domenica 14 dicembre 2025

Straultimi

I #KappaDeca di stagione

La mia Viola
La partita del gemellaggio diventa più una sfida "o dentro o fuori". #KappaDeca Viola dal Franchi per la sfida al Verona.
  1. Partita. Campionato - 15^ : FIORENTINA - VERONA = 1 - 2   GOAL: Orban, Unai Nunez (AUT), Orban 
  2. Formazioni. Nella speranza che la prestazione dei suoi giocatori non faccia la stessa cosa, Mister Vanoli conferma modulo ed uomini (...) della gara col Sassuolo (qui). Nei tre difensori centrali rientra Pongracic dopo la squalifica e si preferisce Comuzzo a Pablo Marì;in quelli esterni non rientrando Gosens sono ancora Dodò e Parisi i titolari. Linea di centrocampo a tre con Fagioli acciaccato ma presente e davanti Gud fa da sottopunta a Kean, libero in attacco come piace a lui.
  3. Primo tempo. Bernede tempo zero e tira un missile che fa rimbombare la traversa. Andiamo in confusione e Parisi svirgola in area creando i presupposti del gollonzo che il Verona non sfrutta. Dopo un quarto d'ora di smarrimento due azioni fotocopia ci portano vicino al gol: su due bei lanci lunghi di Fagioli, Kean scappa via e prima sfiora la traversa con un gran tiro poi centra in pieno Montipò con un tiro meno preciso. Dopo un tiro potente ma poco angolato di Mandragora, prendiamo un contropiede clamoroso con Orban che doppia Ranieri e tira sul primo palo dove De Gea è colpevolmente in ritardo e "stranamente" andiamo sotto. Nel finale Fagioli becca in pieno Kean su un tiro potente ma anche questo centrale.
  4. Intervallo. "...vedi che i confronti, soprattutto quelli belli, son serviti....oggi tutta un'altra cosa proprio..."
  5. Secondo tempo. Come nel primo tempo subito un legno: stavolta è Ranieri che invece di colpire forte di testa da pochi passi prova il pallonettino fighetto e trova la parte alta della traversa, "unsipol'chiamare nemmen traversa" commenta il capitano, quello vero. Il Verona sembra alle corde ed è tutto dietro, Fagioli ci prova da fuori ma Montipò respinge. L'asse Fagioli-Kean si attiva ancora con due lanci lunghi dove Montipò-Nunez ci danno una mano: sul primo tentativo lasciano solo Kean che calcia fuori sul secondo il nostro centravanti prende di nuovo in pieno Montipò e sulla ribattuta Nunez ci regala il pareggio. Ci spengiamo, anche grazie ai cambi non proprio azzeccati del Mister, sembra sostanzialmente finita la benzina ed infatti Bernede sul finale trova l'ultimo millimetro di palla in campo e mette in mezzo per Orban che lasciato solo batte De Gea al minuto 94.
  6. Pagelle. De Gea 4,5 ; Dodò 4,5 , Pongracic 5,5 , Comuzzo 5,5 , Ranieri 4,5 , Parisi 6+ ; Sohm 5 , Mandragora 5 , Fagioli 6 Gudmundsson 5,5 , Kean 4,5  Fortini 5  , Richardson 5 , Dzeko 5  , Viti SV , Ndour SV All. Vanoli 4,5    
  7. Prestazioni.  Viste le due ultime gare pare che anche le scialuppe di salvataggio De Gea e Kean abbiano qualche grave problema di tenuta: anche oggi tra i peggiori. Continua il grande mistero di come uno che non azzecca una scelta che sia una da almeno sei mesi non sia messo mai in dubbio: sarà probabilmente la tinta bionda. Pare una provocazione (e non lo è) ma tra i migliori direi che c'è Fagioli, pare la fotografia del nostro scempio (e lo è) ma il migliore è Parisi. Da incorniciare il fatto che ad ogni cambio fatto, Vanoli ha peggiorato una squadra praticamente impossibile da peggiorare.
  8. Kommento. Doveva essere la partita dell'aggancio al penultimo posto e l'inizio di una possibile risalita ed invece abbiamo visto andare a sei punti il Verona, a quattro la squadra più vicina (ora il Pisa) ed ad otto punti l'ipotetica salvezza. Inizio da incubo poi ci siamo un po' ripresi senza però mai dare l'impressione di avere quel furore che una partita del genere doveva invece innescare. Stanno mollando anche quelli su cui da un paio di anni stiamo puntando tutto per le nostre ambizioni e gli altri non danno cenni di ripresa. Il Mister non ha un'idea che sia una diversa dal solito modulo stantio e tranne qualche dichiarazione pesante (e giusta) sui giocatori da quando è arrivato ha apportato zero. Sbagliatissimo pensare che possa bastare una decina di minuti di pressione a regalarci qualcosa di importante, siamo fragilissimi ed alla prima accelerata avversaria immancabilmente subiamo. Non si vede all'orizzonte "VIA DI FUGA" da una situazione totalmente desolante e deprimente. Meritamente straultimi
  9. "TAKKO AI' GIRO" - Spazio teNNico Bollins gestito"...ah ma si perde!?!?! Non mi ricordavo nemmeno si giocasse..."
  10. Il migliore ed il peggiore. Anche quest'anno il migliore ed il peggiore li decidete voi. Lancerò ogni volta il sondaggio dove potrete votare voi per le due categorie ed alla fine dell'anno stabilire il TOP ed il FLOP dell'anno. Collegatevi al mio account Instagram @Kappaviola (clicca qui) e votate nelle mie stories. 

venerdì 12 dicembre 2025

Una notte da NON perdere

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 672

Da un po' di tempo con Bollins dicevamo "dobbiamo andare a vedere qualcosa di Gaia Nanni", poi non abbiamo trovato mai il momento giusto o banalmente ce lo siamo perso per strada. Quando ho visto che il suo regalo di compleanno era il biglietto per "La notte dei bambini" (GRAZIE ancora) la soddisfazione è stata doppia, trasformata in tripla ieri quando ho visto lo spettacolo.
Una piccola, GRANDE chicca. Piccola per la breve durata, GRANDE per la profondità e la bellezza. Gaia Nanni è semplicemente bravissima e rende lo spettacolo qualcosa che fa sorridere, ridere e commuovere.
Parte dalla notte in cui "l'ospedalino" Maier/Meyer fu trasferito nella sua nuova casa. Sette chilometri fatti di centinaia di operatori sanitari, volontari, cittadini incolonnati per spostare di casa oltre cinquanta bambini dell'ospedale, quelli che - dopo averne spostati altrettanti nei giorni precedenti - per condizioni di salute non potevano essere trasferiti se non all'ultimo istante. 
L'autrice/attrice/interprete si mette in prima persona nel raccontare il suo ricordo per poi lasciare spazio ed emozioni agli abitanti del suo quartiere ed agli ex/attuali lavoratori dell'ospedale appunto. Solo che le voci di tutti sono raggruppate in quella di Gaia Nanni, modulata per tonalità, intensità, dialetto, profondità ed accento in modo fantastico. Da sola sul palco per un'ora interpreta in modo davvero speciale una decina di personaggi che mettono la loro firma in un perfetto dialogo che solo a chi non lo vede può sembrare un monologo. Gaia li fa accomodare tutti sul palco, stringendo più o meno il suo vestito, tirando l'elastico delle sue calze, mettendosi o togliendosi una specie di camice bianco. Uno scrittore di grande qualità (lui - clicca qui) mi ha insegnato ad apprezzare chi mette al centro storie e personaggi e non la sua prima persona che le racconta. Ecco lei riesce nell'impresa di metterle al centro e dargli anche fisicamente la voce e l'interpretazione, facendo capire quanto li ha sentiti davvero importanti quei racconti raccolti e quelle emozioni vissute. 
Dall'originalità di Terrore all'accento veneto di Maria, dalla fiorentinità di Maurino alla malinconia con accento straniero di Ludmilla, dal cuore degli infermieri e dei dottori alle lezioni del professore "fiorentino d'adozione". La "CANZONE SENZA TEMPO" di Goldrake cui si ascolta il ritornello "distrugge il male e va" cantata da un coro di bambini ad ogni "cambio voce" è una perfetta colonna sonora, ma sono le parole dei protagonisti a risuonare nel modo migliore e più pieno. Sono la rivendicazione di importanza di Maurino "non sono venuto al mondo perché ne mancava uno" e/o la sua autoironia "mi sa che vi ho vendemmiato le palle", sono l'amarezza di Ludmilla nel raccontare le difficoltà di una sua collega badante e nella sua "per i bambini dareste un braccio ma per gli anziani vi girate dall'altra parte, purtroppo i bambini crescono....", sono le reali consapevolezze di medici ed infermieri che hanno sentito e sentono direttamente sul campo le emozioni di quel posto "abbiamo imparato a guadagnare tempo studiando e curando le malattia ma poi ci siamo dimenticati dell'empatia ed abbiamo fatto morire la razza umana" e di quelle dello stesso loro lavoro "i libri insegnano le malattie, gli ospedali insegnano i malati" . Ognuno con la profondità e/o ironia dovuta dal momento, ognuno con il suo tic riconoscibile, ognuno con il suo perfetto ruolo nel dialogo rappresentativo messo in scena. E poi la capacità clamorosamente di sostanza di reggere e definire momenti e scambi tra i protagonisti/se stessa/il pubblico, con gli occhi lucidi e con la voce che va su e giù per l'emozione. E con una cosa che da sempre mi entra dentro, adesso di più, che è quella di riuscire a parlare in modo chiaro e profondo con il "semplice" silenzio. 
Davvero uno spettacolo da NON perdere. Fino a domenica 14 dicembre (quando saranno diciotto anni da quella notte) lo spettacolo è a Fiesole poi continuerà a girare. Seguite il mio consiglio, andate a vederlo. Ne vale davvero la pena. Complimenti GAIA, davvero.

sabato 6 dicembre 2025

Il niente

I #KappaDeca di stagione

La mia Viola

Cercando come "il sol dell'avvenire" la prima vittoria in campionato dopo tredici giornate di sconfitte e pareggi, ecco il #KappaDeca Viola dal Mapei Stadium.
  1. Partita. Campionato - 14^ : SASSUOLO - FIORENTINA = 3 - 1   GOAL: MANDRAGORA (R), Volpato, Muharemovic, Koné
  2. Formazioni. Il Mister conferma la linea a cinque dietro con Parisi e Comuzzo che sostituiscono Gosens ancora infortunato e Pongracic squalificato. Il terzetto di centrocampisti è quello ormai divenuto titolare inamovibile (SIGH!) mentre davanti Gud torna titolare accanto/in appoggio a Kean. Rimandato il cambio di modulo che per qualche giorno era circolato come possibile "avvento pre-natalizio".
  3. Primo tempo. Inizio vagamente promettente con un buon pressing alto e con una bella giocata da punizione Mandragora per Kean che però spara alto. Al decimo il portiere di Sassuolo buca l'uscita sul cross ed abbatte Parisi: rigore che - dopo una sceneggiata ridicola battoionobattoio - Mandragora trasforma perfettamente. Cinque minuti e Volpato stoppa sulla linea del fallo laterale poi fa quello che vuole puntando la porta e senza reale opposizione ma solo con un tocco che complica le cose a De Gea che non perfetto si fa infilare: pareggio in pochi minuti. Praticamente usciamo dal campo e tranne una breve apparizione di Dodò che crossa per Kean siamo nulli. Il Sassuolo fa molto poco in più tranne un tiro da lontano ed un paio di "tagli" non costruttivi. Al primo di recupero da angolo arriva un cross apparso lento, De Gea non esce e rimane in mezzo, Mandragora non salta e Muharemovic (e chi sennò...) sigla di spalla il primo gol in serie A.
  4. Intervallo. "...ed anche oggi il primo gol in A ad uno sconosciuto l'abbiamo regalato..."
  5. Secondo tempo. Dai dieci minuti vagamente promettenti del primo tempo si passa ad un pressing sterile di cinque del secondo. Poi il Sassuolo prova a spingere un po' e ci mette in un angolo. Volpato segna ma dopo un (mezzo) fallo su Parisi, Cheddira prova il gol da neoentrato ma trova solo il palo esterno e poi in una prateria sul centro sinistra si infila Koné che arriva solo davanti a De Gea e lo batte sul suo palo. Ci sarebbe circa mezz'ora ma non riusciamo a fare niente se non sostituzioni e cross inutili da metà campo, di un disarmante perfettamente abbinabile al momento.
  6. Pagelle. De Gea 4 ; Dodò 4 , Comuzzo 5 , Pablo Marì 5 , Ranieri 4,5 , Parisi 5 ; Sohm 5 , Mandragora 5,5 , Fagioli 4 Gudmundsson 4 , Kean 4   Ndour 4 , Viti 5 , Piccoli 5 , Fortini 5,5 , Kouamè SV All. Vanoli 4   
  7. Prestazioni.  Se molla anche De Gea siamo davvero più che rovinati. Dodò inguardabile come da mesi ma regolarmente titolare e capopopolo. Gud non pervenuto come per l'ottanta per cento delle gare da quando è a Firenze. Kean? Leggi alla voce De Gea. Ndour entrato per il cross a gocciolina da centrocampo. Tre centrali di difesa in campo (pare) fino al novantaseiesimo quando non c'erano più centravanti nel Sassuolo da circa mezz'ora. Menomale però è tornato Kouamè...
  8. Kommento. Prima della gara la domanda era: siamo "VIVO MORTO O X" ? La risposta non la dà Ligabue ma Masini in modo chiaro e netto: siamo IL NIENTE. Nove minuti di modesto ritmo vagamente sufficiente e poi PUF spariti contro una squadra ordinata ma senza il suo giocatore più forte. "E' stata tutta colpa di quel gol a freddo" visto che dopo il rigore abbiamo lasciato il campo e preso tre gol non tirando mai in porta e battendo un angolo al primo di recupero della ripresa. Zero grinta, zero idee (ma questo ormai sembra normale), zero tentativi reali di rivoluzionare qualcosa. Insostenibile l'idea che qualcuno continui a giocare con questa maglia visto il livello di attaccamento e grinta mostrati. Il livello della serie A tranquillizzerebbe perché il tempo per salvarsi ci sarebbe ampiamente, il livello del niente mostrato preoccupa di più visto che per farlo servirebbe giocare vagamente a calcio. 
  9. "TAKKO AI' GIRO" - Spazio teNNico Bollins gestito"...io sono ad Arezzo, meglio i mercatini di Natale...iolaeeee un ci salva nessuno...muah...ma uno sconosciuto noi 'uncis'ha? solo gli altri?!? Vu'livolete comprare forti, ora son tutti conosciuti...altro che patto con la curva, venvia dai...ci si sverna in B, minimo tre anni...dice un sono abituati a lottare per la retrocessione...però a Pradè gli dicevano che comprava solo da squadre di bassa classifica...comunque quelle che vanno giù hanno più mercato, la prossima estate si vende tutto in un batter d'occhio...ce li strappano con i denti, plusvalenze a gogo...aste...sai come si va..."
  10. Il migliore ed il peggiore. Anche quest'anno il migliore ed il peggiore li decidete voi. Lancerò ogni volta il sondaggio dove potrete votare voi per le due categorie ed alla fine dell'anno stabilire il TOP ed il FLOP dell'anno. Collegatevi al mio account Instagram @Kappaviola (clicca qui) e votate nelle mie stories. AGGIORNAMENTO I votanti di Instagram hanno deciso così: IL MIGLIORE: KOUADIO - Il peggiore: KEAN.

venerdì 5 dicembre 2025

Spenta la luce

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 671
"La guerra è finita" . Verrebbe da aggiungere "andate in pace" se non fosse a rischio la sensibilità di quell'istituzione che in questo mese ha il suo splendido evento principale. 
Purtroppo in quelle quattro parole ci sono due errori formali e sostanziali. Quello che definisce guerra uno sterminio/genocidio/qualsiasi modo si voglia chiamare e quello che definisce finito qualcosa che di terminato non ha niente. 
Dopo i proclami di successo trumpiano della pace con sfumature di tregua, in realtà quello che è successo è che il "TELESERVIZIO SU MISSILI BOMBE E COWBOY" ha tristemente smesso di andare in onda. Non solo. Tutti noi della cosiddetta opinione pubblica è come se ci fossimo dimenticati di quanto ci fosse stato a cuore nei mesi scorsi il livello di atrocità in atto a Gaza e dintorni. Ci siamo in pratica accodati alla rivendicazione di accordo sbandierata e siamo andati ad occuparci di altro. Più o meno tutti, io per primo.
Eppure basterebbe uscire da quelle tre notizie tre su cui si concentrano i soliti e consueti canali, lasciar stare il nuovo aggiornamento su Garlasco, ignorare le ennesime lucide analisi politiche ed economiche dei mirabolanti luminari che ci governano ed amministrano e cercare un po' di approfondimenti. Su come il termine pace usato non sia neanche vago parente né tantomeno sinonimo del significato da sempre conosciuto. Su come chi vive laggiù ed ancora non è morto, ha un destino pressoché segnato. Su come quella terra sostanzialmente non esista più, né geograficamente né economicamente né di vita vera e propria. Basterebbe cercare di tenerla accesa quella lampada di verità su quello che sta realmente accadendo e/o dare e fare sponda a chi lodevolmente se ne occupa senza aver smesso un solo istante. Il mensile di novembre del Fatto Quotidiano - MillenniuM - offre un'inchiesta completa su cosa sia quel territorio e su cosa sta accadendo. Le organizzazioni non governative impegnate sul campo continuano senza sosta a lanciare appelli all'attenzione cercando di sensibilizzare sui morti palestinesi che continuano nonostante la cosiddetta tregua (quasi quattrocento - di cui oltre centrotrenta minori - solo in questi due ultimi mesi), sull'insufficienza/inesistenza delle condizioni di vita vagamente decenti complicate dal clima avverso che non trova nessuna forma di struttura a bloccare i propri effetti, sulle condizioni drammatiche dei reduci.  L'ONU denuncia la mancanza degli aiuti alimentari previsti (più o meno un sesto di quegli annunciati) e la necessità immediata di tende e/o strutture idonee ad ospitare la popolazione vittima dei suddetti eventi climatici, ma l'accesso di tutto ciò nel territorio è impedito/complicato da Israele.
Con l'annunciata pace, la luce sulla situazione di Gaza si è spenta. E' calata nell'oblio della tragedia nota e di quella meno conosciuta di un territorio che oltre alla devastazione ed alla sparizione non merita neanche la decenza di un piano serio di aiuti e ricostruzione. Qui non si parla di giustizia o addirittura di adeguati provvedimenti per quanto accaduto, qui si parla di sopravvivenza e neanche dignitosa. Lo schifo a cui questa vicenda di tragedia mondiale ci ha di fatto abituati fa davvero impressione. E se ancora avessimo qualcosa di simile ad un cervello e/o un cuore per metterlo in atto, dovrebbe portarci tutti ad una vera e concreta analisi di fatti e responsabilità.

domenica 30 novembre 2025

Anche oggi si vince domani

I #KappaDeca di stagione

La mia Viola
Per provare ad uscire dalle sabbie mobili dell'ultimo posto, facciamo visita all'ex mister appena insediato in quel di Bergamo. #KappaDeca Viola per la sfida all'Atalanta.
  1. Partita. Campionato - 13^ : ATALANTA - FIORENTINA = 2 - 0   GOAL: Kossounou, Lookman
  2. Formazioni. Il Mister cerca di dare fiducia alla squadra proponendo una sostanziale conferma di metodo di gioco ed uomini. A comandare la difesa è quindi Pablo Marì con i soliti Ranieri/Pongracic accanto, il rientrante Dodò a destra e Parisi sull'altra fascia. Nel mezzo il terzetto che Vanoli sembra aver scelto come titolare con Fagioli e Mandragora che si alternano centralmente e sono affiancati da Sohm. Davanti torna la coppia d'attacco "pesante" con Piccoli che gioca accanto a Kean.
  3. Primo tempo. Neanche cominciamo e prima Kean e soprattutto poi Piccoli creano due occasioni molto importanti che Carnesecchi respinge in angolo. Dopo questa fiammata subiamo il gioco dell'Atalanta: Scamacca tira centrale, De Ketelaere viene fermato all'ultimo istante, Zappacosta è ipnotizzato da De Gea da due passi, ancora De Ketelaere che impegna in un gran intervento De Gea. Nel mezzo ancora Piccoli ma con un tiro troppo debole. Al quarantesimo all'ennesimo strappo di De Ketelaere (imprendibile) palla indietro a Kossounou che volendo crossare trova l'incrocio dei pali per il vantaggio atalantino. Prima della fine del primo tempo Lookman sfiora il palo dopo un rinvio sbagliato di De Gea
  4. Intervallo. "...Kossounou primo gol in campionato, nell'Atalanta, in Serie A....ma probabilmente in carriera visto che per segnare ha dovuto crossare male...."
  5. Secondo tempo. Ricominciamo con Kean che avrebbe un paio di occasioni ma le sparacchia una fuori ed una alta. L'Atalanta ricomincia a pressarci e ci mette un po' alle corde, guadagna un angolo su cui De Gea ci salva ma Lookman è tutto solo per il tap-in vincente e sono due. Un paio di giri di orologio e Lookman mette in mezzo un pallone perfetto per De Roon che di testa costringe De Gea ad un mezzo miracolo. Dodò avrebbe anche una buona occasione ma come per tutta la sua ora di gioco non azzecca la scelta. Kean di testa trova Scamacca attorno alla linea di porta e De Ketelaere arriva fino da De Gea ma per fortuna perde l'attimo. Ad un quarto d'ora dalla fine Kean la potrebbe riaprire ma il suo colpo di testa finalmente preciso sbatte sul palo.
  6. Pagelle. De Gea 7-  ; Dodò 4,5 , Pongracic 5 , Pablo Marì 4,5  , Ranieri 5 , Parisi 6  ; Sohm 5 , Mandragora 5 , Fagioli 5 Piccoli 5 , Kean 6- Fortini 6 ,  Gudmundsson 5 , Ndour SV , Richardson 5,5 , Comuzzo SV  All. Vanoli 5,5  
  7. Prestazioni.  Su De Gea "MUSICA E PAROLE" sono sempre le stesse: "eh se non ci fosse lui". Sbaglia un rinvio ed è da segnarlo come appunto, poi le solite 4/5 parate tra l'importante ed il notevole. Dodò ha fatto davvero tenerezza nel riuscire a non trovare mai mai e mai il passaggio giusto neanche ad un metro. Ranieri su De Ketelaere è un esercizio di sadomasochismo. Kean sbaglia tantissimo ma ha anche molta sfortuna con l'ennesimo palo e soprattutto con il resto della squadra che non lo aiuta mai ed in nulla. Parisi e Fortini meritano la sufficienza solo per aver fatto un paio di corse e due sprint, per dire il livello.  Il livello del centrocampo è quello che quando sono andato a dare i voti non ricordavo chi aveva giocato e chi entrato dopo.
  8. Kommento. Rispetto al nulla assoluto di qualche settimana fa, forse arrivano piccoli cenni di vita. Qualche occasione, un po' di sfortuna, qualche giocata. Alla tredicesima giornata senza vittorie può bastare? NO. Perché il migliore in campo come da inizio stagione è De Gea che evita diversi gol aggiuntivi, perché a centrocampo non ci sono segnali di vita né di gioco, perché molti giocatori sono tra l'imbarazzante e l'osceno e perché soprattutto siamo ultimi e la salvezza dista cinque punti. Quindi al momento i piccoli segnali di miglioramento sono solo dovuti al fatto che rispetto al nulla, peggio non si poteva fare. Sassuolo, Verona, Udinese, Parma le prossime quattro sfide prima della fine di questo anno solare: alibi finiti e timidi segnali di crescita che non possono bastare, bensì moltiplicarsi fino alla vittoria, più volte.
  9. "TAKKO AI' GIRO" - Spazio teNNico Bollins gestito"...acceso ora, quasi quasi rispengo...muah....mi sa che 'uncisifa, invece di vedere uno scudetto qui si finirà per aver visto tre volte la serie B...ed io che dicevo che si faceva schifo anche gli anni scorsi..."
  10. Il migliore ed il peggiore. Anche quest'anno il migliore ed il peggiore li decidete voi. Lancerò ogni volta il sondaggio dove potrete votare voi per le due categorie ed alla fine dell'anno stabilire il TOP ed il FLOP dell'anno. Collegatevi al mio account Instagram @Kappaviola (clicca qui) e votate nelle mie stories. AGGIORNAMENTO I votanti di Instagram hanno deciso così: IL MIGLIORE: DE GEA - Il peggiore: DODO'.

sabato 29 novembre 2025

I migliori applausi

#Klibro Novembre 2025 
qui il mio intero catalogo

ANDREA CARDONI
"La parte migliore del paese"
Fandango libri

Cambiano i soggetti, cambiano gli argomenti, cambiano gli stili, cambiano gli scenari ma c'è una costante: gli applausi. Quando Andrea Cardoni prende la penna e "lascia andare" seguirlo è davvero un gran privilegio. In questo "La parte migliore del paese" alla sua grande capacità di raccogliere la voce degli altri ha finalmente aggiunto la propria di voce ed è uscito un perfetto coro intonatissimo. E' un libro a cui non può non essere legato visto l'argomento e visto l'esordio da romanziere oltre che da autore ed è un libro a cui non si può non legarsi. 
E' originale nella visione paradossale e fantasiosa che come sempre accade poi viene poco a poco superata dalla realtà. Mattia Taidelli, il protagonista, si trova immerso in una realtà che non conosce e ne viene travolto per mille aspetti di origine e tipologia diversa. Per sua natura è uno che ha sempre "preso atto di tutto" e si troverà a far prendere nota agli altri di tanto. La storia inizia e finisce con due diversi lampeggianti e due diversi significati della parola "riconoscimento" ed ha nel mezzo un percorso personale immerso in un paesaggio collettivo: il mondo del volontariato. Ma non solo. I mondi comunicativi ed i loro percorsi, il mondo del lavoro e le sue strade, i rapporti di varia natura e varia costruzione. Tutti pressano attorno a Mattia e gli creano una sorta di tappeto di sabbie mobili dove lui deve essere bravo a rimanere in equilibrio. Un lavoro complicato nelle modalità e nel riconoscimento, rapporti che ondeggiano tra opportunismo e prevaricazione, un filino di fato contro e poi una "porta tagliafuoco" a mostrargli una sorta di strada nuova. La sua idea di far parlare gli altri ha finalmente il giusto riconoscimento ed il suo podcast "Mamaiut" diventa un caso di studio: dal niente al virale fino ad arrivare addirittura oltre. E da lì quello che era un mondo fino ad allora sconosciuto a tutti diventa protagonista mostrando altre debolezze oltre a quelle già note della difficoltà di apparire. La voglia di farlo a tutti i costi e la "moda" che girando si accorge del volontariato facendolo diventare oggetto e soggetto di tutte le attenzioni.
Andrea trova nell'ironia, nel paradosso e nel sarcasmo tre sentieri che conducono ad un solo punto di arrivo: un gran bello stile di scrittura. Fotografa una storia di fantasia basandosi su racconti veri e scrive di realtà concrete partendo da una trama romanzata. Il suo stile di scrittura è un flusso continuo che non concede troppe soste anche quando la trama rallenta. Il suo uso della punteggiatura fatto di parole continue intervallate solo da alcuni alternativi usi delle maiuscole e dall'abolizione dei segni dei dialoghi, per me ostico e non per niente nelle mie corde, in realtà rende il racconto un fiume in piena. In tutto questo c'è poesia e sguardo puri, e l'avvicinarsi al dolore senza lucrarci su, mostra come si fa ai protagonisti del libro che invece ne sfruttano la scia mediatica. Non molla la sua capacità di rendere protagoniste le storie e le voci degli altri ma vengono mescolate con la sua di capacità di raccontare ed è speciale come quella di raccogliere. Ci sono tanti personaggi e nessuno è fuori luogo all'interno del racconto del libro, ognuno di essi ha un perché ed un ruolo e tutti sono funzionali al percorso della storia. Nessuno è banale e per tutti c'è un tratto descrittivo che "te lo fa vedere". E poi c'è la grande intuizione di unire qualcosa che fatica ad essere comunicato da sempre con qualcosa che da sempre - da quando sono nati - sfonda la comunicazione: volontariato e mondo dei social (e non solo)
Tutto questo senza dimenticare mai i toni adeguati al racconto ed ogni sua piccola virata. Se vi state chiedendo "boia ma è davvero così bello questo libro?" la risposta è "assolutamente si". Applausi davvero, quelli migliori e più forti. 

CINQUE CITAZIONI

1 - "...poi gli dice, Si sistema. Anche sua madre gli diceva sempre Si sistema. E lui si incazzava. E' per aver creduto al si impersonale di Si sistema che non si è sistemato..."
2 - "....la Busta delle Buste è prima e ultima, il contenitore dei contenitori, il tutto che contiente la comma delle parti. La Busta delle Buste è la figura retorica del mondo, l'allegoria dell'universo....."
3 - "...la voce è un posto. La voce è un gesto d'aria fatto di pensiero. Ma quando lavori alla voce degli altri non ne hai più una tua..."
4 - "...mio padre diceva, fà del bene e scordate, fà del male e pentete..."
5 - "...il rancore è lungo e largo. L'odio finisce subito. Il rancore non finisce mai..."

Mia personale VALUTAZIONE: ***** - cinque stelle su cinque

venerdì 28 novembre 2025

Solo al raduno...

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 670

Dei tanti concerti visti con Liga, ognuno ha dato emozioni diverse e lasciato ricordi importanti e per questo non troppo accomunabili tra di loro. E' innegabile però che con il passare degli anni - e delle decine di concerti - un senso di piacevole loop si possa innescare. 
Il raduno del Bar Mario in tal senso è perfetto per movimentare le cose. Ha frequenza "random" ed è riservato agli iscritti del fan club, ma soprattutto stravolge un po' di concetti negli anni precostituiti.
Intanto i numeri relativamente ridotti poi l'orario totalmente diverso ed infine l'ambiente decisamente familiare. Quest'anno era il PalaPanini di Modena, luogo storico per i raduni del Liga, ad ospitare l'evento. Orario d'inizio le 16 come da consuetudini radunesche e scaletta totalmente diversa dal solito, non solo delle canzoni. 
Il programma infatti prevedeva le solite diverse sessioni con i diversi gruppi (Clandestino, Banda, band attuale), qualche parola del mio Poeta tra gli intervalli diversi, il set finale con tutti sul palco come elementi "noti". Altri elementi invece sono possibili solo in questo tipo di concerto, anzi in un raduno. Fan sul palco, domande dirette a Liga e soprattutto scaletta decisa per dieci pezzi dieci dallo stesso fan club. Su questo punto soprattutto il raduno diventa unico. Per la possibilità di "scelta" ma soprattutto di (ri)ascoltare qualcosa che rimane di solito nascosto. Nel sondaggio del Bar Mario a comandare sono state "le ballate" (tranne è più forte di me che viene eseguita insieme a i duri hanno due cuori nel set finale) ed allora Liga le esegue solo con la chitarra trasformando l'atmosfera in qualcosa di speciale, direi unico. Ed allora eccoli sarà un bel souvenir, lettera a g, atto di fede, cerca nel cuore e quando tocca a te
Si arriva al podio e sono brividi, di quelli veri. Si parte con uno dei miei pezzi preferiti (si lo so, praticamente tutti) che sempre secondo me ha uno dei testi più sottovalutati vista invece la potenza del clima che instaura, speciale sin dall'attacco per poi esplodere lungo il percorso "se ti basta chiamami scemo che io almeno Credo nel rumore di chi sa tacere, che quando smetti di sperare inizi un po' a morire, credo al tuo amore e a quello che mi tira fuori o almeno credo, credo che ci sia qualcosa chiuso a chiave e che ogni verità può fare bene o fare male, credo che adesso mi devi far sentir le mani, che a quelle credo, Qua nessuno c'ha il libretto d'istruzioni", tanto bello da non poterlo non filmare.

Seconda posizione sul podio un altro pezzo da brividi. Canzone che mi ricorda un San Siro di oltre ventitré anni fa quando Liga decise di "fare un corno" ad Urlando contro il Cielo e chiudere il concerto proprio con la domanda su che pezzi possa far passare il deejay del cielo. Il pezzo del cuore del mio Capitano e questo video quindi è tutto per lui. 


Posto più alto sul podio la canzone "non la fa ma se la fa" del gruppo a dopo influenzato dalla passione smodata del Galga. Video non fatto per telefonata in corso ed allora ripropongo quello del raduno di nove anni fa. Walter ha la potenza di creare davvero un'atmosfera magica, di quelle che respiri e sorridi tra il malinconico ed il soddisfatto, di quelle che ti ricordi perché proprio attaccata sulla pelle.


Ed infine, le consuete cinque foto per tenere traccia di questo ennesimo viaggio in terra ligabuiana, per il quale ringrazio di cuore chi ha condiviso con me tragitto e momenti in cui "la pelle si farà", come sempre compagnia fondamentale e certa. Ed un applauso di cuore a quel Poeta che ha reso sì scenico quel "cadremo ballando" ma ha anche e soprattutto regalato ventisei pezzi e più di tre ore di emozioni e brividi.

Rialzato dal cadremo ballando

Tutto per noi

La scaletta del fan club

Siam quelli là

Finale tutti insieme

martedì 25 novembre 2025

Una fitta allontanata

Intento a passeggiare per quel parco che non aveva mai preso troppo in considerazione, si trovò ad allargare il proprio giro mosso da un chissà quale istinto. Mentre ascoltava quel podcast satirico (a tratti sarcastico) che tanto sciacquava il suo cervello nei momenti in cui aveva bisogno di staccare da pensieri ingombranti, si trovò in un piccolo spazio chiamato "il cortile degli assenti". Il piccolo giardino nel giardino era delimitato da quattro panchine di colori diversi. I colori della pace, il bianco, i colori rainbow, il rosso. Ognuna identificata da una targa che spiegava che quella panchina era lì per far sedere il ricordo di vittime di atrocità avvenute per folli motivi diversi. Rimase colpito e rimase a guardarle. Tutte. Poi il suo sguardo venne catturato da quella rossa ed è lì che si accese il ricordo di Pamela e di quella lezione di vita. Gli sembrò di sentirla parlare adesso, con quella voce dolce ma tremendamente profonda ed  "UNA FITTA ALLONTANATA" per molto tempo tornò a fargli scomoda compagnia. Ci si avvicinava alla giornata internazionale contro la violenza delle donne allora come in quell'istante e mentre parlavano delle iniziative che si stavano organizzando lei gli disse: "vedi, fin quando il 25 novembre sarà UNA giornata in cui si considera le donne come si fa con le cose che meritano un briciolo di attenzione sporadico per poi riporre nell'angolo nel quale si pensa meritino di stare, sarà quasi peggio che meglio". Lui non riusciva a capire il perché e quella posizione gli risultò eccessiva ma conoscendo lo spessore di Pamela attese il resto della spiegazione. "vedi, fin quando a farci PAT PAT sulla testa una volta l'anno, facciamo due con l'otto marzo, saranno quelli che durante tutto il resto dei giorni ci considerano quelle che in fondo se la sono cercata per una gonna più corta o un rossetto più accesso questo giorno sarà la nostra sconfitta più che la nostra vittoria. Estremizzo. Ti ricordi Marina? La ragazza che lavorava nella ditta di fronte alla nostra? Non le ha creduto nessuno, nessuno ha fatto niente, nessuno le ha mostrato vera solidarietà, nessuno si è astenuto da mettere in giro voci sul suo presunto essere facile, nessuno l'ha considerata attendibile quando ha denunciato il compagno geloso. Poi il 13 ottobre in quella chiesa davanti a quella bara erano tutti travestiti da coccodrilli dalle lacrime facili". Fu lì che lui ebbe quella sensazione di mancanza d'aria che raramente avrebbe provato successivamente. Si sentì infilzato da quelle accuse perché quei commenti li aveva sentiti anche lui e pur non partecipando ai discorsi non aveva alzato la voce chiedendo il rispetto per Marina ed in fondo per tutte le donne. Guardando quella panchina quella fitta allontanata per tanto tempo si fece di nuovo sentire, forte come all'epoca. "vedi, lo so bene che mi date tutti della femminista polemica e che non andate troppo oltre prendendomi in giro anche sul mio aspetto fisico solo perché ho un bel culo, ma davvero fin quando non si capirà che ogni mancanza minima/media/grande verso una qualsiasi donna deve riguardare tutti - donne e uomini - e tutti i giorni, il 25 novembre sarà la festa internazionale dell'ipocrisia". Per poi concludere "vedi, il paradosso è che io mi devo sentire fortunata come donna perché in 40 anni ho "solo" guadagnato meno di quanto meritassi, fatto meno carriera di altri colleghi maschietti, aspettato l'ultima promozione due/tre anni in più di un percorso già ritardato perché "eh sai sei incinta...", sentito commenti più o meno sboccati su quanto e come fossero frequenti e lunghe le mie riunioni con il capo. E perché? Solo perché sono donna. E davvero sono fortunata in paragone a Marina o a molte altre anche "solo" importunate e/o molestate. E questa è la vera tragedia." Quei vedi li risente tutti davanti a quella panchina e gli scappa un sorriso malinconico. Pamela, che alla fine quei motivi di fortuna li aveva sbattuti in faccia al capo sbattendo anche la porta e provando a far valere i propri diritti denunciando quello che riteneva ingiusto. Il primo risultato? I commenti "da quando ha smesso di fare le 'riunioni' con il capo si è impermalita". L'ennesima conferma della correttezza della sua tesi. Il sorriso si fece amaro sul suo volto e quella fitta tornò prepotente. "più fortunata di Marina" ripensò a quelle quattro parole. E quella fitta picchiò più forte. Tanto. E quella panchina divenne più rossa, almeno ai suoi occhi.

sabato 22 novembre 2025

Piccoli cenni

I #KappaDeca di stagione

La mia Viola
La nuova gestione Vanoli iniziata a Marassi (clicca qui) fa il suo esordio al Franchi con il botto: LA partita. #KappaDeca per la sfida alla #JuveMerda.
  1. Partita. Campionato - 12^ : FIORENTINA - JUVENTUS = 1 - 1    GOAL:  Kostic, MANDRAGORA
  2. Formazioni. Si riparte dopo la sosta confermando le scelte pre-sosta. A comandare la difesa è Pablo Marì affiancato da Pongracic e Ranieri centralmente e da Dodò più la sorpresa Parisi sulle fasce (vista la conferma dell'assenza di Gosens). A centrocampo viene scelto dopo qualche panchina l'ex Fagioli regista mentre i due mediani sono ancora Mandragora e Sohm. Piccoli affianca l'altro ex Kean. Panchina per il terzo ex Nicolussi Caviglia
  3. Primo tempo. Non sembriamo molto più pimpanti di altre occasioni ed il loro centravanti guadagnerebbe anche un rigore, tolto dal VAR con qualche dubbio sulla correttezza della chiamata. Ci svegliamo e Kean si viene a prendere una palla quasi a metà campo per portarla in area e provare a far venire giù la traversa. Mandragora su punizione ci prova con un tiro liftato morbido ma trova solo l'esterno della rete. Di nuovo il centravanti dei gobbi scherza Pablo Marì e "RIDIAMO A PIU' NON POSSO" soprattutto perché poi dopo aver saltato anche De Gea, lo stesso nove viene ostacolato da Yildiz e spara fuori. Al quinto di recupero lo stesso centravanti mura un tiro di Locatelli, noi non usciamo e Kostic da fuori beffa il nostro portierone, nell'occasione non troppo one.
  4. Intervallo. "..avevamo calcolato quarantacinque minuti di autonomia, quel recupero ci ha tagliato le gambe...."
  5. Secondo tempo. L'ingresso di Fortini e la strigliata probabile del Mister ci fanno reagire. Troviamo subito il pareggio con un eurogol di Mandragora su assist di un Kean supercarico. Non solo. Ancora Kean che dialoga con Piccoli e prova con un diagonale che Di Gregorio respinge in angolo. Subito dopo un mischione dopo un nostro calcio d'angolo ci fa sfiorare il raddoppio. Un quarto d'ora e chiudiamo la nostra sfuriata. Torna in qualche modo avanti la #JuveMerda con un assolo di Yildiz che scarica piano però su De Gea che invece viene impegnato molto di più dal colpo di testa di McKennie dove serve una bella reattività per non rimanere sorpreso. Finale con fiato corto e qualche pallata in tribuna.
  6. Pagelle. De Gea 6 ; Dodò 4,5 , Pongracic 6+ , Pablo Marì 4,5 , Ranieri 6 , Parisi 6 - ; Sohm 5 , Fagioli 5 , Mandragora 7 Piccoli 5,5 , Kean 7,5 Fortini 6,5 , Ndour 5,5 , Gudmundsson 5 , Kouadio 6+ ; Viti SV All. Vanoli 6 
  7. Prestazioni.  Mostruosa la partita di Kean che da solo trasmette la carica, tira in porta, fa assist e crea occasioni. Parisi è volenteroso ed anche tanto ma se lo notiamo è il resto che deve preoccuparsi. Allucinante la prestazione di quel tizio biondo , probabilmente un passante, nel primo tempo quando la cosa migliore che fa è tirarsi la palla sul braccio con uno svirgolone clamoroso. Buono l'ingresso di Fortini e Kouadio, grinta e corsa apprezzabile anche negli errori di precisione. Un paio di recuperi di Pongracic probabilmente gli farebbero meritare un voto più alto ma sul gol subito si gira colpevolmente. Bellissimo il gol di Mandragora che resta l'unico, eccetto Kean, a dar l'impressione di poter far male agli avversari e non solo con le pedate.
  8. Kommento. Nel primo tempo abbiamo l'occasione più grande ma giochiamo una partita comunque molto molto opaca che in qualche modo illuminiamo con un quarto d'ora di reazione apprezzabile nel secondo tempo. Siamo clamorosamente legati all'unico schema noto: palla a Kean e sperare. Oggi il centravanti era in giornata speciale ed abbiamo tenuto botta. A centrocampo la fatica è clamorosa e sugli esterni di difesa troviamo spinta solo quando i titolari escono. Una delle #JuveMerda più scarse fa pochissimo ma trova il gol nel primo tempo e ci mette in ansia (per poco o nulla) nel finale. Un nuovo brodino ma il pasto dei tre punti comincia davvero a mancare TANTO visto che siamo praticamente a Dicembre e la vittoria ancora non è arrivata. Prendiamolo questo punticino, sperando soprattutto quelle cose buone intraviste siano i (piccoli) cenni di qualcosa di diverso.
  9. "TAKKO AI' GIRO" - Spazio teNNico Bollins gestito"...mi sembra bene per ora no?!? Uh che bello questo risultato, sto impazzendo dalla gioia....raudi, tric trac, nani, ballerine, fuochi d'artificio..."
  10. Il migliore ed il peggiore. Anche quest'anno il migliore ed il peggiore li decidete voi. Lancerò ogni volta il sondaggio dove potrete votare voi per le due categorie ed alla fine dell'anno stabilire il TOP ed il FLOP dell'anno. Collegatevi al mio account Instagram @Kappaviola (clicca qui) e votate nelle mie stories. AGGIORNAMENTO I votanti di Instagram hanno deciso così: IL MIGLIORE: KEAN - Il peggiore: PABLO MARI'.

venerdì 21 novembre 2025

LA partita

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 669

Come già detto e manifestato in questo blog più volte, ci sono partite e poi c'è.....la #juvemerda. Ed anche se la passione (mia ma mi sa non soltanto mia) è diametralmente calata ed ha preso sfumature più tenui, quella di domani non sarà mai una partita come le altre o anche una partita importante, ma appunto LA partita.
Ed allora riprendo qualcosa che ho scritto un po' di tempo fa e lo ripropongo....vedi mai che possa "portare bene".....visto il periodo si provano un po' tutte.....
E di seguito il sunto di quel "vecchio" post.....
BUONA LETTURA e FORZA VIOLA SEMPRE, specie per domani.

Parte dal cuore, dalla passione, dai "SOGNI DI ROCK & ROLL" che ogni tifoso viola ha nel proprio DNA. Vive dell'indole da sempre polemica di Firenze e del suo giglio rosso e si alimenta con la "bruttura" di rivali odiosi e mai sopportati. 
E' parte di ogni frequentatore del Franchi, di ogni appassionato, di ogni interessato alle vicende viola, dal più affezionato tifoso a quello che ascolta solo i risultati la domenica sera. Si identifica in quel "siete più brutti della multipla" e si fotografa in milioni di episodi, di furti, di partite epiche, di gesti e scaramanzie che ognuno personalizza e rende propri a modo suo e con la propria memoria "ma quando ci rubarono quel rigore in coppa Uefa?" "ma quando segnò Tendi?" "ma quando si arrivò tre ore prima e si fece lo stesso la coda ai cancelli?" e milioni di altri episodi.
.....
Per definirla meglio cerco le parole in frasi o discorsi che ho già usato e gli episodi che in qualche modo ho già "selezionato". 
Parlo degli episodi raccontati, "fotografati" e ricordati con video nel mio "Una Passione da 10"

Il calcio, come gli altri sport ma forse ancora di più, vive di rivalità e di accesi duelli; per una parte delle squadre italiane, questa rivalità è identificata ed identificabile dal derby che mette di fronte le due squadre della stessa città. Per la Fiorentina la cosa non è mai stata possibile per assenza di una seconda squadra di Firenze e quindi la rivalità bisognava cercarla altrove. La rivale più naturale si è rivelata essere la Juventus, scelta comune anche ad altre per il fatto di essere la squadra più titolata del campionato italiano, dai metodi dirigenziali spesso arroganti e conseguentemente una delle meno simpatiche.
Come già visto anche per il calcio storico, è nello spirito fiorentino il senso di orgoglio e disprezzo della prepotenza dei cosiddetti potenti (la partita durante l’assedio di Carlo V ne è un valido esempio), ma in questo caso non è solo quello. La rivalità nasce da lontano, da epiche partite in cui la Fiorentina era una squadra nettamente inferiore e faceva dell’ardore agonistico l’unica arma a disposizione contro la maggiore classe dei rivali sorretti dalla superpotenza Fiat degli anni del boom economico. Quando i valori sono stati più vicini e quindi all’antagonismo si è aggiunto anche la concorrenza per lo stesso obiettivo, la rivalità ha toccato le maggiori vette fino ad arrivare al 1981/82. Quello infatti fu il campionato in cui arrivò l’evento scatenante che sancì e certificò quella che sarebbe diventata una rivalità storica. All’ultima giornata di campionato, con le due squadre a pari punti in testa alla classifica, due decisioni arbitrali discutibili portarono al pareggio la Fiorentina a Cagliari ed alla vittoria la Juventus a Catanzaro portando lo scudetto a Torino. Quella fu la classica goccia che faceva traboccare il vaso, molti tifosi viola delusi dal risultato videro nell’approssimarsi dei Mondiali, quindi nel pericolo di allungare i tempi del campionato con uno spareggio, il motivo che in qualche modo spinse ad una conclusione immediata favorendo la squadra più potente. A Firenze tutti si sentirono defraudati di un terzo scudetto meritato sul campo e da allora la sfida con la Juventus non fu più una partita ma LA partita.
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"Una passione da 10" di Enzo Susini - edizioni goWare 

sabato 15 novembre 2025

Correre per trovare il proprio posto

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 668
C'è un'abitudine a cui "VOLENTE O NOLENTE RISPONDERO' PRESENTE". E' quella che da un certo punto in poi del mio tempo libero ho cominciato a curare piano piano, con alti e bassi ma senza mai abbandonare. Consiste nello spogliarsi di fatiche e pensieri vari ed infilarsi pantaloncini e maglietta indicata per la stagione, allacciarsi i lacci di scarpe che si mettono solo in quelle occasioni e partire. Controllare marsupietto da anziani, verificare la batteria di telefono ed auricolari e "scendere in strada" preparandosi a faticare. Se questi sono i passaggi standard, da qui in poi cominciano quelli che differiscono da giornata a giornata. Appena fuori infatti iniziano le scelte di come accompagnare il percorso: la playlist, la direzione iniziale e più o meno il percorso che per mio gusto tenta sempre di essere diverso tra andata e ritorno. Decise anche queste, le gambe - vagamente attivate da due/tre movimenti di riscaldamento - provano a mettersi in moto insieme all'applicazione specifica per tenere traccia di quanto fatto e come.
Quello è più o meno il momento che preferisco. Quello in cui tutte le resistenze di fatiche fisiche e quelle a parole di "maccheseisicuro" detto interiormente, vengono spazzate via da una sorta di click che spegne il bagaglio di pesantezza ed accende davvero il motore. Parte la corsa e la testa continua a fare mille giri ma allo stesso tempo si libera. La musica la accompagna ed il percorso scelto fa da sfondo. Le strade piene di auto prima, i semafori poi ed infine le parti pedonali: tutto per arrivare in un po' di verde in un'area "diversa". Finalmente lo spazio migliore dove mettersi davvero in moto respirando aria pulita nel parco fiorentino più grande. 
Costeggiare i viali alberati delle Cascine tra un peso della valigia ed un filo rosso è trovare il ricercato respiro ed il battito giusto. Attraversare la passerella verso l'Isolotto facendosi accarezzare da Lucio Dalla e Rino Gaetano è il modo migliore per godersi l'Arno con i suoi calori autunnali e la giornata con le sue temperature primaverili. Arrivare attraverso il giro completo del parco a toccare le panchine dove Nuti raccontava di affettati e partiti politici strappa un sorriso e mette il buon umore. Concludere il percorso verde costeggiando i campi della Trave tra i complici di Nigiotti e gli atomi dei Negrita è davvero ritrovare il proprio posto. Di nuovo il passaggio attraverso un po' più di asfalto e mezzi in movimento ed il rientro. 
L'applicazione ti segnala km e passo e comunque, anche se non era l'obiettivo principale della corsa, uno sguardo è naturale e stimolante darglielo. Quello che invece resta più importante è l'aver assaporato anche questa volta l'aria buona di una corsa che sembra togliere fiato ma che in realtà lo consegna in grandi quantità. Due passi per defaticare ed uno sguardo a quel parchetto sotto casa che negli anni ha visto passare momenti e significati diversi. Punto perfetto dove lasciare l'ultimo sguardo e l'ultimo sorriso tra ricordi ed emozioni, facendoli incastrare stretti prima di rientrare.
Alla prossima corsa, alla prossima voglia di raccontarla di nuovo.