Come in parte preannunciato nel precedente post con argomento libri, il "giro buono" di libri letti si è un pò interrotto....non che il libro di Vitali sia un brutto libro...anzi....però partendo col paragone scomodo di un Camilleri del nord (letto in qualche recensione) forse sono partito con un pò troppe aspettative....prima di tutto niente dialetto e niente "commissari".....poi la quantità industriale di personaggi, che se da un lato creano fascino "intrecciandosi" in diverse storie prima parallele poi convergenti dall'altro mettono un pò troppa confusione in chi legge.....il racconto ha però il pregio di scorrere via senza troppe descrizioni, in brevi capitoli e con una storia che và a finire là dove magari uno si può anche aspettare sin da subito ma non sembra mai banale.....però non ti lascia addosso un senso di "bella lettura" di fascino di un libro che poi potresti fra qualche anno anche voler rileggere.....sembra quasi che dica "si fa quel che si può se quello può bastare" ....l'ambientazione è (il titolo è abbastanza chiaro) nel periodo fascista, ma si tiene lontano, piccoli accenni a parte ma solo per il ruolo ed i poteri del podestà, ad inflessioni politiche. Il romanzo si basa su personaggi al limite del grottesco ed intrighi paesani.....tutti che confluiscono nel vero protagonista che è Bellano cioè il paese dove si sviluppa la storia.....e dove le voci si rincorrono, vere-false-verosimili come in tutti i paesi che si rispettono.....
Un romanzo che non ha una base "gialla" o "rosa"....forse quasi più una sceneggiatura di una commedia che in alcuni punti strappa anche alcuni sorrisi....ma resta quel senso di "vorrei ma non posso"....
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