Kiave di lettura n° 121 |
ROMAIN GARY - "La vita davanti a sè" - Neri Pozza
Infatti, il libro di Gary è l'ennesima conferma che il Capo le scelte le sa fare proprio bene, regalo azzeccato visto che il tentativo dichiarato era quello di cercare un libro senza troppe facilità di accesso, magari con una trama non troppo complicata ma obbligatoriamente non scorrevole, tanto da diventare "lento" non tanto per il numero di pagine ma per la scarsa capacità di andare avanti da parte del lettore.
La penna dell'autore è sicuramente di quelle che sanno scrivere bene, che sanno raccontare e ricordare "certe volte credeva che fosse ancora valida, soprattutto nel cuore della notte, era una che viveva di ricordi" ma i tratti che vengono messi giù non riescono (almeno con me) ad attirare l'attenzione ed a far seguire la storia con la voglia di andare avanti. Sarà che "la vita non è una faccenda per tutti quanti" e forse anche lo stile narrativo dell'autore non è per tutti, di questo evidentemente "non c'è motivi per avere paura" ma solo la consapevolezza che il romanzo fa una grande fatica ad ingranare e poi a tenere un passo deciso ed "invitante".
Una storia che nasce da un'idea anche diversa "ho detto che puttana è un'idea puramente astratta" e da percorsi anche singolari "gli psichiatrici sono gente a cui tu spieghi in continuazione che non hanno quello che hanno e che non vedono quello che vedono" ma che per racconto e non presenza di un unico filo conduttore chiaro porta chi legge ad avere molte difficoltà a trovare interesse, se non nella capacità di scrittura, che però alla lunga resta isolata e non è più così attraente, magari "dipende dal fatto che non siamo previsti per vivere così a lungo" per aspettare un colpo di scena o qualcosa di simile che invece si fa attendere quasi come una giocata di classe di Kurticce. Oltre il riconoscere quindi la penna in bello stile non si riesce ad andare.....ma come direbbe il mittente del dono....magari "l'è perchè tu sei te "limitato""......
BIGNAMI: dopo Benni, nuovo regalo "azzeccato" senza ombra di dubbio.
La penna dell'autore è sicuramente di quelle che sanno scrivere bene, che sanno raccontare e ricordare "certe volte credeva che fosse ancora valida, soprattutto nel cuore della notte, era una che viveva di ricordi" ma i tratti che vengono messi giù non riescono (almeno con me) ad attirare l'attenzione ed a far seguire la storia con la voglia di andare avanti. Sarà che "la vita non è una faccenda per tutti quanti" e forse anche lo stile narrativo dell'autore non è per tutti, di questo evidentemente "non c'è motivi per avere paura" ma solo la consapevolezza che il romanzo fa una grande fatica ad ingranare e poi a tenere un passo deciso ed "invitante".
Una storia che nasce da un'idea anche diversa "ho detto che puttana è un'idea puramente astratta" e da percorsi anche singolari "gli psichiatrici sono gente a cui tu spieghi in continuazione che non hanno quello che hanno e che non vedono quello che vedono" ma che per racconto e non presenza di un unico filo conduttore chiaro porta chi legge ad avere molte difficoltà a trovare interesse, se non nella capacità di scrittura, che però alla lunga resta isolata e non è più così attraente, magari "dipende dal fatto che non siamo previsti per vivere così a lungo" per aspettare un colpo di scena o qualcosa di simile che invece si fa attendere quasi come una giocata di classe di Kurticce. Oltre il riconoscere quindi la penna in bello stile non si riesce ad andare.....ma come direbbe il mittente del dono....magari "l'è perchè tu sei te "limitato""......
BIGNAMI: dopo Benni, nuovo regalo "azzeccato" senza ombra di dubbio.
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