Kiave di lettura n° 117 |
Non serve certamente la mia Kiave di lettura, l'evento è talmente enorme da commentarsi da solo. Parlo della tragedia parigina di questi giorni e del "GIORNO DI DOLORE" per tutta l'umanità in genere. Ovviamente in molti non hanno perso tempo a catalogare questa tragedia come unica responsabilità della cultura/religione musulmana e come responsabilità collegata quella di una mancanza di rigidità in politiche di accoglienza, cavalcando ignobilmente questa tragedia per fini politici o di personale propaganda; magari critiche e ragioni portate da "altissime" personalità che da sempre governano questo Paese ed adesso lo mettono in guardia sventolando questi giorni francesi come uno spauracchio possibile per l'Italia.
Personalmente le discussioni sulle religioni non mi appassionano per la mia posizione di ateo totale, a maggior ragione la considerazione di umanità e superiorità da parte di una specifica religione contro un'altra (qualsiasi siano le parti) mi sembrano concetti incomprensibili e sulla vena della follia di posizioni estreme. Per moltissimi il problema è la diversa cultura, quella da considerarsi "inferiore" e non umana come viene definita quella musulmana. Chissà dove erano questi scienziati durante la strage norvegese, chissà dove continuano ad essere quando cattolicissimi padri di famiglia uccidono moglie e figli in nome di un matrimonio da salvaguardare rispetto ad una possibile separazione.
E' vomitevole questo rincorrersi di motivazioni e di soluzioni efficaci da parte di "tromboni" che non riescono a cogliere la differenza tra differente cultura e comune estremismo, presente ovunque. Così come la pretesa di catalogare una religione come umana ed una come inumana, senza basare la propria divisione su niente di oggettivo, non comprendendo che con il muro contro muro e con la continua considerazione di superiorità si fa solo il gioco degli estremisti. Per non parlare degli attuali paladini della libertà di stampa/espressione di pensiero che fino a qualche ora fa erano ad elencare i motivi per i quali alcune cose si possono/non si possono dire e che invocavano sanzioni e cancellazioni per programmi/giornali non in linea con il pensiero "comune".
Credo servirebbe un pò di accensione di cervelli, per chi ne è dotato, e trovare davvero i motivi ed i modi giusti di reagire, magari lasciando adesso per un secondo o un minuto spazio alla solidarietà ed al giusto pensiero di vicinanza alle famiglie colpite dalla tragedia.
Questo è quello che mi sento di fare io...con un semplicissimo.... SOLIDARIETA' a Parigi e non solo, a Charlie Hebdo, alle famiglie delle vittime del giornale e degli ostaggi....un grande e forte pensiero di VICINANZA....
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