Nei giorni scorsi si è svolto il funerale di Don Verzè. Ovviamente luci accese e riflettori sull'evento. Ora, il suo CV (illustrato come al solito splendidamente da Marco Travaglio sul FQ del 3 gennaio) dovrebbe chiarire senza troppi dubbi la figura del fondatore del San Raffaele: una lunga storia di grandi ombre, interdizioni da parte della Curia, indagini, condanni e rapporti poco chiari che lo portano (riassumendo molto sommariamente ma chi è interessato è bene che si legga l'articolo perchè di carne al fuoco ce n'è davvero tanta) ad essere condannato per tentata corruzione ed abuso edilizio ed indagato in processo per truffa e ricettazione ma comunque magicamente sempre "salvato" dallo scontare le pene o dal chiudere i processi dalla prescrizione (dove l'ho già sentita questa?).
A cose normali il ricordo del defunto finirebbe qui, con la morte si chiuderebbe il tutto. Ma siamo in Italia e "SAPPIAMO GIA' COM'E'"...di conseguenza ci sono Sgarbi, Albano, Pillitteri e Renato Pozzetto che presenziano al funerale ed incensano l'opera del Don di turno e sbraitano contro la magistratura cattiva, ognuno col suo stile o senza (vedi alla voce Sgarbi).
Ecco, già il rito di rendere Don Verzè un santo solo perchè è passato a miglior vita è insopportabile, se a farlo poi sono questi testimonial diventa ancor meno sopportabile. Ma il culmine dell'indecenza arriva dopo. Quando la parola passa a Massimo Cacciari. Con la sua aria da professore tuttologo apre bocca e come dice Barbacetto sul FQ "anche questa volta ha perso l'occasione per stare zitto". Il filosofo radicalchic dei salotti buoni della sinistra (come fa uno di sinistra ad essere al funerale di Don Verzè? Bella domanda....se trovate la risposta contattatemi...) se ne esce con un paragone che fa letteralmente accapponare la pelle.
"Come diceva Don Milani è inutile avere le mani pulite se si tengono in tasca". Sul momento ho pensato di aver capito male. Non poteva essere che il filosofo tuttologo potesse usare una frase di Don Milani, maestro della scuola di Barbiana e noto per la rigorosità del suo impegno civico e civile per giustificare le imprese del Don di cui sopra dal CV di cui sopra. Non era possibile. Invece la chiosa del servizio Tv e l'articolo di Barbacetto mi hanno confermato l'impossibile.
E così anche Don Verzè si è trasformato nel'operoso perseguitato dai giudici cattivi solo per la troppa voglia di fare del bene. Avanti così Italia, sempre dritto.....
BIGNAMI: la morte, come diceva Totò, è una livella che mette in pari tutti quindi nessuna speculazione su chi non c'è più.....ma nemmeno la creazione di santi o benefattori dove di santi e benefattori non c'è nemmeno l'ombra....
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