lunedì 31 luglio 2023

Una storia vista da occhi diversi

#Klibro Luglio 2023 
qui il mio intero
Katalogo
PAOLO DI PAOLO
"Una storia quasi solo d'amore"
Feltrinelli

Nel romanzo di Paolo Di Paolo il primo compito del lettore è quello di individuare i protagonisti del libro. Non tanto quello di capire le loro caratteristiche e sfumature bensì quello di individuare proprio su chi il libro è basato. L'impostazione prevede un "io narrante" che in realtà non accompagna le pagine del romanzo raccontando la propria storia bensì quella che si sviluppa intorno a sé e che la riguarda solo indirettamente. Saranno infatti principalmente le vicende di sua nipote e di un giovane attore della sua scuola di recitazione quelle che Grazia osserverà e proverà a raccontare. Nel farlo lascerà allo sviluppo della loro storia il palcoscenico principale e si metterà dietro le quinte da brava regista. Dai consigli professionali a Nino allo sguardo "materno" verso la nipote il suo esserci sarà discreto ma determinante rendendo evidente la sua appartenenza alla categoria di "QUELLE CHE SANNO SPIEGARTI" ciò che ti dicono. Il suo racconto oscillerà fra il dolce e l'aspro lasciando chi legge soddisfatto dello svilupparsi di trama e stile che ho personalmente trovato "in crescendo".
Serve infatti un attimo per ambientarsi e calarsi nel percorso ma quando si fa proprio diventa familiare molto più del previsto. Le descrizioni sono complete ma non eccessive ed anche se la trama non è clamorosamente ricca di colpi di scena (se non probabilmente nel finale) il romanzo non perde di interesse e non fa diminuire l'attenzione di chi legge. Particolare il modo di proporre i dialoghi alla stessa maniera sia che siano in forma indiretta riportati da parte di Grazia sia che siano in modo più intimo tra Nino e Teresa. Curioso il riferimento nemmeno così secondario all'impatto religioso e di fede di uno dei protagonisti ed il suo riflesso sull'altro. 
Se in alcuni punti sembra smarrirsi il riferimento centrale del libro divagando in altro, il tutto torna sempre poi al punto focale della trama. Si legge bene ed anche se di fondo il romanzo è leggero, gli spunti per alcune riflessioni non mancano. Consigliabile e consigliato.

CINQUE CITAZIONI

1 - "...recitare un po' si recita sempre e come viene. E no, non si tratta solo di bugie - gente che indossa maschere che non dovrebbe, gente che nasconde, che dissimula, con l'ansia di essere scoperta e punita. C'è una zona teatrale in ogni nostro atto - ci stava arrivando anche lui..."
2 - "...perché si sentiva così bloccato? Perché non riusciva a essere indifferente? Perché non provava nemmeno a dirle ciò che sempre aveva pensato, di questi argomenti e di tutto? Perché era così coinvolto? Perché gli stava incredibilmente a cuore entrare nella sua testa? Ed in tutto questo, perché aveva tanta voglia di fare l'amore con lei? La testa di Nino era affollata di domande come forse mai era stata e questo lo sorprendeva, lo agitava..."
3 - "...era come vedervi giocare a tennis con le parole: concentrati, se necessario rabbiosi - l'ansia di vedere se il colpo andava a segno. Guardandovi da fuori, si sarebbe potuto pensare a una lite, e qualcuno deve averlo pensato: quelle rese dei conti tra gente che non riesce ad amarsi più - la ferocia travestita da calma gelida..."
4 - "...come stai? chiedevano. E' sempre la prima domanda. E' sempre quella a cui più fatichiamo a rispondere. Bene. Abbastanza. Non ci lamentiamo. Rispondevo: male. Sentivo l'impaccio, lo scavalcavo con una richiesta: raccontami qualcosa..."
5 - "...come dalla bolla di una lacrima. Aspetta. Sente che non potrebbe stare in nessun altro luogo del mondo, ma solo lì, nella Panda in cui hanno fatto l'amore. Solo lì, dentro quell'attesa così simile a un rischio, a una prepotenza, a una dichiarazione d'amore.."

Mia personale VALUTAZIONE: **** - quattro stelle su cinque

domenica 30 luglio 2023

Poche parole

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 550

Poche parole.
Difficile trovarne molte e soprattutto non già mille volte buttate giù provando a raccontare lo schifo e l'orrore di quella tragedia chiamata femminicidio.
Solo in ordine di tempo e purtroppo solo provvisoriamente "l'ultima" si chiama Sofia. Ed è la terza in due giorni. 
In ordine di tempo invece questo è il mio ultimo post sull'argomento ma so già che purtroppo non sarà l'ultimo. Mi è capitato infatti di scriverne in passato ma sono qui ancora una volta. Inutilmente e con poca fantasia ma di nuovo colpito dalle vicende continue ed ogni volta più sconvolgenti di violenza diretta verso le donne.
Ripetitività che mostrano, tra le altre orribili caratteristiche penali, tutti gli assassini del caso.
Sempre lo stesso iter, sempre lo stesso scenario, sempre la stessa vittima, sempre la stessa comunicazione, sempre la stessa finta indignazione. 
Cambia il nome della donna in questione ma ogni tre/quattro giorni "QUESTA MERDA INTORNO SEMPRE MERDA RESTERA'". 70 volte dall'inizio dell'anno.
Ma in fondo evidentemente va bene così, visto che non cambia niente e niente di concreto viene fatto al riguardo. Cade l'attenzione dopo pochi istanti e spariscono i passaggi concreti che dovrebbero seguire le parole di impegno opportunisticamente dette sul momento. Tragicamente tutte le violenze e le morti non servono nemmeno ad insegnare qualcosa.
La Kiave di Lettura di oggi non ha molto altro da aggiungere. E' ripetitiva rispetto a mille altre e come tutti gli altri post chiude con un senso di rabbia, schifo e vergogna davvero totale e doloroso.
Vergogniamoci tutti visto che non riusciamo ad essere umani.

domenica 23 luglio 2023

Consiglio per l'estate

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 549
Nel mezzo di un periodo "caldino", da estate piena ed esplosa, il pensiero delle ferie prende campo. Che siano con relativi viaggi o meno, che siano lunghe o brevi, che siano super-programmate o improvvisate. In ogni declinazione le ferie rappresentano anche tempo libero, che ognuno cerca di abbinare alle cose che preferisce fare. Spesso, soprattutto "sotto l'ombrellone" tra le attività di relax c'è la lettura.
Per questo, soprattutto per chi anche in vacanza vuole portarsi un pezzetto della nostra "PICCOLA CITTA' ETERNA" , vi consiglio un libro uscito qualche mese fa a cui ho avuto l'onore di "partecipare" con il mio racconto "La prima volta che Firenze si è presentata".
Un libro fatto di diciotto racconti messi insieme e dall'importante azione di raccolta e coordinamento di Giacomo Cialdi, che ha anche firmato uno dei racconti più interessanti e riusciti. Un insieme di dediche alla nostra meravigliosa città attraverso storie personali, romanzate, fantasiose, vissute. Un mix di penne diverse tra cui appunto la mia. E proprio sul mio racconto, alcune delle persone che hanno avuto voglia di acquistare il mio libro, mi hanno poi fatto avere il loro parere. Che mi piace ogni tanto rileggere e che mi va oggi di condividere. Per provare a darvi qualche elemento in più sul libro e sul racconto e magari convincervi all'acquisto. 
Ecco di seguito un po' di "stralci" di commenti che a seguito della lettura mi sono arrivati:

"...ho vissuto il contesto e sentito le emozioni....applausi....confessa, chi te l'ha scritto?..."
"...un modo di raccontare descrivendo emozioni in modo che il mondo possa sentire quei ricordi come se li avesse vissuti..."
"...dolcemente commovente, veramente bello..."
"....storia e personaggi che tengono così bene che meriterebbero anche una cosa più lunga perché viene voglia di saperne di più..."
"...son sicura che son sempre stati sistemati bene e continueranno ad esserlo..."
"...affettuosa nostalgia che spesso ho incontrato nel tuo modo di scrivere e non solo..."
"...letto tutto d'un fiato, posso solo dire complimenti mi hai commossa..."
"...una firma che ormai ti contraddistingue e per chi ha la fortuna di conoscere quella curva leggendoti par di averla davanti, mi c'hai portato per mano con le tue parole..."
"...ora quando passerò da quel muretto non sarà più come prima..."
"...una sorpresa, mi aspettavo tutt'altro racconto ma devo dire che questo nuovo Enzo mi è piaciuto, scorrevole, scritto molto bene ed a tratti anche emozionante..."
"...complimenti è dritto al cuore della storia, senza andare oltre con parti superflue. Così dritto che non arriva solo al cuore della storia..."
"...la qualità è di livello. La storia tiene, il sentimento è puro, l'armonia si sposa col senso pratico..."
"...molto bello il ricordo di chi ti mostra Firenze da quel punto...."

La prima volta a Firenze
"La prima volta a Firenze" è edito da Edizioni della Sera ed è acquistabile in libreria ed on line, sul sito della stessa casa editrice (clicca qui per acquistaresu librerie online (clicca qui per acquistare ad esempio su Feltrinelli) e su Amazon (clicca qui per l'acquisto).

Adesso tocca a voi e se avete voglia dopo aver letto fatemi sapere.....

mercoledì 19 luglio 2023

Eccezioni

Il lato acido di questo blog
Nel 1989 Paolo Borsellino ad un incontro con i ragazzi di una scuola superiore disse (tra le altre) queste parole:

"...vi sono oltre ai giudizi del giudice, esistono anche i giudizi politici, cioè le conseguenza, che da certi fatti accertati, trae o dovrebbe trarre il mondo politico. Esistono anche i giudizi disciplinari, un burocrate, un alto burocrate, che ad esempio, dell’amministrazione ha commesso dei favoritismi, potrebbe non aver commesso automaticamente, perché manca qualche elemento del reato, il reato di interesse privato in atto d’Ufficio, ma potrebbe essere sottoposto a procedimento disciplinare perché non ha agito nell’interesse della buona amministrazione. Ora l’equivoco su cui spesso si gioca è questo, si dice: quel politico era vicino al mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con l’organizzazione mafiosa, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale. Può dire beh ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria, che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dall’indagine sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, cioè le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, cioè i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi, che non costituivano reato, ma erano o rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo “schermo” della sentenza e detto: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia e non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al proprio interno di tutti coloro che sono raggiunti, ovunque, da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reato...”
 
Nella giornata dell'anniversario della strage di via d'Amelio, dove morirono lo stesso Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta, era presente oggi a Palermo la presidente del Consiglio che oggi (e non solo) ha GIUSTAMENTE definito eroe Borsellino elogiandone attività, statura morale e pensiero.
Evidentemente un'omonima di quella Giorgia Meloni che insieme al suo governo, non più tardi di un mese fa, ha proclamato lutto nazionale per la morte di un personaggio dai rapporti né chiari e né chiariti suoi/delle sue aziende/dei suoi collaboratori/dei rispettivi conti correnti con le organizzazioni malavitose, nonché datore di lavoro di un improvvisato stalliere in realtà condannato per mafia ed omicidio nonché amico/socio/sodale di un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. A proposito di "grossi sospetti" ed "apparire onesti"
Evidentemente l'esempio di Paolo Borsellino per certe persone è da seguire a giorni alterni. Per me invece ogni giorno Paolo Borsellino meriterebbe ben altro riconoscimento da ben altre figure. Ed invece gli toccano.....queste omonimie. 
Tu guarda....

domenica 16 luglio 2023

Zaino di qualità

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 548

Perché quando le luci si abbassano ad inizio di un suo concerto, anche a dispetto di un sole che ancora in qualche modo lascia qualche segno di sé, si accende qualcos'altro.
Qualcosa che per la trentatreesima volta senti come un intenso brivido sulla pelle, noto ma ugualmente sempre sorprendente. L'inizio è sempre una sorta di scommessa. Da cosa partirà? E spesso la scelta iniziale indirizza il concerto in una direzione più o meno gradita.
Dall'inizio del concerto dell'Olimpico di venerdì dovevo capire qualcosa. Non potevo infatti pretendere migliore partenza: quei "Sogni di R&R" che da quando ho scritto il mio libro dalla magica copertina rossa sento ancora più sulla pelle. E come dicevo sopra, il giusto inizio ha aperto la porta ad un concerto speciale. Sì, tale, speciale.
Da un po', nei concerti del mio Poeta ritrovavo le consueti emozioni e le solite belle sensazioni, ma nell'analisi oggettiva (per quanto mi possa essere possibile) riconoscevo che mancava qualcosa. Un mix di carica sua, di scaletta rivedibile e di durata/percorso del concerto. Ecco, venerdì ho trovato spunti ed elementi emozionanti anche in quelli. 
La parte tecnica di suono e video non ha sempre aiutato ma ho visto Liga per la gran parte del concerto carico come non gli accadeva da un po'. Ho trovato una scaletta con un percorso logico e concreto. Ho molto, ma molto, apprezzato la scelta di alcuni pezzi un po' accantonati e/o quasi mai fatti dal vivo. 
I grandi classici che non mancano mai (e che a mio gusto sarebbe anche il caso di rivedere in qualche modo a costo di toccare l'intoccabile) sono stati affiancati da perle rare: "Lettera a G", "Libera nos a malo", "Per sempre", "Il peso della valigia" ed "I duri hanno due cuori".
Sentirle dal vivo hanno creato un misto di stupore e completo rapimento. Sull'attacco di "PER SEMPRE" in particolare ho cercato sguardi amici, abbracci fraterni e cuori allineati e li ho magicamente trovati. Tutti lì a darmi quell'amplificatore necessario a rendere quella canzone "ostica" come un momento NON dimenticabile. Ascoltata proprio a Roma quasi dieci anni fa (vedi qui), la potenza del brano non si è minimamente offuscata e per certi versi è stato come ascoltarla per la prima volta. Anche se in modo e con impatto diverso lo stesso discorso si può fare per "il peso della valigia" che ha aperto pensieri e sorrisi emozionati.
Ci sono stati i cali sul finale, pezzi che si poteva scegliere MOLTO meglio, ma quella serie di emozioni mi son rimaste dentro. Tanto. Come sempre ogni valutazione è da considerare amplificata dalla compagnia speciale con cui anche questa volta ho vissuto il concerto. Non visto, ascoltato o cantato. Ma vissuto. Compagni di strada e di vita unici che per due giorni hanno caricato al meglio le mie pile ed i miei sensori percettivi per il concerto e non solo.
Ho lasciato a Roma un sacchetto (anche due/tre...) pieno di sudore visto il clima ma sono contento di essere tornato con uno zaino pieno di momenti ed emozioni buone, di qualità. 
Certe notti con i ragazzi che sono in giro a fare sogni di R&R sono per sempre un colpo all'anima che rende leggero il peso della valigia.
E questa è stata l'ennesima conferma, venerdì più delle ultime avute.





 

venerdì 14 luglio 2023

...dica trentatré...

Per fortuna "POI ABBIAMO GIA' CHI CI PORTA FINO ALLA PROSSIMA CITTA'" .... e mentre sei in modalità aggiornamento del totale ti viene spontaneo provare a mettere in fila anni e luoghi. 

Così, correndo con la memoria ed aiutato dal sito del mio Poeta, ecco l'elenco numerato:
  1. 1992 - Campi Bisenzio - Villa Montalvo
  2. 1993 - Firenze - Palasport
  3. 1995 - Firenze - Palasport
  4. 1997 - Firenze - Cascine Parco delle Cornacchie
  5. 1999 - Firenze - Palasport
  6. 2002 - Milano - Stadio San Siro
  7. 2002 - Firenze - Stadio Artemio Franchi
  8. 2003 - Firenze - Teatro Tenda
  9. 2003 - Prato - Teatro Politeama
  10. 2005 - Reggio Emilia - Campovolo
  11. 2006 - Firenze - Auditorium Flog
  12. 2006 - Firenze - Stadio Artemio Franchi
  13. 2006 - Bologna - Stadio Renato Dall'Ara
  14. 2006 - Firenze - Teatro Verdi
  15. 2007 - Roma - PalaEur
  16. 2008 - Firenze - Stadio Artemio Franchi
  17. 2010 - Firenze - Stadio Artemio Franchi
  18. 2010 - Milano - Stadio San Siro
  19. 2011 - Firenze - Teatro Verdi
  20. 2011 - Reggio Emilia - Campovolo
  21. 2012 - Londra - Royal Albert Hall
  22. 2013 - Verona - Arena
  23. 2014 - Roma - Stadio Olimpico
  24. 2014 - Firenze - Stadio Artemio Franchi
  25. 2015 - Roma - PalaEur
  26. 2015 - Reggio Emilia - Campovolo
  27. 2016 - Monza - Parco di Monza
  28. 2016 - Firenze - Palasport - Raduno Bar Mario
  29. 2017 - Roma - PalaEur
  30. 2017 - Firenze - Palasport
  31. 2019 - Firenze - Stadio Artemio Franchi
  32. 2022 - Reggio Emilia - Campovolo  
  33. ... in aggiornamento ...

domenica 9 luglio 2023

Sotto processo

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 547

Come nelle migliori rappresentazioni del potere che si può permettere tutto, questa settimana è arrivata la conferma del presidente del Senato. Non serviva eh, era già abbastanza evidente e chiara la deriva di questo tipo da tante prove inanellate ma sembra sempre che non sia sufficiente e che la prova ulteriore sia necessaria e dovuta.
E così nel pieno disprezzo del ruolo, il presidente del Senato è entrato a gamba tesa (oltre il braccio) sulla vicenda che in questi giorni sta mettendo in primo piano suo figlio. 
Leonardo Apache La Russa infatti è stato accusato ed adesso è indagato per violenza sessuale. Accusa da parte di una ragazza ventiduenne che come nella migliore trasposizione maschilista è diventata (lei) oggetto di accuse. Iter classico "LE DONNE LO SANNO". Perché avrebbe denunciato dopo troppi giorni, perché avrebbe accettato degli inviti ad andare a casa La Russa, perché avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti.
E di questa inversione ovviamente il primo firmatario è stato proprio la seconda carica dello Stato (seguito ovviamente dai soliti scribacchini di corte ed assimilati) che questa teoria l'ha arricchita dal "ho interrogato mio figlio, non c'è niente di penalmente rilevante". Ecco. Siamo a posto, inutile perdere tempo nelle indagini e nell'eventuale processo. Ce lo dice lui, quindi il caso è risolto, anzi non esiste.
Per carità l'innocenza di Apache  è tale fino all'eventuale giudizio di colpevolezza, ci mancherebbe. Però anche quella della ragazza che l'ha accusato che invece è già diventata provocatrice, mitomane, drogata. E l'accusa in questo caso è sostenuta da un'istituzione pubblica tra le più importanti. Che fino a pochi giorni si batteva il petto sui femminicidi ed il trattamento delle donne ed adesso non fa altro che mettere in un angolo mediatico - e non solo - chi denuncia. 
Mi viene da sorridere. Tutte le campagne con "denunciate per voi e per tutte" e quando qualcuna parla si processa e delibera prima ancora del termine delle indagini. Su di lei. Perché in fondo in fondo la regola è quella. E questa volta ad avallarla c'è anche la verità dei fatti già accertata da Ignazio dallo scranno (quasi) più alto della Repubblica. Che tra dieci giorni tornerà a lacrimare per qualche ragazza picchiata/violentata/uccisa chiedendo pene massime e denunce da chi è colpito. Fino poi a dire "si ma in fondo anche lei....".

martedì 4 luglio 2023

Auguri alla settima....


Ogni quattro luglio, guardando il calendario di lavoro o la data sul cellulare, è praticamente una sorta di riflesso automatico quello di pensare: "...bada....è passato un altro anno..."Ogni anno in questa giornata mi prende un pizzico di nostalgia e vado a ricercare l'etichetta "sogniditricolor" immergendomi nuovamente nelle vicende del mio Gianca contornato dal colore viola. 
Oggi compie sette anni "Sogni di Tricolor" . Da ottantaquattro mesi questa splendida copertina tiene compagnia a questo blog e più in generale a me ed alla mia voglia di scrivere.
Un sogno realizzato, un motivo di orgoglio, un piacere non svanito. Quello di vederlo far bella mostra di sé nella mia libreria e quello di leggere i pareri di chi l'ha letto ed ha voluto condividere la sua opinione (qui i contributi ricevuti per il primo compleanno del libro).

Per questo anche oggi ripeto i miei (auto)auguri....elevandoli alla settima..... 

Buon compleanno ai miei sogni racchiusi in quelle tre parole.


 "E GUAI A CHI CI SVEGLIA"

Per saperne di più:

domenica 2 luglio 2023

Paese curioso...

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 546
L'Italia è un curioso paese, lo sappiamo. E la sua bellezza è che tende a darne prove continue, come se ogni volta lo dovesse dimostrare di nuovo.
Così capita che un giornalista, un intellettuale ed un uomo che per fare il suo lavoro da decenni è sotto scorta perché ha raccontato qualcosa di marcio che il suo territorio nascondeva ma nemmeno troppo è sotto processo perché nell'ambito del suo lavoro ha contestato anche con parole importanti e dure un ministro.
Lo sta affrontando, il processo, a testa alta e presenziando alle udienze come un imputato che vuol far valere le proprie posizioni e non fugge da conseguenze possibili. Questo sta facendo Roberto Saviano dopo le denunce di Matteo Salvini, parte lesa. Che ovviamente invece a quel processo non partecipa. Non solo. In questi giorni lo stesso (di nuovo) ministro è stato oggetto di un simpatico regalo da parte dei suoi colleghi parlamentari. In modo trasversale infatti i suoi amici hanno definito insindacabili le sue affermazioni pesanti al limite dell'offensivo nei confronti della capitana della Sea Watch Carola Rackete ed hanno quindi impedito al Tribunale di Milano di giudicare. Il potente e ministro che non si può contraddire porta in giudizio chi lo critica (e dal processo fugge) mentre quando lui critica sprezzante ed offensivo i suoi giudizi sono insindacabili.
Ma ovviamente non è un caso. E' ormai un'abitudine quella che tutto viene capovolto in modo senza logica e soprattutto che fa perdere la fiducia in tutto quello che invece dovrebbe basarsi su fiducia e corretti esempi. 
L'altro giorno infatti durante un suo intervento in Parlamento, ripeto in parlamento ma forse meglio scriverlo con la p minuscola, Aboubakar Soumahoro è stato accolto da ululati di stampo razzista. Non di passanti o spettatori della seduta ma da colleghi parlamentari. Sembra impossibile, grottesco, fuori dal mondo ma è proprio così. E pare che non sia nemmeno la prima volta. Ma ovviamente per la maggioranza, dai cui banchi si è alzata la contestazione così elegante, un problema di razzismo non esiste e non è la causa di quello che è successo. Ululati come nelle peggiori curve dei peggiori stadi dove però spesso scatta la chiusura della parte di stadio incriminata. Secondo indicazioni magari del ministero degli interni, gestito da quella parte politica che in parlamento invece....
Ma tutto passa rapidamente dalla memoria ed ancora più velocemente dalle responsabilità che spesso nemmeno vengono attribuite. E rendono il nostro Paese ancora più curioso, se così si può dire.
E "BUONANOTTE ALL'ITALIA" ....