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"Assassinio a Villa Borghese"
Marsilio Lucciole
Esordio di Veltroni come giallista ed esordio per me come suo lettore. Come è facile intuire dall'autore e soprattutto dal titolo del libro, l'ambientazione dello stesso è la Capitale. Non solo. La città diventa ben presto vera protagonista delle pagine, alla pari dei personaggi e delle vicende che vengono raccontate.
Oltre a Roma, il protagonista è un ispettore non esattamente nei primi posti dell'ipotetica classifica di rendimento degli investigatori. Al suo fianco "COME AL SOLITO C'E' QUELLO CHE" si potrebbe definire un gruppo di agenti dalle caratteristiche più da "film commedia" che da "film poliziesco": uno con improvvisi crisi di narcolessia, due gemelli dai tratti grotteschi, un agente vicino alla depressione, uno con forti problemi di vista. A questa squadra viene assegnato il nuovo commissariato istituito a Villa Borghese e ben presto sarà chiamata a trovare la soluzione ad una serie di omicidi e ritrovamenti dai tratti pulp. L'ispettore proverà a tirare fuori il meglio dai suoi agenti e da aiuti esterni che inizialmente sembrano più dei ricatti e che invece si trasformeranno in concrete offerte di collaborazione.
Lo scenario di fondo del libro sembra un po' ispirarsi ad un mix di commissariati dai contorni ironici: da alcune estremizzazioni di Catarella al gruppo di agenti della squadra di Rocco Schiavone. Il protagonista, Giovanni Buonvino, tiene bene la scena con le caratteristiche di "simpatico perdente" dai guizzi investigativi. Sono apprezzate anche le frequenti citazioni cinematografiche che arricchiscono le pagine del romanzo: da Nick Novecento (amico immaginario del protagonista) a C'eravamo tanto amati" passando per "Il buono il brutto e il cattivo". Il libro sostanzialmente tiene, la scrittura è piena e lascia una bella sensazione nello scorrere delle pagine. Ma qualcosa si perde un po' a livello di pathos. Il libro infatti, seppur piacevole, non risulta clamorosamente avvincente. Probabilmente qualcosa viene a mancare per il fatto che il percorso investigativo troppo spesso viene messo in secondo piano rispetto alla descrizione dei personaggi, alla Capitale ed ai riferimenti ad opere cinematografiche o artistiche. Le priorità infatti sono spesso riservate ad altri aspetti ed è per questo aspetto che a mio parere il libro tiene meglio come romanzo di "rapporti" o di aneddoti e citazioni che non come giallo in sé.
CINQUE CITAZIONI
1 - "...c'è anche nelle persone, una sottilissima linea di confine tra sentimenti opposti, come il pianto e le risa..."
2 - "...senza sapersi spiegare perchè chi era stato tradito fosse improvvisamente colpevole e chi aveva tradito fosse invece abilitato all'accusa e legittimato a scuotere le mura con la violenza della porta sbattuta..."
3 - "...le macerie di un'elegante gloria perduta, il senso, tra tutti, di una sconfitta.."
4 - "...sai come diceva Clint Eastwood in "il buono, il brutto, il cattivo"? "il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi"..."
5 - "...mi serve il passato da ricordare ed il futuro da immaginare. E ora faccio fatica, mi sento come un orologio digitale. E questo non mi rende felice. Soddisfatto sì. Ma non felice..."
Mia personale valutazione: *** - tre stelle su cinque