distruggendo questo mondo. Quando "non ci riguarda" in fondo la cosa è come se non esistesse, in uno slancio di operatività si può fare un comunicato o una manifestazione dove però deve risaltare il proprio volto impegnato. Quando invece la cosa "ci riguarda" la reazione allora sarà di "una fermezza (e violenza) mai vista prima"Perché la guerra non piace a nessuno a parole ma poi la fanno tutti. E fin quando non ci arriva in casa, in fondo è solo un argomento di conversazione come un altro.
Intanto i bambini muoiono, le mamme pure ed i civili sono "danni relativi". Ma pensare che non si possa fare la guerra è da sognatori utopisti. 

"...oggi non siamo ancora riusciti a debellare il cancro, ma questo non ci porta a sostenere l’inutilità della ricerca, degli investimenti in questo campo. E nessuno liquida la lotta contro il cancro come una “utopia” da abbandonare. Questo, per me, vale anche per la guerra, che è il cancro dell’umanità. La guerra, come il cancro, continua ancora a esistere, e dovrebbe essere un impegno condiviso, a tutti i livelli. Ognuno, per quel che può, deve cercare la soluzione, l’ “antidoto” per debellarla. La violenza non è la medicina giusta: non cura la malattia, ma uccide il paziente..."

Quanto cazzo ci manchi Gino.

sabato 7 giugno 2025

Domani si va a votare

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 646
Domani si va a votare. Perché qualsiasi occasione di voto è occasione da non perdere ed impegno da rispettare. Un diritto che è doveroso esercitare per tutti quelli che nella storia non l'hanno avuto, hanno fatto fatica ad ottenerlo, continuano ancora adesso a non poterlo realizzare. 
Ogni tanto torna fuori questo dibattito che dovrebbe essere superato da tempo e che invece esce di nuovo a far capolino. Spesso per i referendum che, nello specifico, domani ci vedono decisori di cinque quesiti. 
"IL SINDACATO CHIEDE UN'ALTRA MOBILITAZIONE" per riuscire a superare lo scoglio del quorum, visto un po' come una vetta con pendenza sopra il 20% per i ciclisti. Sembra infatti il rivale più pericoloso, quello di non arrivare alla metà più uno dei votanti. Per scarsa informazione che questa occasione ha ricevuto e relativo o già presente scarso interesse generale, per una disaffezione generale e praticamente totale verso tutto quello che può avere o ha l'etichetta "politica", diretta o indiretta.
Chi lo sa, gioca sulla possibilità di ottenere un proprio tornaconto personale caldeggiando l'astensionismo come mossa politica. Decisionale invece che menefreghista. Sì, perché chi domani non andrà al seggio tale sarà. Ed una parte politica lo sta dicendo chiaramente. Purtroppo però a corrente alternata rispetto al concetto generale. Già, perché in Italia a turno le frasi "non andare a votare è una scelta legittima che esprime un opinione" e "votare è diritto e dovere e quindi si deve esercitare ed adempiere entrambe le cose" sono dette e sottolineate da parti politiche a seconda di come tira il vento, dimostrando anche in questo caso come distinguerle diventa sempre più complicato. Chi oggi invita ad andare al mare criticava aspramente chi lo faceva nelle precedenti tornate referendarie e viceversa.
Mi chiedo, come possono essere adesso credibili? Come si può pensare che la loro "filippica" attuale sul dovere civico o la vacanza al mare come scelta politica possa essere considerata pregna di significato collettivo e non di un interesse personale legato alla specifica situazione? Interesse personale che trasforma il quorum da vincolo costituzionale di tutela di una scelta legittimata dai numeri in strumento di scelta opportunistica. Non considerando, ad esempio, che "sdoganare" l'astensionismo è comunque un pericoloso boomerang che le percentuali di votanti anche alle elezioni politiche/regionali/ecc rimanda indietro. Ma forse, anzi evidentemente, senza il reale dispiacere di nessuno.
Ci sono delle cose che dovrebbero andare oltre e sopra i posizionamenti politici. Quelle regole di cittadinanza collettiva/attiva e dovere civico che dovrebbero assolutamente contenere il rispetto del diritto di voto. Quel "hanno lottato tanto per darcelo questo diritto, vediamo di ringraziarli facendo il nostro dovere" che mi sono sentito dire da sempre in casa, fa sì che ogni volta superi il "mio scoramento" rispetto al livello politico/sociale generale ed affili la mia matita copiativa. Farò lo stesso domani. Sarebbe un passo avanti per tutti se su questo ci mettessimo d'accordo, declinando poi le nostre differenze una volta entrati in quel seggio ed in quella cabina elettorale. Sarebbe.

domenica 1 giugno 2025

KappaGiocatoreViola 2025 è............

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 645

Eccoci qua. A campionato finito o meglio a stagione conclusa a provare a fare il punto della situazione o meglio a tentare di valutarla. Ovviamente, siccome a Firenze siamo un po' unici da questo punto di vista, nemmeno una settimana dall'ultima gara e tutto sembra lontanissimo, come fossero passati secoli. Contestazioni, rivendicazioni del buon lavoro effettuato, conferenza stampa per rassicurare tutti che la nuova stagione è già partita ed in programmazione, dimissioni supposte, dimissioni confermate, ipotetiche clausole di silenzio, stagione da riorganizzare. 
Provare quindi ad analizzare quanto fatto quest'anno sembra un salto indietro nel passato, non doppio ma triplo quasi quadruplo. Ma per assegnare il KappaGiocatoreViola vale la pena tentare.
Stagione non facilissima da giudicare, dovendo sintetizzare "MEZZA VITA PER L'ALTRA MEZZA VEDIAMO". Inizio molto negativo per poi svoltare e portarci quasi a sognare ed invece poi ricalare quasi da valutare il tutto come crisi o similare, per infine riemergere ma senza costanza. Grandi con le big, inguardabili contro le piccole. In generale quasi sempre molto bravi a sfruttare le gare con palla agli altri, sempre pessimi quando a costruire dovevamo essere noi. Abbiamo avuto la "vicenda Bove" che ha sicuramente scombinato gli equilibri, l'unica scusante (per nulla da poco, anzi) che riesco a dare come sfortune. Le cinque assenza di Kean o le tre/quattro di Dodò in una stagione da quasi sessanta gare direi che sono da mettere nel conto. Più lunga l'assenza di Gud ma onestamente credo che con lui la valutazione della stagione sia "così così" indipendentemente dall'infortunio. Così come gli altri infortuni. Credo che alla lunga tutta questa "migliore rosa dell'era Commisso" avesse comunque diverse falle. Rivedendo il mercato adesso: Kean, De Gea, Gosens acquisti di livello, superiore alla media della squadra che hanno dato tanto e fatto fare un salto di qualità; Cataldi positivo anche se discontinuo per infortunio; Fagioli mah; Pongracic e Gud più no che sì, Adli/Colpani/Richardson/Ndour/Zaniolo/Pablo Mari direi no senza sì. Doveva essere la prima stagione di una nuova era visto che la precedente rosa è stata smantellata tra agosto e gennaio, quindi era complicato beccare tutto, probabilmente qualcosina in più si poteva fare. Sintetizzando con "voti" la rosa:
Tra l'8,5 e l'8 De Gea - Kean - Gosens
Tra il 7,5 ed il 7 Mandragora - Dodò - Comuzzo - Cataldi
Tra il 6,5 ed il 6 Ranieri - Parisi
Tra il 5,5 ed il 5 Fagioli - Gudmundsson - Pongracic - Richardson - Folorunsho - Adli - Pablo Mari - Ndour - Terracciano
Tra il 4,5 ed il 4 Zaniolo - Colpani - Beltran - Moreno
Veniamo al Mister. Il suo modo di far giocare la squadra non mi è piaciuto, ma ammetto di essere io ad avere delle difficoltà con la difesa a cinque. Il suo 5-3-1-1 (mischiato ad altri schemi) non ha mai dato l'impressione di essere capace di dare gioco ed identità. Gli riconosco però un filotto molto importante di vittorie ed un risultato finale in linea con la nostra storia recente. Fallimentare in Coppa Italia, non troppo soddisfacente in Conference. E' un tipo di calcio che non sceglierei mai ma per la stagione fatta gli si poteva dare una seconda possibilità, a meno che non fosse intenzione di chi guida il tutto portare un allenatore pronto al salto di qualità e capace di farlo fare anche alla programmazione societaria. Quest'ultima vera assenza costante e preoccupante. Ad inizio stagione avevo dato 6/6+/6,5 voto che sostanzialmente confermo per risultati ottenuti. La vera mancanza è la continua assenza di quello scalino che altre squadre hanno fatto/stanno facendo. Era un'annata in cui molte avversarie hanno giocato mezza stagione e basta (Roma, Bologna, Lazio), alcune hanno toppato tutto l'anno (Milan), alcune hanno fatto probabilmente la loro peggiore stagione degli ultimi x anni (Juventus). Era quindi un'annata d'oro per spostarci dalla zona Conference senza neanche sudare troppo, ed a questo aspetto il voto non può che essere insufficiente. 
Come ho sempre fatto nel post finale di stagione, assegno il premio di KappaGiocatoreViola dato dalla media dei voti stagionali. Sono contento che la "matematica" premi quello che è il giocatore che avrei premiato anche io senza calcoli. Il KappaGiocatoreViola del 2025 è: 

DAVID DE GEA


Il portierone arriva prima di Kean di 0,01 ed anche questa sostanziale parità mi vede d'accordo. Sul podio Edo Bove che nella prima parte di stagione era stato uno dei più positivi. Molto positive le medie di Gosens, Cataldi e Comuzzo. Penalizzati da un inizio stagione negativa e da un andamento troppo alterno Mandragora e Dodò. Rigirando invece la classifica ed andando a guardare le ultime posizione Colpani e Richardson si confermano acquisti rivedibili e (tranne i giocatori poi ceduti) Beltran e Pongracic gli fanno (non) discreta compagnia.
Complimenti quindi al portierone spagnolo che proprio qualche giorno fa ha anche rinnovato il suo contratto, magari per fare il bis la prossima stagione.

Da quest'anno ho dato la possibilità ai lettori di questo blog di votare i migliori ed i peggiori giornata dopo giornata. Ed ecco quanto avete votato e scelto:
Scelto perché per definire il migliore ed il peggiore della stagione sarete ancora voi a decidere. I primi quattro delle vostre scelte gareggeranno per il ruolo di TOP dell'anno mentre gli ultimi quattro si contenderanno la palma di FLOP della stagione.

Collegatevi al mio account Instagram @Kappaviola (clicca qui) e votate nelle mie stories.

AGGIORNAMENTO

I votanti di Instagram hanno deciso così:

IL TOP DELL'ANNO: KEAN
Il flop dell'anno: Zaniolo