Kiave di lettura n° 14 |
Fino ad oggi infatti non avevo ancora
dedicato nessuna kiave a quello che senza dubbio è il mio scrittore preferito
(o almeno sicuramente sul podio dei preferiti), mancanza che mi sembra giusto cancellare. Quindi…..buona
lettura!
ANDREA
CAMILLERI - "Una lama di luce" - Sellerio
Dopo un periodo di
lontananza, mi sono di nuovo avvicinato a quella che posso definire il mio
porto sicuro a livello di scrittura: Camilleri ed il suo Montalbano.
Come
annunciato nell'ultimo post ad un suo libro dedicato, mi sono preso un pò di stacco non per
delusione o per altro ma solo per poter apprezzare ancora meglio ogni sua
novità; avendo infatti una produzione molto copiosa il seguirlo in tempo reale
portava al rischio di "abbuffarsi troppo" e conseguentemente non riuscire apprezzare con il giusto occhio le sue
produzioni.
Devo dire che lo stacco è servito. Mi sono infatti gustato molto di
più stile e penna dell'inarrivabile scrittore siciliano. Salvo in questa
puntata si trova a confrontarsi con varie situazioni da affrontare
ed elementi da considerare, che come sempre nei romanzi di Camilleri si intrecciano
fino a diventare quasi una sola cosa.
Non mancano gli aspetti divertenti da
commedia come il controverso ma amato rapporto tra Montalbano e Catarella, che addirittura alterna citazioni latine a frasi nel suo gergo tipo "è occupato da un catafero di morto" o il continuo punzecchiarsi con il dottor Pasquano, ma qualcosa in Salvo
sembra modificarsi.
Gli anni passano anche per il commissario,
e quindi l'effetto delle storie che si sviluppano hanno su di lui un effetto
diverso a quanto potevano avere le stesse vicende negli anni ormai passati.
Cominciano a pesare le scelte del passato "se si fusse maritato a tempo
debito con Livia", diventano compagni di strada dubbi di difficile
soluzione "quello che si era rumputo non era cchiù riaggiustabili",
si modificano sensazioni e stati d'animo "era il cangiamento inevitabili
dell'età che faciva cchiù comprensivi?" che spesso vanno o sembrano andare
in contrasto tra di loro "da quando era addivintato avaro di parole
sincere, autentiche, ginirose?".
Quello che sembra non cambiare e rimanere immutato, anzi quasi amplificarsi con il passare degli anni è il fascino del commissario che anche in questo romanzo sarà messo a dura prova da una presenza femminile tanto nuova quanto da subito affascinante e penetrante. A dura prova sarà messo non solo Salvo ma anche il legame con Livia, dove il numero e l'intensità delle "sciarriatine" aumentano e vanno a modificarsi come qualità in pericolosi atteggiamenti quasi di non sopportazione. Il rapporto con l'amata lontana in quel di "Boccadasse" vive sempre più di alti e bassi come onde di quel mare che resta per il commissario il posto certo da ammirare ed interrogare seduto sul suo "scoglio chiatto sutta al faro" magari con la compagnia improvvisato di un "grancio" amico. Come sempre nei romanzi di Camilleri, le storie si intrecciano e nonostante che questo particolare sia noto, mai la banalità fa capolino nelle pagine del libro. Anche in questo caso, se può essere prevedibile lo svilupparsi e l'incontrarsi di alcuni eventi che sembrano paralleli, risulta avvincente ed imprevedibile il percorso che la storia prenderà e lo sviluppo che avrà il rapporto con Livia, con tanto di colpo di scena finale.
Quello che sembra non cambiare e rimanere immutato, anzi quasi amplificarsi con il passare degli anni è il fascino del commissario che anche in questo romanzo sarà messo a dura prova da una presenza femminile tanto nuova quanto da subito affascinante e penetrante. A dura prova sarà messo non solo Salvo ma anche il legame con Livia, dove il numero e l'intensità delle "sciarriatine" aumentano e vanno a modificarsi come qualità in pericolosi atteggiamenti quasi di non sopportazione. Il rapporto con l'amata lontana in quel di "Boccadasse" vive sempre più di alti e bassi come onde di quel mare che resta per il commissario il posto certo da ammirare ed interrogare seduto sul suo "scoglio chiatto sutta al faro" magari con la compagnia improvvisato di un "grancio" amico. Come sempre nei romanzi di Camilleri, le storie si intrecciano e nonostante che questo particolare sia noto, mai la banalità fa capolino nelle pagine del libro. Anche in questo caso, se può essere prevedibile lo svilupparsi e l'incontrarsi di alcuni eventi che sembrano paralleli, risulta avvincente ed imprevedibile il percorso che la storia prenderà e lo sviluppo che avrà il rapporto con Livia, con tanto di colpo di scena finale.
Restando tra gli ultimi numeri della lunga serie di Montalbano direi proprio che questo lo ritengo uno dei
migliori, tanto da avvicinarlo per storia e forza del racconto all'effetto
catturante dei primi libri letti, quelli che mi hanno fatto entrare nel tunnel camilleresco, tunnel che ogni volta sono felice di
ripercorrere.
BIGNAMI: romanzo con la solita capacità
descrittiva e ironica di Camilleri e con una forza di trama tra le più riuscite
di tutta le serie, sicuramente la puntata che ho apprezzato tra le ultime
uscite. Da non perdere!
Ma non trovi un po' ripetitivo leggere sempre degli stessi personaggi e degli stessi scenari?
RispondiEliminaDirei di no, Camilleri riesce a rendere il tutto sempre molto "nuovo" e comunque riesce ad attrarre con storie molto diverse anche quando riesci ad intravedere un segno di riconoscimento già usato nel far intrecciare le storie.
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