#KdL - KIAVE di LETTURA n° 603 |
L'opinione pubblica e le istituzioni, con a capo addirittura il presidente del consiglio, finalmente sono scesi in campo con forza ed alzando la voce per denunciare uno scandalo perpetrato ai danni di una donna. Colpita duramente da un uomo. Violenza inaccettabile e quindi denunciata in modo chiaro e netto.
Ora, si potrebbe obiettare che la cosa è accaduta in un ring olimpico con guantoni e caschi sportivi ed ha scatenato l'inferno mentre quando succede ogni giorno per strada o tra le mura domestiche senza regole sportive e portando spesso a danni permanenti o morti si sollevano molte meno voci e molto meno incisive. Ma il senso di un uomo che picchia una donna è comunque e sempre da condannare.
Che poi guardando e leggendo bene non proprio un uomo, sembra. Almeno non per la suddetta presidente che parla di "atlete con caratteristiche genetiche maschili" mentre tutti intorno a lei continuano ad inveire contro un "uomo che prende a pugni una donna". Bisognerebbe si allineassero. Perché così facendo poi chi "NON E' VENUTO NELLA VOSTRA POLAROID" , non ha seguito la cosa e non ci capisce granché potrebbe andare a cercare le informazioni per provare a dipanare i nodi di questo evento.
Così è accaduto a me. Non riuscendo a seguire la "polemica del giorno" sono andato a cercare di approfondire i fatti e mentre lo facevo dentro me mi chiedevo: "ma come la penso davvero io rispetto ad una persona transessuale o in transizione che gareggia in una categoria dove le rivali possono essere per natura con caratteristiche più deboli?". E non ho trovato immediatamente una risposta.
Ma non è servito interrogarsi a lungo visto che è bastato leggere come stanno le cose per capire che il dubbio (almeno in questo caso) non si pone. Imane Khelife, il violento uomo accusato di non poter gareggiare contro atlete donne, è in realtà una donna. Nata tale e cresciuta così. Ha gareggiato da sempre nelle categorie femminili, vincendo e perdendo, fino ad una decisione dell'associazione internazionale di boxe (IBA) che l'ha esclusa dagli ultimi mondiali perché i risultati degli esami medici non rientravano nei criteri di accesso. Squalificata, come del resto la stessa IBA che per scandali amministrativi e di corruzione non è riconosciuta dal CIO (comitato olimpico internazionale). Livelli di testosterone al centro dell'attenzione invece per la Khelife, che il CIO garantisce essere stati nei limiti ammissibili secondo i controlli pre olimpici e che la stessa atleta gareggia nella categoria femminile perché, strano eh, donna dalla nascita e da sempre appartenente quindi a quella categoria. Monitorati i livelli (che possono essere sballati da problemi di salute come da altri motivi) non c'è altro da segnalare.
Quindi, polemica inutile ma soprattutto caso inesistente.
Il ritiro dell'avversaria, l'italiana Angela Carini, ha però dato nuovo fiato a tutti che urlano all'ingiustizia sportiva. Ovviamente solo perché c'è un'italiana di mezzo. E chi meglio di un presidente del consiglio donna, che si fa chiamare al maschile e da quando è al governo ha prodotto solo iniziative peggiorative verso le stesse donne, per esaltare questa ingiustizia? L'atleta italiana per me, come tutti quelli che partecipano alle Olimpiadi, ha già vinto essendo lì: nel più grande evento sportivo che mette in risalto meriti sportivi e li porta sull'altare. Poi c'è chi arriverà anche alle medaglie e/o a record ma tutti quelli che sono riusciti ad arrivarci, a Parigi, hanno vinto. Il suo ritiro fa parte appunto dello sport ed è dovuto al fatto che ha incontrato qualcuno più forte di lei in quel momento. Come era successo ad Imane nell'Olimpiade di Tokyo quando ai quarti venne eliminata perdendo nettamente contro la sua avversaria. Lì non si ricordano però interventi della Meloni - e di mille altri eletti pensatori ed illuminati politicanti del nulla - ad ergersi paladini dell'atlete sconfitte ingiustamente da chi più forte di loro.
I controlli olimpici ci sono e ci saranno e se Imane - come chiunque altro - risulterà fuori dai limiti previsti e quindi irregolari scatteranno le sanzioni e le squalifiche, la squalifica a Seul88 di Ben Johnson e del suo record nella gara principe dell'atletica dovrebbe dire qualcosa a tutti. Fino ad allora si è solo buttato via tempo, fiato e sudore in una polemica basata su un fatto inesistente. Evidentemente certa gente ha tempo da buttare e non soffre il caldo.
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