sabato 19 febbraio 2022

Certe cose non si commentano

#KdL - KIAVE DI LETTURA n° 475

La frase della settimana è "le sentenze non si commentano". E fondamentalmente è un concetto che condivido. Quindi cercherò in questo post di non far riferimento alla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum relativo al fine vita.
Non lo faccio perché non voglio essere tra quelli che "SPUTANO TUTTE LE PROPRIE SENTENZE, SENZA NEMMENO AVERLE MASTICATE" e perché non ritengo di potermi sostituire a livello giuridico a persone che voglio ritenere (e sicuramente lo sono) MOLTO più competenti di me in ambito legislativo e costituzionale. Parlerò di altro. Cercherò di esprimere la mia opinione su come chi legifera in questo Paese non sia riuscito a dare una legge degna di una nazione civile sull'argomento fine vita.
Quando si parla di questo argomento immediatamente la mia mente corre alla storia di Eluana Englaro. Una storia difficile anche solo da rileggere ad anni di distanza, figuriamoci a viverla in prima persona. Eppure nelle grandi difficoltà, nelle tragedie e nelle loro gestioni spesso si può riscontrare elementi di grandezza e di ispirazione. Parlo di Beppino Englaro che ha fatto del riconoscimento della volontà di sua figlia la sua battaglia. Per lei e per la sua famiglia, ma non solo. Per l'emersione di un diritto assoluto e sacrosanto: quello di decidere della propria vita. 
Negli ultimi giorni di Eluana l'Italia si ricoprì di merda *, scusate il termine ma in altro modo non si poteva dire, anche dopo una sentenza che dava ragione alla richiesta di Beppino Englaro di sospendere l'alimentazione forzata a sua figlia. Si scatenarono ricorsi delle associazioni pro-vita e della Chiesa in generale dimostrando che quando c'è da mettersi su un pulpito autocostruito ed insegnare morale di plastica sono sempre i primi. A ruota ovviamente tutta la peggiore classe politica inimmaginabile che negli ultimi giorni di vita di Eluana occupò il Parlamento tra frasi invereconde ( Berlusconi "Eluana può rimanere incinta" Alfano/Quagliariello "Eluana verrebbe uccisa" Mussolini "Toglierei acqua e cibo a Beppino") e mancate prese di distanze nette (abbandono dell'aula di fronte a certe mostruosità). 
In tutto questo, sommato alla vicenda personale, Beppino ha tenuto alta la testa sempre e si è fatto carico di riportare logica e dignità in un Paese che le aveva perse (e purtroppo mai ritrovate). Chiedendo che la sua vicenda diventasse esempio per regolamentare questo diritto e che le sentenze e gli inviti delle motivazioni delle stesse non rimanessero lettere morte. Era il 2009, questo blog era appena "nato" ed oggi a tredici anni di distanza mi trovo a scrivere le stesse identiche cose (basta cercare con la "lente" in questo blog la parola Englaro e trovate gli scritti di un tempo). 
Gli uomini politici sono cambiati (in parte) la loro inciviltà sull'argomento no. Usando le parole di questi giorni di Beppino “Quando abbiamo iniziato la nostra battaglia per Eluana eravamo soli. Soli a rivendicare un diritto sacrosanto che mia figlia voleva esercitare, non noi genitori. Lei non aveva voce e quella voce gliel’abbiamo prestata. Oggi non è più così. La società civile ha preso in carico il tema, si è espressa in tutte le sedi possibili, con ogni tipo di manifestazione possibile. A non essere cresciuta, maturata, a essere rimasta ferma è solo la politica”. 
La mobilitazione della società civile aveva prodotto un vero e proprio "miracolo" in termini di raccolta firme che la Corte ha respinto con anche il carico di una conferenza stampa sarcastica nei confronti dei promotori della legge, nella quale tra l'altro venivano presentati esempi limite che poi son stati puntualmente smentiti dai fatti puntualmente riportati dai promotori del referendum. Ma non è questo il punto di critica. Scrivere di Giuliano Amato, del suo sarcastico modo di comunicare e del suo ego non rientra proprio nei miei interessi. Magari gli potrebbe essere detto che se noi comuni mortali non possiamo commentare le sentenze magari anche lui potrebbe evitare di fare il commento sarcastico a quanto deciso, ma capisco che sarebbe chiedere troppo. Le sentenze non si commentano, no? Quindi....
Però almeno una domanda si potrà fare no? Ecco. Allora mi limito a fare quella. 
Visto che non bastano esempi di persone (Eluana, Welby, DjFabo.....ma solo i primi che mi vengono in mente) che mettono a disposizione se stessi e le proprie vite per dimostrare quanto sia non più rimandabile uno scatto di civiltà, che la disobbedienza civile porta a qualche minuto di interesse ma a zero risultati concreti da parte di ipocriti opportunisti dell'argomento del giorno, che la politica TUTTA se ne strabatte le palle * (scusate ma anche qui non si poteva dire altrimenti) impaurita dalle reazioni del potere del Vaticano, che i referendum non sono ammissibili, che le sentenze non sono commentabili......cosa cazzo * ci resta di preciso (anche qui scusate la volgarità) per far riconoscere il sacrosanto diritto di poter decidere della propria vita? Ognuno per la sua eh. Perché il bello sta proprio lì. Chi chiede una legge su questo argomento non vuole imporre ad altri di decidere in un certo modo ma vuole solo avere la libertà di scegliere per se stesso. E per questo motivo è considerato pericoloso e le sue intenzioni da vietare. Chi invece ti vieta di poter scegliere è incensato ed applaudito dal pulpito autocostruito da cui si incensa morale di plastica. 
Forse anche in questo caso, meglio non commentare.

* di nuovo scusate per le volgarità, ma questo scempio continuativo su un argomento così importante come la vita di ognuno di noi proprio mi fa bollire il sangue.

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