Kiave di lettura n° 92 |
Non so perchè certi anniversari riescono a fare più presa di altri, magari ugualmente importanti. Negli anni mi sono trovato quindi di fronte al "ritorno" di certe date e di certe ricorrenze e da quando scrivo su questo blog mi accorgo che mi ritrovo a voler aggiungere un piccolo ricordo ogni anno. Quest'anno, mi va di abbinare due date particolari e che da sempre hanno lasciato un segno importante dentro. Lo faccio abbinandole ad una linea comune, data dal non rispettare l'indicazione del mio Poeta del "NON DOVETE BADARE AL CANTANTE". Questa volta al cantante bado e non posso non notare che per entrambi gli eventi, il buon Danielino ha accentuato i miei ricordi con due pezzi in pieno suo stile. Di quelli che arrivano dentro e che restano. Si legano ad eventi totalmente diversi ma che sono descritti nel suo modo migliore, quello di un racconto in poesia di qualcosa di difficilmente poetico.
Parlo dei tredici anni passati proprio oggi dal G8 di Genova che non riesco a cancellare dalla memoria e che soprattutto voglio tenere SEMPRE in memoria. Dall'omicidio di Carlo Giuliani alla mattanza della Diaz e non solo. Un evento che ha portato "la sospensione della democrazia" come dice Amnesty International ma che è passata praticamente sotto silenzio. Un ricordo che mi porta sempre ad un pezzo perfettamente riuscito di Danielino, che anche lui abbina a quell'evento anche se all'interno di un percorso più lungo di realizzazione. Un pezzo che ai suoi concerti è uno di quelli che mi arriva di più, che apprezzo per testo, musica e capacità di essere stato realizzato. Parlo di "Il mio nemico".
Di argomento diverso, ma per il quale ieri ricorreva l'anniversario del 22° anno, è la strage di via D'Amelio in cui morirono Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Una storia non dimenticata nel cuore di molti, ma volutamente obliata nella testa e negli atteggiamenti di molti. Una vicenda che fa ribrezzo per il suo inizio e per la sua prosecuzione, una storia per la quale in molti chiedono verità ed in molti lavorano per tenerla nascosta. Danielino è riuscito qualche anno fa a raccontarla a modo suo. Con una tonalità ed un pezzo che inizialmente, solo inizialmente, sembra dagli accordi e dal ritmo estraneo all'argomento che tratta ma che quando ti entra dentro ti lascia il messaggio per il quale è stata scritta. Un appello che parte a mò di canzonetta ma arriva allo stomaco con le dichiarazioni dell'epoca di Caponnetto che dovrebbero essere riproposte alle orecchie più "dure" ogni giorno. Parlo ovviamente di "L'appello".
BIGNAMI: due date vicine ma totalmente diverse, ugualmente e diversamente orribili, per i quali il senso di "misteriosamente impunito" è forte e marcato. Due date da tenere vive sempre, grazie anche a Danielino.
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