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#KdL - KIAVE di LETTURA n° 644 |
Passano gli anni ed uno che vagamente ripone quel briciolo di speranza nel genere umano/politico potrebbe pensare o meglio sperare che il passato in qualche modo sia servito da lezione. "ILLUSIONI CHE PRIMA O POI" magari si avvereranno anche, ma non adesso.
E' infatti notizia di questa settimana l'arresto del sindaco di Sorrento per mazzette incassate ad un ristorante da un imprenditore del settore alimentare (appalti delle mense scolastiche). Devo dire una certa coerenza il luogo dello "scambio" rispetto all'attività. Incasso della serata tra l'altro parziale rispetto ad accordi già presi e già incassati viste le perquisizioni e le indagini relative. Il tutto ha portato ad altre ispezioni, verifiche negli ambienti collegati al sindaco e sono così emerse delle collaborazioni che poco o niente avevano a che fare con il lavoro ed il ruolo di primo cittadino ma che erano tarate su ben altro. Nello specifico quella di un fiduciario del sindaco a cui sono stati ritrovati oltre centocinquantamila euro nel tavolo da biliardo. Fiduciario (sigh) tra l'altro su cui si erano incentrate le attenzioni di un'inchiesta giornalistica che aveva smascherato il suo passato "particolare" costringendo lo stesso a non ricoprire il ruolo ufficiale nello staff comunale. Cosa evidentemente che non è stata sufficiente a metterlo ai margini ma gli ha anzi permesso di impreziosire la sua abitazione con mobilio di particolare pregio.
La cosa mi ha fatto tornare in mente una vecchia perquisizione ai tempi di Tangentopoli in casa di Duilio Poggiolini, direttore centrale del Ministero della Sanità e responsabili dell'inserimento dei farmaci nei prontuari medici. In quel caso furono trovati nascosti in divani e panche miliardi delle vecchie lire, titoli di stato e monete antiche tanto da sconvolgere gli stessi finanzieri impegnati nella perquisizione. La notizia di cronaca è ridotta nelle dimensione rispetto al ruolo e gli importi di Poggiolini ma la cosa che fa davvero pensare è che sia una storia senza fine. Quella al vecchio direttore centrale della Sanità è datata 1993, oltre trenta anni fa. E ci risiamo. Ci mancherebbe, realtà diverse e paragoni non possibili ma che ancora siano presenti in modo così "prepotente" induce ad un'amarissima riflessione. Che tutto cambia per non cambiare niente si direbbe in stile "gattopardesco". Ma forse in questo caso non c'è stato neanche lo sforzo di provare davvero a cambiare qualcosa.
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