lunedì 24 febbraio 2020

Più VAR che calcio

Campionato - 25^
FIORENTINA - MILAN = 1 - 1
GOAL: Rebic, Pulgar (R)
LA PARTITA
In una giornata di campionato scossa da cose ben più importanti e gravi, arrivava a Firenze il Milan dell'ex Pioli. Al mister rossonero è stata celebrata, con un doveroso e meritato applauso condito da un bello striscione, la giusta accoglienza per il ricordo speciale che ha lasciato. Probabilmente non tanto per le doti da allenatore ma per quelle da uomo vero che si è dimostrato di essere in un momento per niente facile (parte finale della gestione Della Valle) in certi momenti drammatico (la vicenda di Davide).
L'attuale mister viola ha confermato squadra e modulo della vittoriosa (e stranissima) trasferta in terra doriana (clicca qui per rileggere il post relativo) con l'unica eccezione della sostituzione dello squalificato Badelj con un Pulgar apparso anche sabato sotto-tono ed abbastanza fuori condizione.
"CHE LA GIORNATA E' DURA" si capisce sin da subito. Drago si supera su Rebic ed a ruota Ibra si inventa un gran gol che il VAR per fortuna annulla per un tocco di mano in partenza d'azione. Mano totalmente involontaria ma pare che con le regole nuove conti il giusto o anche meno. Davanti siamo poco pericolosi e ci manteniamo nella nostra metà campo in attesa di momenti migliori.
Nella ripresa una "crosta stratosferica" di Caceres serve l'assist a Rebic che da buon ex "taaaaac e come sempre gol dell'ex". Dopo poco Dalbert macchia una partita fino a quel momento neanche male perdendosi Ibra e poi abbattendolo al limite dell'area. Fallo "al limite tra giallo e rosso" e VAR che decide per l'espulsione. Sembra la parola fine alla gara ed invece per paradosso ci liberiamo dal peso di dover difendere. Chiesa diventa l'esterno di fascia e davanti Cutrone affianca Vlahovic che alla prima vera occasione fa gridare al gol ma invece sfiora solo il palo. E' l'ex dalla parte giusta, Cutrone, che trova l'occasione giusta: guadagna un calcio rigore con un mezzo tuffo su un mezzo tocco di Romagnoli. Dalla Fiesole sembrava totalmente inventato, rivedendolo diventa solo MOLTO MOLTO generoso (a parti inverse avrei protestato). Il VAR non ha niente da dire e Pulgar trova l'angolo battezzato da Begovic, per fortuna però il tiro è abbastanza forte da piegare un po' le mani al portiere di riserva del Milan e la palla finisce comunque dentro. Finisce 1-1.
Partita che per quasi settantacinque minuti abbiamo sonnecchiosamente impostato sulla difensiva senza patire troppo a lungo ma rimanendo comunque costantemente abbottonati e sotto il gioco milanista, apparso non irresistibile tra l'altro. Le emozioni più grandi infatti sono arrivate più dal VAR che dal pallone. Non una grande cosa. Un pari guadagnato quindi ed un punto che per questo motivo diventa non male.
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Dragowski 6,5
Milenkovic 6
Pezzella 6 -
Caceres 5
Lirola 5,5
Duncan 6 +
Pulgar 5,5
Castrovilli 6
Dalbert 5,5
Vlahovic 6
Chiesa 6,5
Cutrone 6,5
Igor 6
ALL. Iachini 6,5
IL MIGLIORE: CHIESA
Il peggiore: Caceres
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...comunque a questi gli dà noia giocare in casa e voi vu c'andate in 40 mila, se vu remate contro ditelo...comunque mi devi spiegare perchè Pulgar batte 'gnicosa angoli, punizioni, rigori....inizio a preferire il peggior Badengj a Pulgar....al limite anche liverani......menomale c'è il var vai...."

sabato 22 febbraio 2020

La severità della legge

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 376

Nella considerazione più o meno generale, la legge ha quella che in fiorentino si direbbe "la nomea di essere severa". Certamente una nomea che nella realtà si basa su un concetto molto più complesso visto che all'interno del mondo di leggi che compongono la definizione generale, se ne può trovare una gran parte che stabilisce diritti, agevolazioni o benefici. Ma come spesso accade fa più rumore ed identifica maggiormente quella parte che tende alla rigidità. Quella cioè che impone divieti, prevede obblighi e sanzioni, stabilisce pene.
Definendola quindi astrattamente si tende ad abbinare alla legge (ed ai suoi derivati) qualcosa di poco riconducibile al cuore ed al sentimento. Per questo mi ha colpito ancora di più quanto stabilito dalla Cassazione circa l'annullamento del provvedimento di arresto di Carola Rackete (comandante della nave Sea Watch). Non tanto e non solo per la decisione in sè resa nota un mese fa, quanto per le motivazioni pubblicate in questi giorni. Viene infatti stabilito nelle motivazioni come Carola agì correttamente dato che "l'obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro". Per questo lo sbarco non può essere considerato reato, per questo per Carola non si può ne si deve parlare di reato.
Mi ha colpito perché quella che doveva essere la parte rigida e severa, appunto la legge, ha invece mostrato a tutti la via del cuore e della ragione ricordando banalmente la regola del salvataggio in mare e non solo. Regola e concetto generale che dovrebbero essere in realtà noti universalmente. Così come nota dovrebbe essere "LA BELLEZZA CHE TI SPACCA IL CUORE E OCCHI COME IL MARE NEL  MOMENTO DI PIACERE" di riuscire a mettere in salvo una o più vite umane.
Carola prima e la Corte di Cassazione poi ci hanno banalmente ricordato, attraverso azioni e sentenze tutt'altro che banali, dove sta il cuore e dove stanno gli "obblighi" nel vivere tenendolo attivo. Ovviamente il tutto ha alzato il polverone della polemica da parte di chi ha nel cuore solo un paio di # inneggianti alla chiusura dei porti. Ed in modo meno ovvio anche da parte di chi ha visto bene di accodarsi definendo Carola "povera stronza" "troia" "lurida zecca" "terrorista" le persone che ha salvato "ospiti che non fuggono da un cazzo di niente" e chi ha applaudito alla sentenza della Corte di Cassazione "coglioni". Parlo non di uno dei tanti odiatori di professione della rete magari dal nick sconosciuto e di fantasia, bensì di una donna con nome e cognome reali che ogni giorno si mette la divisa rappresentante l'ordine in Italia (Silvia Bocci appartenente alla Polizia di Stato della Questura di Grosseto).
Pensare che l'ordine in Italia è nelle mani di una donna del genere mi fa rimpiangere molto il fatto di non avere invece al suo posto molte più "luride zecche-povere stronze". E mentre lo penso applaudo di nuovo alla ventata di ragione e cuore portata dalla Corte di Cassazione. Felice di essere un "coglione", anche perchè "d'altra parte nella vita servono anche quelli" (citazione ereditaria).

domenica 16 febbraio 2020

Cinquina irreale

Campionato - 24^
SAMPDORIA - FIORENTINA = 1 - 5
GOAL: Thorsby (AUT), Vlahovic (RIG), Chiesa (RIG), Vlahovic, Chiesa, Gabbiadini
LA PARTITA
Rigorosamente schierato con l'immancabile 5-3-2, BeppePicchiaPe'Noi si gioca il jolly della novità nelle scelte degli undici titolari. Caceres, Badelj, Duncan e Vlahovic ritrovano infatti la maglia da titolare per questa trasferta ligure che dopo le vittorie di Genoa e Lecce è diventata davvero snodo importante per la parte finale di questo campionato. Inizio al sonnifero con la Samp un po' più padrona del campo ma con soprattutto la sensazione che entrambe le squadre siano in fase di studio. Dal niente invece parte Milenlovic che si fa una sgroppata indisturbata, serve Vlahovic sulla fascia che crossa. Sembra perso nel niente il traversone che invece "picchiasuglistinchi" di Thorsby e ci regala il vantaggio. Non contenti i doriani ci regalano anche il secondo ed il terzo gol inventandosi due falli che il VAR giustamente trasforma in rigore per noi. Prima Vlahovic e poi Chiesa, con tiri non esattamente perfetti, ci portano sullo zero a tre. Nell'episodio del secondo rigore Murru si becca anche (giustamente) il secondo giallo e quindi siamo zero a tre con la Samp in dieci. E per magia senza in pratica aver mai tirato in porta (visto che gli unici due quasi azioni portano Duncan e Lirola a tirare molto fuori ed a crossare pericolosamente). Nel finale di primo tempo, ugualmente dal niente la Samp si accende. Badelj si fa cacciare per doppia ammonizione e Colley ci fa altri due regali, sprecando dall'altezza del dischetto di rigore due facili occasioni per segnare solo davanti a Dragowski. Drago che invece si supera su Tonelli con un miracolo vero e proprio. Primo tempo irrazionale che si chiude quindi 0-3 in dieci contro dieci e tre clamorose occasioni Samp non concretizzate. Si riparte nella ripresa con Dragowski subito pronto a rispondere a due tiri pericolosi di Quagliarella e Ramirez, poi la Samp comincia ad allungarsi ed in contropiede prima sfioramo il gol con un palo di Chiesa poi lo troviamo con Vlahovic che sfrutta il doppio assist di Dalbert (che tira malissimo in porta) e l'ennesimo regalo stavolta di Audero (che nonostante il tiro non impossibile non trattiene). Praticamente la partita finisce come intensità lì dopo il "NUMERO ESAGERATO PROPRIO IMPOSSIBILE" di regali ricevuti. Lirola trova un paio di serpentine interessanti e Chiesa colpisce un altro palo. Proprio loro due costruiscono una splendida azione che lo stesso Chiesa spedisce al sette. Nel finale Gabbiadini trova il gol della bandiera per il definitivo uno a cinque.
Partita difficile da commentare, visto che senza tirare in porta e con tre occasioni nitide per gli avversari la partita si è messa sullo 0 a 3. Abbiamo ballucchiato preoccupantemente in difesa per un'ora di gioco poi dilagato in contropiede. Test poco probante per il nuovo centrocampo e con tutte queste premesse  (e quindi senza illusioni o senza andare oltre nella valutazione) belle indicazioni dall'attacco con un duo apparso vivo e scintillante nelle occasioni capitate. Sarebbe bello che tutte le domeniche senza muoversi si partisse da tre a zero a favore, ma credo sarà difficile :-) Vittoria comunque davvero pesantissima per classifica e speriamo convinzione e morale.
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Dragowski 7 +
Lirola 7
Milenkovic 6,5
Pezzella 6,5
Caceres 6,5
Dalbert 6
Duncan 6,5
Badelj 5,5
Castrovilli 6
Chiesa 8
Vlahovic 8
Pulgar SV
Benassi SV
Ghezzal SV
All. Iachini 7
IL MIGLIORE: CHIESA
Il peggiore: Badelj
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...quant'è che un si pescava il jolly dell'autogol? io non ho ricordanza...comunque rigori netti che senza VAR questo scemo di arbitro manco aveva visto e tirava avanti....finalmente uno che dopo aver segnato va sotto la curva degli avversari a zittirli....cmq tre a zero si son tenuti in partita poi ce ne siamo mangiati diversi anche noi...speriamo se ne sia tenuti qualcuno per il milan..."

sabato 15 febbraio 2020

Testimoni e ricordi

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 375

Era una maglia da trasferta, la cosiddetta seconda divisa, ovviamente (visto che non ci facciamo mai mancare niente) col color viola che si mescolava al bianco. Aveva nella sua "originale fattura" forme e linee che portavano ad intravedere più o meno chiaramente delle svastiche. Stile e qualità scarsi, gaffe involontaria (si spera..) e grave. Quando la cosa venne fuori, si aprirono le immancabili polemiche che scatenarono un caso. Talmente "forte" da portare  alla modifica dell'oggetto dello scandalo ed alla sostituzione della seconda maglia. Era più o meno metà degli anni novanta e qualcuno commentava: "non c'è più la sensibilità per certi simboli e questo provoca queste cadute di stile". Mettendo l'accento sul fatto che non avendo alta l'attenzione su certi argomenti, le conseguenze poi possono essere spiacevoli anche se involontarie (dando per scontato che il designer della maglia non avesse la volontaria intenzione di portare alla ribalta certi simboli). Questo ricordo, che può sembrare più "curioso che pericoloso" , si è ri-accesso quasi automaticamente quando invece le notizie curiose hanno lasciato il passo a quelle pericolose. E purtroppo non si tratta più di un "era" ma di molti "è".
E' la casa di una deportata e sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, Arianna Szorenyi, il luogo della vergogna dove qualche delinquente ha disegnato una svastica pochi giorni fa. A San Daniele del Friuli, solo una delle vergognose tappe di un "GIRO D'ITALIA" fatto di ignoranza, violenza e pericolosità.
E' la porta di un'altra abitazione a riportare questa volta non la svastica, ma la schifosa scritta "Juden hier". A Mondovì, una decina di giorni fa, sul portone di casa del figlio di una partigiana deportata a Ravensbrusk, Lidia Beccaria Rolfi.
E' un'altra opera delinquenziale quella invece apparsa a Torino sui campanelli di una donna iscritta all'ANPI e figlia di un partigiano: il simbolo delle SS con "contorno" di svastica proprio nei giorni vicini a quello della memoria.
E' un graffito nell'androne di un palazzo torinese quello che riporta la nazista espressione "crepa sporca ebrea" diretta ad una donna di origine ebraiche figlia di una staffetta partigiana, negli stessi giorni del messaggio lasciato ai campanelli della donna iscritta all'ANPI.
E' il finestrino della macchina vandalizzato ancora con una svastica quello che Aboubakar Soumahoro, sindacalista che si occupa del riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli, ha trovato un paio di giorni fa nella Capitale, momentaneo arrivo del giro in questione.
E' una preoccupante e vergognosa cinquina di eventi accaduti in non più di venti giorni che deve mettere i brividi a tutti e che apre la porta ad un pericoloso argomento. L'avvenuto sdoganamento di certi atti e di certe espressioni. La svastica, i simboli nazisti, le case "segnate". Cose che solo a leggerle vengono i brividi. Ma non possiamo smettere di indignarci e di opporci con tutte le armi in nostro possesso.
Soprattutto non dobbiamo smettere di riportarle ed insieme a queste schifose espressioni riportare anche e soprattutto le storie di chi quel tempo l'ha vissuto. "...ricordare e contrastare chi osa minimizzare, addirittura negare quanto accaduto. Chi alzerà la propria voce indignata, offesa, quando tra non molto non ci sarà più alcun testimone?..." recita nel suo racconto dell'olocausto proprio Arianna Szorenyi. Ecco, dobbiamo noi prendere quel "testimone" e far sì che ci sia SEMPRE qualcuno a ricordare ed a contrastare.

mercoledì 12 febbraio 2020

...riassumendo...

Cercando di non perdere per strada spunti interessanti si cerca, "A MIO MODO E COL MIO PASSO", di riassumere spunti e racconti per non rimanere indietro.
.....
"...descrivere colori, profumi, suoni di un posto avvicina il lettore al posto stesso..."
"...se un dettaglio colpisce chi scrive è probabile che colpisca anche ci legge..."
"...anche le basi numeriche e statistiche possono raccontare se descritte nel giusto ambito e con il modo corretto..."
"...per avere le informazioni più complete è fondamentale attivare la curiosità..."
"...empatia con le proprie fonti di racconto è fondamentale per il messaggio da far passare..."

domenica 9 febbraio 2020

...uccia uccia...

Campionato - 23^
FIORENTINA - ATALANTA = 1 -2
GOAL: Chiesa, Zapata, Malinovski
LA PARTITA
Arriva Gasperini e la sua Atalanta e dopo due sconfitte ed un pari nelle ultime tre partite non è esattamente la partita più facile per mister Beppe. La conferma del 5-3-2, di Igor per Caceres e di Cutrone davanti sono gli elementi iniziali per partire. L'inizio è tutto nerazzurro con Ilicic che ci fa vedere poco la palla quando il gioco passa dalle sue parti e che prova anche a farci male come al solito ma trova il Drago a rispondere presente e Pasalic poco preciso nel concretizzare. Nel momento di spinta maggiore atalantina Chiesa trova un gran bel gol e ci porta in vantaggio, ma la trama della gara non cambia. La vediamo poco o niente anche se in realtà non rischiamo così tanto; si arriva all'intervallo in vantaggio. Si riprende e con "NESSUN TIPO DI SFORZO" Gomez gioca sul filo del fuorigioco e serve un pallone solo da spingere dentro a Zapata, pareggio dopo pochi minuti della ripresa. Il nuovo entrato Vlahovic sembra vagamente più presente di Cutrone che ha sostituito ma è davvero questione di sfumature che si concretizzano in un'azione vagamente pericolosa. E' invece l'Atalanta a farci male con un tiro da fuori di Malinovski, la concluisone era apparsa poco pericolosa ed invece sarà il tiro vincente della gara. Mancherebbero più di venti minuti alla fine, ma non siamo in grado di costruire nemmeno mezza occasione degna di nota. Finisce tra gli sbadigli. 1-2.
Poco da dire. Abbiamo giochicchiato una partituccia uccia uccia e l'Atalanta ha fatto valere il fatto di essere più forte di noi, senza dover nemmeno scomporsi o impegnarsi più di tanto. Abbiamo fatto un tiro in porta in novanta minuti, zero nella ripresa quando dovevamo recuperare,. Poca grinta e pallino del gioco sempre nelle mani avversarie. E' vero che non abbiamo subito assalti o sofferto chissà quanto ma se devono essere queste le consolazioni all'ennesima sconfitta casalinga, beh mi sembra davvero poca roba. Robuccia, come la partita. Uccia.
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Dragowski 5
Lirola 6
Milenkovic 5,5
Pezzella 6
Igor 6,5
Dalbert 5,5
Benassi 5
Pulgar 5
Castrovilli 6
Chiesa 6,5
Cutrone 5
Vlahovic 5,5
Sottil SV
Badelj SV
All. Iachini 5,5
IL MIGLIORE: CHIESA
Il peggiore: Cutrone
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...tutto questo buonismo, fratellanza tra società, tutti bravi, tutti positivi..muah...tu mi rammenterai...manca solo il gemellaggio...oggi è la giornata di Benassi, oddio anche Pulgar eh...che se ne perde degli altri di palloni?!?!...partita da quattro ma si passa in vantaggio...dopo il gol un'anticchia meglio poca roba comunque...noi punizioni alla moviola loro gol e gollonzo....ora riparte la bambola che si va in B...è ritornata fuori la squadra di Montella, ma icchè c'ha questa gente che 'unglitorna?..."

sabato 8 febbraio 2020

Contesti e contenuti

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 374

Contesto e contenuto. Spesso si trovano abbinati in quelle che sono definite "le buone prassi" della comunicazione, ma non solo. In pratica, la rivisitazione ampliata del "non uscire fuori tema" della prof d'Italiano quando scrivevi i temi in classe.
In un paese legato clamorosamente alle cose futili ed alle polemiche su di esse, il Festival di Sanremo rappresenta una tappa fissa dell'italico calendario. Che venga più o meno ammesso, praticamente a tutti l'appuntamento ligure ricorda "LA CENA CANTANDO SANREMO" di tempi più o meno andati. Personalmente, non sono mai stato un appassionato del festival ma allo stesso tempo non ho nemmeno una posizione estranea a prescindere. 
Quello che invece ho da sempre trovato lontano dal senso della misura e della logica è la voglia di spettacolizzare e rendere una rassegna di una ventina canzoni come il "fatto del mese" ( o addirittura oltre). Fuori contesto rispetto al contenuto tanto per riprendere il mio incipit. 
Discussioni e censure di canzoni o parole, pretestuose prese di posizioni sugli organizzatori ed i loro remuneratissimi ingaggi, contenziosi politici sugli ospiti e gli artisti ma soprattutto un pieno continuo di polemicheTra quelle di quest'anno, più o meno costruita ad arte, quella che ha visto coinvolto lo stesso presentatore e la sua conferenza stampa pre-Festival. 
Sono state fortemente criticate infatti le continue definizioni basate quasi esclusivamente sulla bellezza delle co-conduttrici da parte di Amadeus. E non solo. Forti critiche anche e soprattutto all'esaltazione dello stesso direttore artistico delle doti delle sue colleghe di riuscire a stare accanto ad un uomo di successo, anzi "un passo indietro", si chiamasse lo sportivo di turno Valentino Rossi o Cristiano Ronaldo. Questo solo un esempio di quello che da sempre circonda il Festival, questo quello che non riesco a sostenere e che mi fa passare "un po' di sentimento". Come dicevo, trovo da sempre il tentativo di andare oltre le canzoni, messo in atto dai diversi organizzatori che si sono succeduti negli anni, fuori contesto
Per poi magari ricredermi. Cosa che è puntualmente accaduta questa settimana o meglio martedì quando Amadeus ha lasciato il palcoscenico alla "bella" (per rimanere in tema) Rula Jebreal
Con gli occhi puntati addosso vista la premessa e con la sempre puntuale presa di posizione politica ("non si può invitare una persona così schierata") di chi evidentemente non ha niente di più importante a cui pensare (e pensare spesso è un verbo fuori luogo) Rula aveva un compito difficilissimo. Quello di accendere la luce, ben oltre mezzanotte, su un argomento tanto importante quanto ostico da digerire. Per chi questo argomento non lo può credere ancora così attuale nel 2020 ma che invece lo è maledettamente sempre di più. Quello che mette al centro un vero e proprio incredibile dramma: la violenza sulle donne.
Più o meno ogni tre giorni una donna viene assassinata. Prendete una settimana. Ecco. Di questa ipotetica settimana, ogni ipotetico mercoledì ed ogni ipotetico sabato si tingono di rosso sangue e di nero lutto. Ogni ipotetica settimana, due donne uccise realmente. E per quelli che "prima gli italiani", proprio di Italia stiamo parlando non di chissà quale paese additato di scarsa considerazione del genere femminile. 
A questo dato vanno aggiunte le violenze non terminate in morte, le violenze psicologiche, gli abusi. Dati che sconvolgono. Che fanno sputare bile. Che dovrebbero portare ad una vera e propria mobilitazione. 
Con il peso di dover e voler "rappresentare" tutto questo. Con l'emozione del palco. Con il proprio vissuto familiare proprio in questo argomento, messo a disposizione della causa. Rula Jebreal ha dato una lezione enorme. A tutti. Di essere un passo non indietro, non avanti. Oltre. Oltre lo schifo, oltre la tragedia, oltre le polemiche. Ha aperto i cuori ed ha messo sale nelle ferite di chi questo argomento purtroppo lo conosce da vicino. Ma quel sale che stimolando le cicatrici mai totalmente chiuse, deve aiutare tutti a non perdere mai l'attenzione e la concentrazione su questo drammatico punto. “Questo è il momento che queste parole diventino realtà. Per farlo dobbiamo lottare e urlare da ogni palco, anche quando ci diranno che non è opportuno. Io sono diventata la donna che sono grazie a mia madre e mia figlia. Lo dobbiamo a loro, a tutte noi, a una mamma, una sorella, una vicina, agli uomini per bene, all'idea di civiltà e di uguaglianza, e a quella più bella, la libertà. Uomini, lasciateci essere quello che vogliamo, siete i nostri complici, indignatevi insieme a noi quando ci chiedono cosa abbiamo fatto per meritarci quello che abbiamo”.
E finalmente ho apprezzato il fuori contesto, perché ho sentito immensamente forte e centrato tutto il contenuto.

mercoledì 5 febbraio 2020

...riportando...

Con la fortuna di poter ascoltare più voci raccontare la propria esperienza il concetto che "OGNUNO HA LA SUA STORIA" è ancora più facile da assimilare, provando a riportare gli elementi da sottolineare.
.....
"...se si vede come obbligo quello di comunicare per forza qualcosa, si perde in rilevanza..."
"...più una cosa la descrivi coi dettagli e più la fai vivere..."
"...per cercare più dettagli è necessario allargare il più possibile le proprie fonti..."
"...anche nel racconto della cosa più piccola bisogna avere in testa il percorso da raccontare..."
"...il buon racconto fa entrare il lettore da subito nella scena ed in quella poi l'accompagna..."

domenica 2 febbraio 2020

Sempre così in quel postaccio...

22^ - Giornata
JUVENTUS - FIORENTINA = 3 - 0
GOAL: Ronaldo (R), Ronaldo (R), De Ligt
LA PARTITA
Le premesse del pregara portano Beppe a cambiare uomini ma non l'impostazione del classico 3-5-2 pardon 5-3-2. Due dei tre centrali difensivi squalificati, Castrovilli ancora ai box, Badelj ai margini degli undici titolari. L'ondata di rinforzi dell'ultima giornata di mercato è arrivata troppo tardi o troppo....rotta per questa gara. Gioca infatti dal primo minuto il solo Igor, anche lui arrivato solo due giorni fa, ma dietro alternative non ce ne sono. Come interno di centrocampo a sorpresa invece Ghezzal fuori ruolo.
La prima mezz'ora, tranne due tiri da fuori facilifacili di Betancur e Pulgar, la trama è facile: #juvemerda padrona del palleggio e noi belli chiusi dietro. Siamo ordinati e corti tanto che non soffriamo praticamente mai, nemmeno quando quello con lo chignon si tuffa modalità Cagnotto in un paio di circostanze. Alla mezz'ora in un'uscita ben coordinata troviamo un colpo di tacco al volo di Chiesa che il portiere codice fiscale polacco respinge con un miracolo. Dall'angolo Lirola al volo lo impegna di nuovo e sulla successiva risposta Chiesa arriva tardi su un tiro cross. Tre occasioni tutte insieme, roba da stropicciarsi gli occhi. I gobbi ripartono nel palleggiare e provano a pressare un po' di più trovando un braccio appena largo di Pezzella su un tiro dal limite. VAR e #ecometesbaji rigore, che può anche starci ma a parti inverse non sarebbe stato dato mai o quasi. Ronaldo trova l'angolo e si va all'intervallo sotto. Nella ripresa la trama della partita non cambia e tranne un paio di incursioni di Benassi (una fuori di un niente) non creiamo grandi basi per provare a pareggiare la gara. La #juvemerda trova un'occasione importante quando Dragowski compie un miracolo per respingere un tiro ravvicinato di Higuain. Poi ci sono alcuni tiri da lontano e poco altro. Noi sembriamo in difficoltà a creare occasioni importanti (tranne appunto quella di Benassi) e solo con un paio di cross respinti e ribattuti ci avviciniamo al pari. Proprio mentre proviamo ad alzare baricentro e ritmo arriva il classico rigorino inesistente a chiudere la gara. Ceccherini ha la responsabilità di fare il difensore con la maglia sbagliata e nonostante il richiamo al VAR, l'arbitro non ha dubbi. #ecometesbaji e due come i gol di Ronaldo. La partita per noi finisce qui per i gobbi no, che invocano il terzo rigore per un colpo di anca (bisogna riconoscere che sono spiritosi in fondo...) e poi trovano il terzo gol con De Ligt che di testa solissimo dopo un calcio d'angolo chiude la partita su un ingiusto 3-0.
Il commento migliore al match lo fa Commisso a fine gara: "Sono disgustato, la Juventus non ha bisogno di questi aiuti è già la più forte lo dimostri da sè senza aiuti". Lode a te oh presidente. Partita che avrebbe dovuto portare un punto ampiamente meritato per la squadra viola e che è stata decisa da due rigori. Uno soggettivo ed uno inesistente. Peccato. Abbiamo mostrato limiti ed una impostazione prettamente difensiva, ma le occasioni più nitide nel primo tempo le abbiamo avute noi. Peccato aver affrontato la gara senza alcuni giocatori e soprattutto con il buco completo in mezzo al campo. Ma quel che è sembrata decisiva è stata l'inferiorità numerica tra gli uomini vestiti di giallo. Nonostante "I SOLCHI FATTI IN QUESTO POSTO" nei molti anni in cui i match sono più o meno andati sempre così, uno non è mai troppo pronto a veder perdere così. Peccato davvero.
FORZA VIOLA...sempre...
LE PAGELLE
Dragowski 6,5
Ceccherini 7
Pezzella 6 - -
Igor 7
Lirola 5,5
Pulgar 5
Benassi 6
Dalbert 5,5
Ghezzal 5
Chiesa 5,5
Cutrone 5
Vlahovic 5,5
Sottil SV
Agudelo SV
All. Iachini 6 
Il MIGLIORE: CECCHERINI
Il peggiore: Cutrone
"TAKKO AI' GIRO" - Spazio tecnico Bollins gestito
"...ma che ha fatto quest'altro? Doppio tacco a due metri e l'ha presa....iolaeee.....dopo queste cinque occasioni mancate in 130 secondi sono più fiducioso....ecco appunto...un'sirisegnerà mai.....si meriterebbe il pareggio....ma un'sipole vedere una partita così, poi danno la colpa agli stadi....anche ad avere voglia ti fanno vomitare...inizia a buttarsi prima dello scontro ed è già in volo quando si scontrano con le spalle....dando questi rigori ne dovrebbero dare sei a partita...ma anche il primo: una fucilata da tre metri mentre si gira....sennò leghiamogli le mani dietro la schiena ai difensori...ora vedrai ti daranno un rigorino dubbio al 92' per dire poi "eh ma anche loro"...."

sabato 1 febbraio 2020

Ciao Kobe

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 373

Domenica scorsa, cena quasi pronta ed uno sguardo buttato distrattamente a Sky TG24 prima di mettersi a tavola. E quella lettura di corsa del titolo dell'ultim'ora come ultimo gesto prima di sedersi. Come nei film, la testa e gli occhi che vanno oltre per poi tornare indietro perché qualcosa di strano li cattura. Provano a rileggere. Mettono a fuoco con difficoltà quelle parole che continuano a sembrare slegate. Il sito TMZ. Incidente di un elicottero. Kobe Bryant. Morto. "QUELLA MERDA INTORNO" al loro significato esplode. Il tentativo di verificare se qualche altro sito/agenzia fosse già in grado di confermare o meno. Qualche minuto di "silenzio informativo". La strana sensazione di essere, per qualche piccolo frammento temporale, l'unico tenutario della notizia, ben sapendo invece che non era così. Erano tutti attoniti alla ricerca di appigli che negassero la tragedia. Invece poi i primi "rilanci" ed i primi segnali che andavano nella direzione opposta, per arrivare infine alle conferme. Ed in quel momento, la voglia di condividere con chi ti aveva fatto vedere più volte video ed azioni di quel 24 in viola e il giallo attraverso un "Ohcazzokobebryant" come spontaneo messaggio quasi autocompilato.
Non sono un conoscitore dell' NBA nè un esperto. Ho perso la testa da ragazzino per Michael Jordan tanto da seguire come e quanto possibile per l'epoca i suoi incredibili numeri ed i suoi voli diventati marchio di fabbrica....in tutti i sensi visto l'abbinamento con Nike come testimonial e non solo. Ed a MJ o poco più sono rimasto. Per movenze ed importanza Kobe era stato da tanti e per tantissimo tempo avvicinato, paragonato, fotografato proprio come il nuovo Jordan. Da qualche giorno in rete gira un video che fotogramma per fotogramma li avvicina quasi a sovrapporli nelle movenze, nella semplicità di gioco, nell'esplosività. Non c'è bisogno quindi che arrivi un inesperto come me a dire chi fosse Kobe Bryant, sarei fuori luogo. Posso descrivere solo le sensazioni, anche queste certamente non esclusive, provate appena realizzata la notizia. Una stretta allo stomaco data da un mix di incredulità, sorpresa e tristezza.
Evidentemente le stesse sensazioni di tantissimi che hanno provato a "salutare a modo loro" il grandissimo campione. Chi dedicandogli poche righe di una canzone, chi postando una foto, chi mettendosi alla ricerca del materiale per realizzare il video di cui sopra, chi con un semplice RIP.
Ovviamente son partiti anche quelli che in questi casi vanno oltre per distinguersi. Chi ricorda che non muore solo Kobe Bryant in incidente. Chi fa notare che "l'originalità dell'elicottero gli è costata cara". Chi sottolinea come fosse "forse" un campione ma avesse anche "lati oscuri".
Due i casi principali fra questi casi andati oltre. Per primo quello di chi ha trasformato la tragedia facendone un "trend topic" da cavalcare. Parlo dei comunicatori della Lega che ad un tweet di cordoglio hanno aggiunto # di propaganda per il voto in Emilia (ancora in corso al momento della notizia). "Disguido tecnico, ci scusiamo" è stata la spiegazione successiva alla cancellazione. Ma ovviamente ormai lo screen dello stesso tweet era già diventato già virale. La pubblicità su un messaggio di cordoglio a pochi minuti da una tragedia del genere, è davvero il punto più basso (almeno per ora) raggiunto dallo stile social di certi account. Evidentemente qualcuno continua a considerare il mondo a cui comunica il suo "verbo" come "ripescato dalla piena" ed il livello di decenza come elemento di inutile considerazione.
Infine quasi in contemporanea con il tweet rimosso della Lega, Felicia Sonmez, una giornalista del Washington Post, per ricordare Kobe ha ri-pubblicato sul suo accont twitter un articolo di una ventina di anni fa. Nel pezzo si affrontava e ripercorreva una vecchia inchiesta relativa alle accuse di stupro ricevute da Bryant. Coperta da critiche, insulti e minacce si è difesa dicendo che stava facendo informazione. Aggiungendo una denuncia pubblica delle minacce arrivatele dopo il post, pubblicando gli "screenshot" (presenti anche in questo caso) degli utenti più arrabbiati. Il giornale l'ha sospesa (per poi sospendere la sospensione...) criticando il suo modo di usare i social, sia per l'opportunità dell'articolo sia per la pubblicazione di riferimenti privati da parte degli utenti che la contestavano. Difficile da parte mia affrontare un discorso sul corretto uso dell'informazione e sulla successiva censura da parte del giornale (come dicevo, poi rientrata anche a seguito di proteste dei colleghi della stessa Sonmez). Credo però che quel tweet, al ricordo di un campione super acclamato appena morto a quarantadue anni in un incidente aereo con la propria figlia ed altre sette persone, "non aggiungesse proprio nulla, anzi..." (cit Edo). Ho ritenuto esagerata anche la sospensione successiva della giornalista da parte del giornale ma in questo caso ammetto di non conoscere nello specifico il regolamento interno sull'uso degli account privati e nel dettaglio tutte le info pubblicate dalla Sonmez. Penso però che ad un errore di opportunità e tempismo si sia sommato un errore decisionale da parte del giornale, amplificando ancora di più la cosa.
In generale credo che "l'opportunità" di certe parole/pubblicazioni in certi momenti, dovrebbe stare alla base di tutto, specie di chi dovrebbe conoscere momento e peso delle parole per mestiere.
Forse quindi in certi casi quello che può sembrare banale come una parola triste, un pensiero dolce o un'immagine di ricordo tanto fuori luogo o scontato non è. "A forza di cercare l'eccentricità si fa il giro e si torna più indietro della banalità". Mi piace chiuderla così.
Non prima però di aver detto la mia, di banalità. Ciao Kobe. E grazie per tutte le magie che ci hai regalato.