"L’eccesso di esternazioni e l’assunzione di incarichi politici da parte dei magistrati contirubiscono a disorientare i cittadini, così come alcune tipologie di condotta che innescano periodicamente spirali polemiche ed acuiscono molteplici tensioni. In particolare, le esternazioni esorbitanti i criteri di misura, correttezza espositiva e riserbo, nonché l’inserimento nei provvedimenti giudiziari di riferimenti non necessari ai fini della motivazione e che spesso coinvolgono terzi estranei. Inoltre l'assunzione, quando inopportuna, di incarichi politici e la riassunzione di funzioni giudiziarie dopo averli svolti o essersi dichiarati disposti a svolgerli sono condotte che possono incidere sull’immagine di terzieta’ che deve assistere ciascun magistrato con riguardo al concreto esercizio delle sue funzioni”.
Mi spiegate, dopo queste dichiarazioni di Camomillo Napolitano, perchè Re Silvio poi dovrebbe non dire quello che ha detto dei magistrati di Milano e cioè: "Accanimento dei magistrati nei miei confronti non uguale nella storia", "ingranaggio disumano che non risponde più alle leggi", "giustizia piegata a pregiudizi di carattere politico ed ideologico", "operazione di diffamazione senza limiti per distruggermi come persona".
"PIACCIA O NO E' COSI'", gli autori dei testi di Re Silvio hanno cominciato a scrivere anche per Camomillo con la differenza che il secondo è il Presidente della Repubblica e di fronte a questi continui attacchi alla magistratura forse ci si attendeva parole diverse da Camomillo.
Speravo, illuso, che con le dimissioni di Re Silvio fossero finite le figure istituzionali che attaccano i magistrati. Eh sì, perchè una differenza tra quelle dichiarazioni pensandoci bene c'è. Che uno è un imputato di vari processi che cerca di sparare fango sui giudici che lo stanno giudicando, l'altro è il garante della Costituzione ed anche dei magistrati e come tale, prima di chiedere un fantomatico equilibrio ai magistrati che fanno il loro lavoro, dovrebbe difenderli da attacchi "irrazionali" e frasi offensive.
BIGNAMI: se tra le parole del Re e quello del Presidente della Repubblica la differenza è sottilissima le preoccupazioni non possono che volare alle stelle...
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