Dopo una puntata che mi aveva lasciato soddisfatto ma non in maniera particolare ("Caccia al tesoro") ho ritrovato in questa puntata l'entusiasmo dei primi Montalbano. Forse per il periodo di pausa che mi ero preso dalle sue storie o forse per una storia particolarmente intricata e che solo alla fine si dipana in una trama magari semplice ma avvincente, comunque sia il libro mi "ha preso". Come spesso accade mi sono ritrovato ad entrare nel libro poco a poco per poi "accellerare" il ritmo una volta che la storia mi ha preso continuando a leggere capitoli su capitoli alla fine per poter "DI COLPO ANDARE INSIEME" verso la conclusione. Le solite "camurriate" con Livia, le solite divertentissime "pirdonanze" di Catarella, il consueto sesso debole che provoca "firriate" di testa tanto da fargi tornare in mente la declamazione dell'Orlando Furioso. La capacità di dipingere la bellezza di Angelica provoca quasi una "firriata" di testa nel solo leggere che quasi viene giustificato Montalbano per le sue debolezze nei confronti della bellezza della musa isipiratrice dell'Ariosto. "Sinni era 'nnamurato completamenti perso a prima vista e pirdiva bona parti delle nottati immaginannosi di fari con lei cosi accusì vastase che non avrebbi mai avuto il coraggio di confidari manco all'amico cchiù stritto" , la storia si annoda intorno alla figura di Angelica ed intorno al suo ascendente sul commissario, che ovviamente supererà il debole per la bellezza reale tanto simile alla bellezza letteraria per compiere il corretto percorso dell'indagine e per.....no, questo non ve lo dico....vi lascio alla "penna" di Camilleri...
BIGNAMI: ritorno agli alti livelli di Montalbano che per un attimo si erano abbassati e mi aveva fatto temere l'assuefazione...pericolo fortunatamente scampato...
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