mercoledì 30 giugno 2021

Western da paradiso

Il K-libro di Giugno
qui il mio intero
Katalogo
JOE R. LANSDALE
"Paradise Sky"
Einaudi

Alla scoperta di qualcosa di diverso dalla mia "confort zone" fatta di romanzi italiani, dopo una segnalazione di prestigio, mi sono buttato in questa avventura fatta di western e sparatorie, killer e cavalli, vendette e distese da attraversare. 
Il libro inizia con un giovanissimo protagonista costretto a scappare per aver "SCELTO LA DONNA SBAGLIATA" da guardare in modo troppo prolungato. Questo, unito al colore della sua pelle "non ordinario" per il South Dakota dell'epoca, lo porterà ad una lunga fuga fatta di privazioni e complicazioni che iniziano con la propria casa distrutta ed il padre ucciso dal marito vendicativo.
Nel suo percorso si alterneranno incontri drammatici con altri invece che gli segneranno in positivo la vita, tra tutti quello di un pistolero maestro di vita da cui apprenderà praticamente tutto, anche il nome che per omaggiarlo si cambierà da Willie in Nat Love. Come in tutte le storie che si rispettino, gli alti ed i bassi della vita si alternano freneticamente. Il protagonista infatti passa da essere "mitizzato" come vincitore di una sfida tra pistoleri che lo consacra ad infallibile cecchino a dover fuggire in preda alle umiliazioni più clamorose. La vita lo mette di fronte più volte al dirupo più profondo da cui si sente attratto in modo sinistro, ma ogni volta il fascino e la sfida della ripartenza prevale. Sono donne, pistole ed amici ad accompagnarlo in una rincorsa del suo passato per aprirsi un futuro senza ombre.
Lo stile di scrittura di Lansdale è sconvolgente per quante cose racchiuda al proprio interno. Descrittivo, fotografico, surreale, accurato. Ti porta nei posti descrivendone i dettagli, ti avvicina ai personaggi facendoli "parlare" in modo colorito, ti cattura con immagini tanto accattivanti quanto originali. L'ambientazione western riporta a vecchi film ma viene colorata in modo moderno. Le pagine scorrono senza nessuna fatica per il lettore e la trama resta avvincente anche quando sembra in qualche modo ripresentare percorsi già letti. Un vero e proprio successo e soprattutto un libro davvero davvero consigliato.  

CINQUE CITAZIONI
1 - "...devo ammettere di aver provato una certa curiosità per il fatto che apparisse molto più attraente se vista da dietro, ma i miei erano pensieri senza malizia..."
2 - "...i bianchi hanno la memoria lunga anche per le fesserie, se a farle è stato un nero..."
3 - "...la sua mano era leggera come una falsa promessa e sottile come carta velina..."
4 - "...se le scelte sbagliate fossero state in vendita potevo dire tranquillamente di averne comprate una sporta intera..."
5 - "...era come se stesse cercando di accettare con gioia uno stronzo fingendo che fosse un diamante..."

Mia personale VALUTAZIONE: ****° - quattro stelle e mezzo su cinque

lunedì 28 giugno 2021

Per distacco

Il lato acido di questo blog
1 - "siamo tutti contro il razzismo ma si sono inginocchiati solo alcuni perché lasciamo libertà di scelta"
2 - "ognuno ha manifestato come ha preferito qualcuno si è inginocchiato e qualcuno ha applaudito"
3 - "dobbiamo fare una riunione per decidere insieme cosa fare ed avere una posizione unica"
4 - "non ci inginocchieremo, combatteremo il nazismo in altro modo"
5 - "abbiamo le nostre idee ma se gli altri si inginocchieranno valuteremo se farlo"
6 - "siamo contro l'iniziativa ma per rispetto degli avversari ci inginocchieremo anche noi"
7 - “non ci vogliamo schierare politicamente” - segnalazione Biondo

In una settimana FIGC e giocatore della nazionale battono gli autori di Crozza (e Ponzio Pilato - clicca qui) per distacco.

domenica 27 giugno 2021

Interferenza concordata

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 442

E' la parola Concordato che ha riempito la maggior parte delle notizie di prima pagina di questa ultima settimana. E' quello invocato dal Vaticano per chiedere al Parlamento di rivedere la legge Zan. Sinceramente ero lì che aspettavo la discesa in campo dei "carichi pesanti", contavo i minuti.
Erano intervenuti in diversi a provare a mettere i bastoni tra le ruote all'approvazione del disegno di legge. Il solito caranvanserraglio di menti illuminate che "SPUTANO TUTTE LE PROPRIE SENTENZE" senza né capo né coda.
La destra, ovviamente in prima fila. Ma non solo. A ruota è arrivata la pletora di persone che pur con idee vicine a quanto previsto nella proposta di legge si è sentita in obbligo di questionare e cavillare, sostanzialmente sul nulla: "troppo mmmm" e "troppo poco mmmm" sembrando l'impresario che scrittura Ceccherini in "I Laureati"
Ma mancava il tocco dell'artista finale. La ciliegina sulla torta. Ed eccola lì. La chiesa infatti, per mano di un comunicato che richiede la  revisione del decreto che metterebbe a rischio i diritti stabiliti dal Concordato, ha giocato il suo carico. E' intervenuta a gamba tesa ed ovviamente si è portata dietro tutti quelli che non aspettavano altro per ribadire la loro posizione contraria ergendosi a paladini di una giustizia concordataria di cui fino al giorno primo probabilmente ignoravano l'esistenza.
Ma c'è poco da fare. Quando si tratta di estensione di diritti e di tutele delle minoranze evidentemente qualcuno fraintende e ritiene che non poter dire ad un ragazzo "frocio di merda" (e magari aggiungere anche violenze fisiche oltre che verbali) sia una lesione della libertà. 
E' andata proprio così a Milano ieri, proprio nelle vicinanze della piazza dove si concludeva il Pride; vittima un ragazzo di dodici anni, ripeto dodici anni, che stava per partecipare alla manifestazione. Ecco. E' certo che, purtroppo, anche con l'approvazione della legge Zan gli eventi vergognosamente violenti di questo tipo non finiranno. Nessuno pensa il contrario. C'è però chi pensa che chi si macchia di tali indecenze debba essere adeguatamente punito per l'orrore che compie.
Non sono di questo avviso evidentemente gli uomini di chiesa che sono preoccupati di altro. Della libertà delle loro scuole private (finanziate dai soldi pubblici) di non attuare percorsi formativi/informativi contro gli scempi suddetti ma soprattutto dell'impossibilità di uomini di culto e non di dare libero sfogo alle proprie inclinazioni più bieche, dato che quanto previsto dalla legge non è ovviamente per niente in contrasto con la libertà di pensiero e/o di espressione. 
Vengono infatti previste pene più severe per chi istiga all'odio e chi fa propaganda di idee discriminanti e violente verso la comunità LGBTQuindi è lecito chiedersi il perché di questa interferenza della Chiesa. Il reale motivo per il quale è stato invocato il concordato. La vera preoccupazione che tanto terrorizza chi ha dovuto e voluto mettere questo ennesimo bastone tra le ruote di un carro che già fa fatica ad arrivare a destinazione.
Mentre noi ci chiediamo questo, forse il ragazzo dodicenne aggredito ieri si starà chiedendo che male avrebbe fatto una legge molto più severa nei confronti di quei delinquenti che lo hanno aggredito ed umiliato in quel modo schifoso. 

martedì 22 giugno 2021

In ginocchio

Il lato acido di questo blog

Gravina, presidente della FIGC, dichiara sostanzialmente "siamo da sempre contro il razzismo ma lasciamo libertà di scelta sulle iniziative di Black Lives Matter" e "....ognuno ha manifestato come ha preferito....qualcuno si è messo in ginocchio, qualcuno ha applaudito...." a chi gli chiedeva come mai non tutta la squadra si fosse inginocchiata.
Aldilà del fatto che se vuoi dare un segnale contro il razzismo, un'indicazione come federazione ai tuoi giocatori la puoi anche dare, lasciando magari poi liberi gli stessi di non seguirla (magari spiegando i motivi della non adesione). Ma superando questo, la cosa che mi vien da chiedere è un'altra. 
Non sei d'accordo e non ti inginocchi? Ok. Ma allora che c'incastra l'applauso!?!? Ora, sicuramente sarò io eh, ma se l'iniziativa per dare un segnale è far mettere in ginocchio i giocatori al calcio d'inizio, tu che sei calciatore in campo, se non la vuoi fare, perché applaudi? Della serie "bello eh come segnale...ma io che sono (esempio) il capitano della Nazionale applaudo e basta 'un vorrei mi si sbucciasse i'ginocchio...". Altro che Ponzio Pilato....

domenica 20 giugno 2021

Solo qua

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 441
Per noi tifosi viola la sensazione è sempre la stessa. Magari un po' supponente e certamente esagerata ma è quella. "Certe cose succedono solo a noi". Un pensiero che spesso accompagna diverse tifoserie ma che a Firenze ormai da tempo è diventato quasi un inno.
Dopo due anni di "transizione" (che ne seguivano un'altra serie infinita sotto la vecchia gestione) la nuova stagione doveva/dovrà essere quella di una nuova programmazione e di una sorta di svolta per la gestione Commisso.
Il primo anno tutto era stato fatto di corsa (in parte vero in parte la cosa ha coperto vari errori) ed il tutto era stato comunque coperto dall'affascinante arrivo di Ribery. Il secondo era un anomalo campionato che partiva con tempi strettissimi rispetto al precedente che aveva avuto un epilogo solo ad agosto (vedi covid e prima ondata) e l'idea di dare di nuovo fiducia a Beppe pur non essendone completamente convinti tutti aveva minato il tutto sin dall'inizio.
Quest'anno sembrava quello giusto per ripartire. Nuovo allenatore, cambio di buona parte della squadra ed una sorta di taglio del nastro di un nuovo ciclo. I timori di tempi lunghi che da sempre ci accompagnano sul mercato ("ore decisive per Longo" docet) facevano ipotizzare una scelta per guida tecnica e dirigenziale non immediata. Se per la parte dirigenziale i timori si sono concretizzati (Burdisso è arrivato dopo la scelta dell'allenatore, Pradè non si capisce se è stato demansionato, Antognoni è vicino ad un nuovo addio) per quelli riguardanti l'allenatore siamo incredibilmente partiti in anticipo ed abbiamo trovato "la quadra" addirittura prima degli altri. 
Indipendentemente dai gusti personali la scelta era di quelle che dava speranze. Personalmente ritenevo (e ritengo) che la svolta vera e propria poteva arrivare solo con due nomi (Sarri e Spalletti) ma la scelta di un tecnico comunque di una certa esperienza e con un nome "ambizioso" come quello di Gattuso lasciava sperare bene, pur tra i pro ed i contro. Certamente tra i contro quelli di un carattere non facile che anche in altre esperienze lo avevano in qualche modo segnato. In aggiunta uno stretto rapporto con il proprio procuratore, talmente forte da far influenzare spesso le campagne acquisti. E proprio su questo, prima ancora di cominciare, si è arenato il rapporto ed adesso "NE PARLANO SOLO CON GLI AVVOCATI"
Venti giorni dopo la scelta effettuata e dieci giorni prima dell'ufficializzazione della nuova stagione tutto è finito. Contratto annullato e da quelli che avevano scelto per primi siamo diventati gli ultimi della serie A. Si deve ripartire. 
Colpe? Bah. Facile e difficile da individuare. Normale che farsi prendere per il collo da un'agente per scelte, importi e tempistiche non è accettabile. Altrettanto normale che era ovvio a tutto il mondo che facendo quella scelta veniva preso il pacchetto nella sua interezza e che negli anni scorsi non è che proprio si sia stati "esenti" da commissioni per procuratori/agenti.
Sorge spontanea la domanda: ma prima di firmare il contratto e nei venti giorni successivi "di'chehannoparlato" se si son ritrovati così sorpresi all'improvviso?
La risposta non ce l'avremo mai perché già trapela una clausola tra le parti impostata sul silenzio. Ce ne faremo una ragione, ovvio. Ma è l'ennesima che ci dobbiamo fare e come dicevo all'inizio cominciamo a farci l'abitudine, commentando "l'è nova....tutte a noi....". Adesso riparte la ricerca dell'allenatore. I nomi son tanti, alcuni anche accasati e vien da chiedersi (visto che si vuole fare i super ligi alle normative ed ai contratti) quanto sia "corretto" andare a cercarne uno che ha appena rinnovato il suo contratto. Ripartiranno le voci e piano piano copriranno il contratto più velocemente rescisso dalle parti della storia. Un nuovo capitolo del libro "Solo Qua" che certamente non ha messo benzina in un serbatoio di passione che comincia davvero a scarseggiare, tristemente vicino alla "riserva".  

sabato 12 giugno 2021

Fazioni anche quando servirebbe altro

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 440 

Ormai sembra diventata una triste abitudine da "esportare" nei vari argomenti di attualità. E' diventata una costante infatti la classica analisi con relativo giudizio definitivo dei vari esperti di tutto lo scibile umano che arriva puntuale dopo circa quindici secondi da qualsiasi evento. 
Che si tratti di strumentazione tecnica come quella del sistema frenante della funivia o delle conseguenze di un vaccino piuttosto che di un altro, sembra che praticamente tutti abbiano conoscenze così ampie e profonde da poter giudicare senza il minimo rischio di errore. Gli esempi non sono purtroppo casuali ma indicano che la capacità di giudizio e la sicurezza dello stesso non si ferma neanche di fronte a lutti e/o tragedie.
E' drammaticamente di questi giorni infatti la notizia del decesso di una ragazza di appena diciotto anni, Camilla Canepa, che circa una quindicina di giorni fa si era vaccinata. Al momento i dati in possesso di tutti sono questi, correlazione tra vaccinazione ed il suo decesso sono da appurare e soprattutto da mettere in fila. Sono emerse infatti situazioni cliniche della ragazza che dovrebbero invitare tutti alla prudenza sulla situazione. "LA VOLTA CHE ERA SCRITTO" un qualsiasi giudizio o un uso strumentale dell'evento non doveva essere questa. Ed invece. 
Lo schieramento in fazioni è ovviamente partito. La suddivisione tra provax, novax, noFigliuolo, proFigliuolo, noAstraZeneca, proAstraZeneca e mille altre derivazioni si è subito mobilitata in una sorta di guerra di "cosiddette ragioni", che di ragioni purtroppo ne hanno ben poche. 
Certo qualcuno dovrà spiegare alcune cose, anzi diverse. 
Se la ragazza soffriva di malattie o aveva in corso delle cure per patologie particolari e non sono state adeguatamente valutate dovrà essere individuato il responsabile o i responsabili. Così come una riflessione generale andrà fatta su come certe/molte/quasi tutte le anamnesi sono state realizzate prima di far accedere gli utenti ai vaccini. Allo stesso modo chi ha gestito i sintomi di Camilla nei due ricoveri ospedalieri post vaccino dovrà essere valutato attentamente nel suo operato e nelle azioni che ne sono conseguite.
Più in generale salta agli occhi qualcosa di poco logico nella possibilità data ad una ragazza come Camilla di vaccinarsi proprio con quel tipo di vaccino. Che la somministrazione infatti del vaccino AstraZeneca fosse fortemente sconsigliato ad una certa categoria di persone sotto una certa età (donne sotto una soglia di 60/50/40 anni ancora l'età non si è ben capita) era noto ed allora anche in questo caso dovrà essere individuato bene chi si è assunto la responsabilità di aprire un open-day vaccinale generale proprio con AZ. 
Lo scrivo senza avere una posizione legata a nessuna delle fazioni che si stanno scatenando in questi giorni. Penso solo che proprio per dare risposta a Camilla, a chi le voleva bene ed a tutti noi sarebbe giusta un'analisi attenta di tutti gli elementi. Seria, precisa, circostanziata. E successivamente una risposta completa con i relativi provvedimenti. Sarebbe niente in confronto alla vita che purtroppo non c'è più ma anche per il suo ricordo ed in suo onore potrebbe rappresentare un piccolo segnale pur tragicamente tardivo. Il segno che i fatti son stati analizzati e si è trovato motivazioni e responsabilità. Cosa che sembra impossibile da realizzare, per questo ancora più necessaria.

sabato 5 giugno 2021

Oceano di sofferenza

#KdL - KIAVE di LETTURA n° 439
Non esistono parole per un degno commento. La storia di Seid Visin è di quelle che non lasciano spazi all'immaginazione ma che fotografano perfettamente ed in modo crudo cosa sia la realtà in alcune situazioni. Quale siano le difficoltà dell'affrontare la vita in modo davvero umano o almeno provare a farlo quando si deve combattere contro la violenza becera e subdola.
Adottato da bambino da una coppia di Nocera Inferiore, Seid ha vissuto i suoi primi anni tra le coccole di una famiglia e di un'intera comunità che gli hanno dato la spinta verso il sogno di milioni di bambini/ragazzini: quello di giocare a calcio in una squadra importante. Poi qualcosa è cambiato. Nella lettera che ha scritto qualche mese fa viene spiegato come il clima intorno a lui si sia drammaticamente capovolto. Gli insulti, le umiliazioni, le prevaricazioni. "IL TUNNEL DEGLI ORRORI" di una parola che rimbomba anche solo a pensarla: razzismo. Intorno a lui non più la disponibilità all'inserimento di un bambino adottato ma l'odio verso qualcuno di considerato "diverso" per il colore della pelle. Tale e talmente forte da farlo sentire in obbligo di "prendere le distanze" nei confronti degli immigrati. Così feroce come stato d'animo da fargli sentire la necessità di metterlo per iscritto:
"...quando stavo con i miei amici, mi portava a fare battute di pessimo gusto sui neri e sugli immigrati. Addirittura con un'aria troneggiante affermavo che ero razzista verso i neri, come a voler sottolineare che io non ero uno di quelli, che io non ero un immigrato. L'unica cosa di troneggiante però, l'unica cosa comprensibile nel mio modo di fare era la paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati, la paura per il disprezzo che sentivo nella bocca della gente, persino dai miei parenti che invocavano costantemente con malinconia Mussolini e chiamavano 'Capitano Salvini'. La delusione nel vedere alcuni amici (non so se posso più definirli tali) che quando mi vedono intonano all'unisono il coro 'Casa Pound'..."
Nella stessa lettera Seid non invoca commiserazione o pena ma vuole lasciare una traccia. Vuole aprire il sipario su un dramma che purtroppo non è una rappresentazione teatrale ma una tragica realtà, quello che lui stesso definisce perfettamente e tragicamente come un "oceano di sofferenza che stanno vivendo quelle persone dalla spiccata e dalla vigorosa dignità, che preferiscono morire anziché condurre un'esistenza nella miseria e nell'inferno...persone che rischiano la vita, e tanti l'hanno già persa, solo per annusare, per assaporare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente Vita".
Leggere oggi quelle parole e sapere che vengono dalla penna di quella stessa persona che ha deciso di togliersi la vita, stanco di sopportare sguardi scettici, gesti prevenuti e parole violente ed offensive strazia il cuore. Lascia sbigottiti. Rende attoniti in cerca di un po' d'aria fresca che tristemente sembra non poter arrivare. Seid e quell' "oceano di sofferenza" che lui stesso definisce il mondo degli immigrati vittime di soprusi e di ingiustizie sono una colpa clamorosa che in qualche modo abbiamo tutti. Colpevoli di non accorgerci davvero di cosa sta accadendo, di non impedire quell'emarginazione razzista che rende incapaci di andare avanti, di essere impegnati in altre priorità vuote che niente sono al riguardo. Insieme a tutti noi però "qualche colpa" ce l'ha anche chi sul fuoco di questa tragedia ha continuato e continua a soffiare e buttare benzina sopra. Qualcuno che per mestiere dovrebbe gestire la situazione e trovare soluzioni nell'interesse di essere umani come Seid. Già, perché se qualcuno se ne fosse scordato, di quello si tratta. Di essere umani