Kiave di lettura n° 116 |
Rispettando a pieno una delle usanze della politica italiano, dove "SI VIENE E SI VA" alla velocità di un pendolo impazzito senza una logica alla base e senza un reale interesse della collettività, Giorgio I diventato anche Giorgio II torna (come se l'avesse mai abbandonata) sul palcoscenico centrale con il balletto del vado/resto/ri-vado ecc ecc.
Dice va via
Questa volta sul serio sembrerebbe ma chi può dirlo.
Dice va via
Un po' come un anno e mezzo fa, un po' come quando doveva finire in anticipo il settennato precedente, un po' come quando non si doveva più ricandidare perchè una possibilità "impossibile" usando le sue parole.
Dice va via
E lo annuncia, ma senza annunciarlo. E lo anticipa ma senza dare una data. E lo minaccia come lo minacciava in passato, da un anno e mezzo ma non solo.
Dice va via
Dopo aver definito Craxi importante uomo di Stato, aver creato infiniti salvacondotti a Re Silvio, aver pilotato questo Paese in un continuo inciucio e "volemose bene" per evitare paventate catastrofi peggiori.
Dice va via
Dopo aver gestito personalmente tre governi non eletti da nessuno ma sempre con alla base le parole "superpartes" e non politico, come se costituire tre governi dal niente non sia politico.
Dice va via
Mentre ancora si attendono le parole di sostegno ai pm di Palermo minacciati dalla mafia.
Dice va via
Dopo averci frantumato le parti basse con il "non vado a testimoniare" "vado ma solo se me lo chiedono" "testimonio ma solo a casa mia" "testimonio ma solo se non ci vede nessuno" come se non fosse già abbastanza insopportabile il fatto che la prima personalità italiana debba testimoniare su un fatto come la trattativa Stato-Mafia.
Dice va via
Dopo i suoi mille moniti che hanno accomunato sullo stesso piano il lavoro dei giudici, di cui spesso si è scordato di essere il Capo essendo capo del CSM e le immonde attività e parole di una (e non solo) parte politica, dal "non normali" di Re Silvio in poi.
Dice va via
L'uomo super partes che poi non ha problemi a catalogare come antipolitica non degna una parte politica precisa, dichiarandola come peggiore o allo stesso livello
Dice va via
L'uomo della Costituzione che non ha avuto problemi a firmare ed autorizzare azioni di guerra contro l'articolo 11 o leggi definite poi dalla Corte Costituzionale come anticostituzionali.
Dice va via
Dopo aver chiuso gli occhi e la bocca nei momenti in cui famiglie straziate dallo Stato (Aldrovandi, Cucchi, Uva, Sandri, Magherini, Rasom, ecc. ecc) avevano bisogno della vicinanza e della rigida posizione intransigente del Presidente della Repubblica che così duro era stato coi falli calcistici di Totti.
Dice va via
Dopo aver annunciato che le riforme improrogabili sono ad un punto avanzato, sorprendendo gli stessi autori di bozze di bozze di bozze di riforme.
Dice va via
L'uomo con una parola sola che nell'aprile 2013 aveva detto impossibile il suo "bis" e poi è stato "costretto", non si sa se con una pistola o con altro, a rivedere le sue posizioni ed a fare l'enorme sacrificio per permetterci di godere di Letta prima e Renzi poi.
Dice va via
Colui che si considera superligio alla Costituzione ma che come nessuno mai ha dato una deriva presidenziale a questo Paese.
Dice va via
Sempre che anche questa volta qualcuno o qualcosa non lo "costringa" a rimanere. Faccia lui.....
Dice va via
E magari a Mancino, che poteva tranquillamente parlare coi suoi uffici per lamentarsi dei suoi processi (cosa evidentemente possibile a tutti gli italiani visto che la legge è uguale per tutti e per Giorgio I e II queste telefonate non sono mai sembrate inopportune), mancherà anche.
A me personalmente non sarebbe mancato lo scorso aprile, non mancherebbe certamente nemmeno adesso.
Dice va via
Se questa volta è vero.....come direbbe/diceva il buon Ciuffi....'ecci 'ecci 'ecci.....
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