Per deformazione "naturale" non ho mai sopportato tutto quello che è militare, in divisa o che fa riferimento ad armamenti e similari. Per deformazione "professionale" dalla scelta di obiezione di coscienza all'attuale lavoro ho visto confermato ed accentuato il mio istinto naturale. Quindi da sempre ho scosso la testa infastidito ed inacidito (più del mio standard abituale) verso "CHI HA PARLATO DI UNA GUERRA GIUSTA" o chi si è riempito la bocca di missioni di pace o ha blaterato di esportazioni di democrazia a colpi di bombe.
In questi giorni seguo invece con interesse (e non sono ironico) il dibattito che si è scatenato sulle spese militari e la loro utilità, o meglio opportunità visto il periodo. Come ho già scritto se sacrifici ci devono essere sarebbe bene che ognuno contribuisse con la propria parte, cosa che sembra cominciare a circolare anche nelle idee di qualcun'altro visto che, oltre il "normale" Fatto quotidiano, anche Repubblica è addirittura uscita in prima pagina online con questo articolo (ieri tra le notizie di apertura, oggi già un pò più in basso) e il tg della 7 ha dedicato a questo argomento un lungo servizio nell'edizione serale con tanto di chiosa di Mentana a favore del disinvestimento sugli F35 (il cacciabombardiere nella foto).
E' curioso che tutto d'un tratto ci si sia accorti dello scempio delle spese militari e sposo totalmente la dichiarazione di Di Pietro che dice: "Meglio tardi che mai. Alla fine anche la grande stampa e qualcun altro si sono accorti che scandalo insopportabile siano i miliardi di euro che buttiamo in spese militari. Soprattutto se si pensa che per il Servizio civile nazionale, invece, i fondi sono precipitati dai circa 170 milioni del 2010 ai 68 del 2012. Quando il ministro della Difesa ammiraglio De Paola ha detto che a tagliare le spese militari non ci pensava proprio, nessuno tranne noi aveva fiatato".
Quindi meglio tardi che mai, ma vorrei sapere dove erano tutti quando il servizio civile nazionale vedeva ridurre in quattro anni il proprio fondo del 400% oppure quando i tagli alla ricerca ed agli settori mandavano la gente sui tetti a protestare.
Quando gli enti di servizio civile mettevano in risalto che bastava guardare bene come veniva spesi i soldi nei vari settori (difesa, ma non solo) prima di dire "i tagli son necessari perchè non ci sono soldi" dove erano i vari Raisi, Bonelli, Vendola, Pinotti ed il resto della compagnia del PD (solo per citare quelli dell'articolo di Repubblica)? Certo, dichiarazioni (per la ricerca mentre per il servizio civile anche MOLTO poche) di forma e vicinanza, ma poi alla prova dei fatti? Sorrido quando leggo che il PD, nell'ottica veltroniana del "non ci piacciono le spese militari" MA ANCHE "un impegno militare è comunque dovuto" questiona sul numero degli F35 oppure osa addirittura fare "dichiarazioni di fuoco" come un "forse servirebbe un ripensamento"; bene, informateli che in questo momento sono al Governo e qualcosina potrebbero farla perchè altrimenti si può affermare, senza essere tacciati di demagogia, che "non è cambiato niente".
Perchè fino ad oggi non si è alzato un dito uno per migliorare questo scempio e non mi venite a dire che hanno avuto poco tempo, visto che nel tempo che hanno avuto comunque di cose ne hanno fatte (imu, accise sulla benzina, rincari, tracciabilità delle pensioni, ecc.). Evidentemente va bene continuare ad impegnarsi a pagare per 131 cacciabombardieri circa 15 MILIARDI DI EURO (mezza finanziaria così a memoria) che, con buona pace del nostro presidente della repubblica, ben poco hanno di strumento di pace ma sono degli armamenti per andare in guerra, cosa che "stride un capellino" con l'articolo 11 della Costituzione, che sempre di più è valida solo a corrente ed articoli alternati.
E non è nemmeno vero (come scritto qui (segnalazione del mio valente inviato romano che ringrazio) e ripreso anche da Repubblica) che dobbiamo portare a termine l'investimento o dovremmo comunque pagare, il costo in quel caso sarebbe nettamente inferiore (2 miliardi contro 15 e senza contare che se portiamo avanti gli investimenti ci sarebbero comunque i costi di gestione e manutenzione) e, anche infischiandosene dell'etica e della Costituzione, visto solo il periodo di congiuntura economica mi sembra che un risparmio tale sia non da valutare ma da mettere in pratica.
Quindi per poter annullare le mancanze del passato, proviamo a mettere in pratica dei buoni propositi e cominciamo a tagliare i fondi per la difesa e non tagliarli ancora una volta in altri settori, ri-destinando quindi questi fondi. Alcuni settori hanno già dato ed allora perchè tanto per fare una cosa diversa, questo Governo diverso, non chiede sacrifici a qualcun'altro?
Visto che in questo periodo piace molto "tagliare", perchè non farlo su strumenti di guerra?
A tal proposito vi lascio citando Massimo Paolicelli della Associazione Obiettori Nonviolenti: "Difendono più la patria 20.000 giovani impegnati per un anno in progetti di servizio civile o UN cacciabombardiere F35"?
BIGNAMI: incuriosito da questa "clamorosa" scoperta che hanno fatto tutti soltanto adesso ma speranzoso che questa folgorazione sulla via di Damasco possa portare a qualcosa.....
In questi giorni seguo invece con interesse (e non sono ironico) il dibattito che si è scatenato sulle spese militari e la loro utilità, o meglio opportunità visto il periodo. Come ho già scritto se sacrifici ci devono essere sarebbe bene che ognuno contribuisse con la propria parte, cosa che sembra cominciare a circolare anche nelle idee di qualcun'altro visto che, oltre il "normale" Fatto quotidiano, anche Repubblica è addirittura uscita in prima pagina online con questo articolo (ieri tra le notizie di apertura, oggi già un pò più in basso) e il tg della 7 ha dedicato a questo argomento un lungo servizio nell'edizione serale con tanto di chiosa di Mentana a favore del disinvestimento sugli F35 (il cacciabombardiere nella foto).
E' curioso che tutto d'un tratto ci si sia accorti dello scempio delle spese militari e sposo totalmente la dichiarazione di Di Pietro che dice: "Meglio tardi che mai. Alla fine anche la grande stampa e qualcun altro si sono accorti che scandalo insopportabile siano i miliardi di euro che buttiamo in spese militari. Soprattutto se si pensa che per il Servizio civile nazionale, invece, i fondi sono precipitati dai circa 170 milioni del 2010 ai 68 del 2012. Quando il ministro della Difesa ammiraglio De Paola ha detto che a tagliare le spese militari non ci pensava proprio, nessuno tranne noi aveva fiatato".
Quindi meglio tardi che mai, ma vorrei sapere dove erano tutti quando il servizio civile nazionale vedeva ridurre in quattro anni il proprio fondo del 400% oppure quando i tagli alla ricerca ed agli settori mandavano la gente sui tetti a protestare.
Quando gli enti di servizio civile mettevano in risalto che bastava guardare bene come veniva spesi i soldi nei vari settori (difesa, ma non solo) prima di dire "i tagli son necessari perchè non ci sono soldi" dove erano i vari Raisi, Bonelli, Vendola, Pinotti ed il resto della compagnia del PD (solo per citare quelli dell'articolo di Repubblica)? Certo, dichiarazioni (per la ricerca mentre per il servizio civile anche MOLTO poche) di forma e vicinanza, ma poi alla prova dei fatti? Sorrido quando leggo che il PD, nell'ottica veltroniana del "non ci piacciono le spese militari" MA ANCHE "un impegno militare è comunque dovuto" questiona sul numero degli F35 oppure osa addirittura fare "dichiarazioni di fuoco" come un "forse servirebbe un ripensamento"; bene, informateli che in questo momento sono al Governo e qualcosina potrebbero farla perchè altrimenti si può affermare, senza essere tacciati di demagogia, che "non è cambiato niente".
Perchè fino ad oggi non si è alzato un dito uno per migliorare questo scempio e non mi venite a dire che hanno avuto poco tempo, visto che nel tempo che hanno avuto comunque di cose ne hanno fatte (imu, accise sulla benzina, rincari, tracciabilità delle pensioni, ecc.). Evidentemente va bene continuare ad impegnarsi a pagare per 131 cacciabombardieri circa 15 MILIARDI DI EURO (mezza finanziaria così a memoria) che, con buona pace del nostro presidente della repubblica, ben poco hanno di strumento di pace ma sono degli armamenti per andare in guerra, cosa che "stride un capellino" con l'articolo 11 della Costituzione, che sempre di più è valida solo a corrente ed articoli alternati.
E non è nemmeno vero (come scritto qui (segnalazione del mio valente inviato romano che ringrazio) e ripreso anche da Repubblica) che dobbiamo portare a termine l'investimento o dovremmo comunque pagare, il costo in quel caso sarebbe nettamente inferiore (2 miliardi contro 15 e senza contare che se portiamo avanti gli investimenti ci sarebbero comunque i costi di gestione e manutenzione) e, anche infischiandosene dell'etica e della Costituzione, visto solo il periodo di congiuntura economica mi sembra che un risparmio tale sia non da valutare ma da mettere in pratica.
Quindi per poter annullare le mancanze del passato, proviamo a mettere in pratica dei buoni propositi e cominciamo a tagliare i fondi per la difesa e non tagliarli ancora una volta in altri settori, ri-destinando quindi questi fondi. Alcuni settori hanno già dato ed allora perchè tanto per fare una cosa diversa, questo Governo diverso, non chiede sacrifici a qualcun'altro?
Visto che in questo periodo piace molto "tagliare", perchè non farlo su strumenti di guerra?
A tal proposito vi lascio citando Massimo Paolicelli della Associazione Obiettori Nonviolenti: "Difendono più la patria 20.000 giovani impegnati per un anno in progetti di servizio civile o UN cacciabombardiere F35"?
BIGNAMI: incuriosito da questa "clamorosa" scoperta che hanno fatto tutti soltanto adesso ma speranzoso che questa folgorazione sulla via di Damasco possa portare a qualcosa.....
Nessun commento:
Posta un commento