Kiave di lettura n° 78 |
Come mi era già accaduto e come sicuramente accadrà di nuovo, a volte mi capita di avere un pò "la penna scarica" ed essere più fermo e meno produttivo nello scrivere. Il blocco dello scrittore si direbbe....se solo fossi uno scrittore.
In questi momenti allora mi capita di "frugare" tra le cose scritte con più o meno razionalità e con più o meno senso ed a volte reagisco come "MARIO IMPRECA E TIRA FUORI I CONTI DEL BAR" per le cose che leggo e non mi piacciono, altre invece in quello che ho scritto mi ci ritrovo e mi scappa anche un mezzo "autocomplimento".
Leggendo e rileggendo, ho trovato anche un pezzo buono da pubblicare oggi, adatto perchè mi ha colpito ricordandomi esattamente quando e come l'ho scritto, adatto perchè mi ha strappato un autocomplimento ed un sorriso. Così oggi la kiave di lettura si trasforma in una Kiave di Scrittura, che già conoscete, e che spero potrete apprezzare.
Buono "stralcio".....
.....
Fuori splende il sole dopo una settimana di continua pioggia. Ormai l’inverno sembra alle spalle. Finalmente. Finalmente lasciare giacche e giubbotto in qualche stanza ed uscire in maglia o felpa non comporta automaticamente l’assideramento ma anzi provoca un sorriso spontaneo che ti mette di quel buon umore che solo il sole che non brucia ma riscalda può portare, un buon umore senza “costi” e naturale nel senso più completo del termine.
Vedi
quel buon umore come un segnale di qualcosa di positivo che quella giornata può
produrre. Qualcosa che chiude ovviamente il cerchio con il tuo fissare il
display. Giocherelli col bicchiere che hai di fronte a te ma la voglia di bere
non è molta, lo fai in maniera distratta quasi meccanica per “smorzare” quei
momenti di attesa che da solo ti sei imposto e da solo stai celebrando. Provi
ad alzarti, guardi fuori e qualcosa ti attrae quasi in maniera automatica e
stupida: il movimento della gente.
Fa
da controaltare al tuo immalinconirti immobile e non può che saltarti agli
occhi. Così paghi, finisce la tua bevuta, non ricordi bene in che ordine saluti
e prendi le tue cose ed esci fuori a cercare la direzione del moviemnto della
gente. Ognuno è concentrato sulla sua andatura, passo spedito e sguardo
concentrato su quella che sembra essere una meta comune: la meta obbligata. Che
sia il lavoro, la famiglia, il dentista con il suo appuntamento fissato dalla
segretaria, il commercialista che ti aspetta per darti brutte notizie. Mete
diverse ma tutte che provocano una naturale corsa in chi percorre il tragitto.
E mentre pensi questo ti accorgi anche te di avere un passo in una direzione
nota. Quasi spontaneamente le gambe ti portano verso quella piazza, verso
quella panchina. Ora te ne stai rendendo conto come colpito da una notizia
inattesa. Rallenti un po’ pensandoci ma non fermi il tuo passo, hai capito che
stai andando proprio lì ed anche se meravigliato continui a camminare e quasi
sorridendo scuoti la testa e dici tra te e te “non sono per niente normale”,
facendo attenzione che il pensiero resti tale e non si trasformi in una frase
vera e propria.
.....
BIGNAMI: tratto da un racconto dal titolo "l'istinto comune di un gesto"....
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