Kiave di lettura n° 190 |
Quando fai delle playlist e l'ascolti dopo un po' di tempo, magari con un ordinamento casuale, l'arrivo di certi pezzi riesce a sorprenderti anche quando ad inserirlo sei stato proprio te in quel mix ed anche quando l'autore è quello a te più noto. Capita così che la tua conoscenza "SE NE FREGA" dell'ovvio ed anche un pezzo che già apprezzi e trovi speciale molto e da tanto riesca a colpirti quasi come se fosse nuovo od originale. Magari è la corsa che ti aiuta ad apprezzarla diversamente, magari solo ascoltarla con orecchi e pensieri diversi, fatto sta che il "nuovo ascolto" ti arriva dentro.
Lo apprezzi e ci riesci a leggere sfumature diverse da quelle che hai sempre notato, imparato, fatto tue ed apprezzato. Ascolti meglio, non cantandoci sopra e trovi una vera e propria poesia. Poesia che è messa sotto forma di una canzone di cui il significato si adatta, modificandosi in base a pensieri ed a momenti, con gli stessi che ti fanno apprezzare di più e diversamente il significato. Un paesaggio dipinto coi colori bianchi della neve come sfondo, con la sua morbida consistenza a rendere "arrotondati spigoli" abituali di vite quotidiane stressate da immancabili difficoltà, mille impegni e centomila obblighi. La neve rende tutto più pulito e più chiaro, ci si può fidare perchè lei se ne frega e costringe tutti ad un tempo diverso permettendo di vedere lontano con occhi diversi ed attraverso occhi altrui che promettono di tutto. Tempo diverso che consente di stare fuori davvero, coperti dalla coltre bianca che assorbisce parole forti, pericoli e suoni troppo rumorosi. Una neve che toglie il fiato e bagna le ciglia, proprio come questa poesia in note. Già, perchè a definirla canzone sembra quasi di darle una definizione offensiva, un po' come a chiamare semplicemente cantante chi l'ha scritta.
Buon ascolto, buona lettura, buona visione delle immagini che parole e musica dipingono.
Buon ascolto, buona lettura, buona visione delle immagini che parole e musica dipingono.
Tu che allarghi le braccia
E le porgi la faccia
Ti sembra cotone ti sembrano piume
Nessun tipo di sforzo
Non fa neanche una piega
C'è chi ne ha già abbastanza
Ma tanto la neve, lei se ne frega
Copre I coppi e le piazze
Le altalene e I bidoni
I sorrisi dei pazziE le bestemmie di qualche barbone
Tutti quanti costretti
Ad un tempo diverso
Io ti guardo negli occhi
E vedo lontano
Il tempo che ho perso
Parlami davvero
Dentro questo gelo
Sentimi davveroChe non fa più buio
Baciami davvero
Che non casca mica tutto il cielo
Che ci stiamo ancora sotto insieme
Sembra tutto pulito
Sembra tutto più chiaro
Tutto quanto più morbido
Senza più spigoli da arrotondare
I progetti divini
Il destino e la sfiga
Fatti solo vicina che tanto
Le neve lei se ne frega
I segreti più son vecchi
e più saran pesanti
Puoi tirarli fuori
Tanto qui sarai coperti
La manna forse aveva questa forma
E allora puoi fidarti
Parlami davvero
Sciogli questo gelo
Sentimi davvero
Che spegniamo il buio
Baciami davvero
Che non casca mica tutto il cielo
Che ci stiamo ancora sotto insieme
Parlami davvero
Non lasciare niente
Scaldati davvero
Sotto questa coltre
Baciami davvero
Che possiamo stare ancora fuori
Che la neve qui fa il suo lavoro
Copre antenne e furgoni
Gli ospedali e gli incroci
E fanali che fanno già meno luce
Io ti guardo negli occhi
Hai le ciglia bagnate
E prometti di tutto
E nevica ancora da togliere il fiato
LA NEVE SE NE FREGA - LUCIANO LIGABUE - "Mondovisione"
Buffo...anche a me è capitato di recente di ascoltare questa canzone durante una corsa e di "percepirla" diversamente da come avevo fatto al primo ascolto...certe volte servono precisi momenti o la giusta cornice per ascoltare e capire davvero...
RispondiEliminaHai ragione, sempre di più mi capita correndo...sarà la testa "più vuota"....
EliminaBuffo, proprio nei giorni scorsi rileggevo un tuo vecchio commento su un mio post e pensavo "è tanto che non la sento"....
Bentornata...