#KdL -KIAVE di LETTURA n° 496 |
Non è certo un vanto eh. Anzi me ne sento anche in parte "colpevole". Ma proprio non riesco ad immedesimarmi nell'attuale situazione. E la conseguenza automatica è quella di prenderne le distanze.
L'ultimo schieramento governativo in ordine di tempo, quello attuale del "(quasi) tutti dentro", era fortemente indiziato, sin dall'inizio, di mostrare le crepe e le distanze di posizioni politiche neanche vagamente (in teoria) vicine da parte dei partiti che lo compongono. Qualche scricchiolio c'è stato in effetti, ma sempre rientrato nell'ottica della continuità di un esecutivo guidato da un presidente del consiglio da tutti invocato come l'unico in grado di portare la barca in porto: San Draghi dalla banca d'Italia e non solo. Per questo, soprattutto dopo la conferma di Mattarella al Quirinale, la strada verso la fine della legislatura sembrava libera da intoppi ed abbastanza dritta da percorrere.
Ed invece.
Invece, come ormai è cosa straordinaria solo nella ripetizione degli eventi, ecco la crisi. "UN ALTRO GIRO DI RUOTA" dopo quelli già vissuti due volte in questa legislatura, per di più iniziata con consultazioni infinite per trovare una maggioranza. La stessa è poi andata in crisi ed è stata sostituita da una che si è formata, ha governato ed è anch'essa andata in crisi per venire rimpiazzata da quella dell'illuminato di cui sopra. Che come nelle esperienze precedenti ha fatto il suo compitino e come le altre, ha rassegnato le dimissioni post ennesima crisi. Tutto questo balletto in meno di quattro anni di legislatura.
Il dramma è che non è niente di nuovo. Basta pensare alle precedenti legislature. Un simpatico vezzo della cosiddetta politica italiana, quello in cui nella maggioranza governativa a turno qualcuno si impunta, spesso su provvedimenti che appaiono non così vitali rispetto ad altri voti dati anche contro i propri principi politici, e punta ad un nuovo Governo dove spera di aver un ruolo di maggiore peso. O anche no, basta evidentemente dare quel segno di "vita", agli ipotetici propri elettori che nel frattempo invece spariscono.
Adesso quindi ripartono colloqui più o meno formali, ipotesi più o meno reali, alchimie più o meno incomprensibili. Chi prima era per "se cade il Governo è giusto tornare alle elezioni" adesso è per il "rimpasto", chi nei precedenti casi era possibilista sul "trovare un altro Governo per il bene del Paese" a questo giro è duro e puro sul "dobbiamo per forza sentire il parere degli elettori". Ovviamente con dichiarazioni e prese di posizioni intransigenti e coerenti come un camaleonte di fronte alle prede....o ai predatori.
Tutti pronti a guardare il proprio ritorno elettorale, spesso da prefisso telefonico, facendo passare il proprio percorso come quello illuminato di un gruppo politico con a cuore il bene del Paese. Che adesso è raggiungibile con una posizione esattamente opposta alla precedente linea che veniva venduta come l'unica possibile giusto una crisi fa. E per ottenere quanto professato come scelta salvifica sono pronti a lanciare i loro ultimatum. Definitivi e finali. Fino ai prossimi.
Nel frattempo la gente non li segue più. Non capisce i perché. Non comprende le posizioni. Non si fida più. Sostanzialmente di nessuno. Ma quelli di cui ormai non si fida più nessuno non hanno capito. E continuano, scambiandosi i ruoli e le dichiarazioni, come in un copione unico di varie commedie....anzi tragedie.....dalle porte girevoli.
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